martedì 24 dicembre 2013
AMICO E'. . .
Amico deriva da una parola che significava "libero". Un amico è una persona che ci concede spazio e libertà d'essere.
sabato 21 dicembre 2013
Poesia
Mentre mi perdo
nell'immensità del cielo.......
volo con la mente...
penso e sorrido,
sorrido alla felicità
che Tu mi stai donando...
sei la linfa vitale
che mi consente la vita,
sei il mio sole, il mio mondo...
venerdì 20 dicembre 2013
FICODINDIA
A FICURINIA
Mi scantu a pigghialla
mi scantu a tuccalla,
cci tagghiu la testa
cci tagghiu la cura
e vidu dda' dintra
na bedda signura.
mi scantu a tuccalla,
cci tagghiu la testa
cci tagghiu la cura
e vidu dda' dintra
na bedda signura.
IL FICODINDIA
Temo di toccarla
temo di pigliarla
le taglio la testa
le taglio la coda
e vedo là dentro
una bella signora
temo di pigliarla
le taglio la testa
le taglio la coda
e vedo là dentro
una bella signora
martedì 10 dicembre 2013
COSI 'I SANTA LUCIA
COSI ‘I SANTA LUCIA
Credenze di Fede
Al culto di Santa
Lucia sono legati usi e tradizioni popolari tramandati da padre in figlio. I pittori del passato rappresentavano S.
Lucia con gli occhi nelle mani o contenuti in un vassoio, questa consuetudine
può essere generata dalla somiglianza del nome di Lucia con quello della
divinità greca Lucina, che secondo l’antica mitologia guariva e preservava
dalle malattie degli occhi.
Per Santa Lucia, si
rinnova la credenza, secondo la quale quando la processione sta per giungere
nei pressi delle case popolari, alla Borgata Santa Lucia, il volto del
simulacro argenteo, portato a spalla, impallidisce, assumendo anche
un’espressione triste.
E ciò avviene perché la Santa sta per passare nei
pressi della colonna che per tradizione indica il luogo del suo martirio. Il 13 dicembre non si mangia né pane né pasta
per penitenza, ma si mangiano verdure varie, a Palermo legumi e panelle - una sorta di “schiacciata” fatta di farina
di ceci, alla quale vengono date varie forme. Ma il vero e proprio cibo
sostitutivo al pane e alla pasta è la cuccìa, tale piatto tradizionale è
costituito da grano ammollato e cotto con l’aggiunta di vari legumi o
semplicemente bollito nel latte.
Un’altra tradizione,
poco nota oggi, è quella secondo cui nello stesso sito in cui Santa Lucia subì
il martirio, si vuole sia scaturita una polla d’acqua, nel tempo ritenuta
miracolosa.
Una memoria scritta
della fonte miracolosa di S. Lucia è documentata dal conte Cesare Gaetani della
Torre che dice testualmente: “Nel 1736 il reverendo sacerdote D. Giuseppe
Moncada, fu invaso da un fiero dolore al fianco, lo risolse andando a bere
quell’acqua”.
Che fine abbia fatto
quella miracolosa fonte non ci è dato da sapere; nessuno ne parla e s’è persa
persino la memoria.
lunedì 9 dicembre 2013
COSI 'I SANTA LUCIA
COSI 'I SANTA LUCIA
FERMATA 'A CASA CCU' 'N OCCHIU
Nel 1989 per la processione dell'ottava, fu escluso il percorso di via Vittorio Veneto, la mastrarua spagnola, e gli ospiti del carcere - casa ccu' 'n occhiu - protestarono in maniera civile.
Lo fecero mandando raccomandate all'emittente radiofonica locale Superradio diretta dal mai dimenticato amico Armando Greco, chiedendo naturalmente il ripristino del vecchio percorso che prevedeva la fermata al carcere con tutti all'interno in mano un fiammifero, una candela etc. per Lei Lucia la Santa della Luce. Poi un detenuto, generalmente il più giovane, avrebbe offerto a Lucia dei fiori.
Armando, forte delle numerose lettere e richieste di tante persone, riuscì a far riportare il percorso alla mastrarua e quella fu l'ultima volta che Lucia incontrò i detenuti dda' casa ccu' 'n occhiu, in quanto nel 1990 ci fu il terremoto e il carcere fu svuotato con gli ospiti trasferiti in un'altra struttura sicuramente migliore e da allora alla mastrarua non passa più Santa Lucia.
FERMATA 'A CASA CCU' 'N OCCHIU
Nel 1989 per la processione dell'ottava, fu escluso il percorso di via Vittorio Veneto, la mastrarua spagnola, e gli ospiti del carcere - casa ccu' 'n occhiu - protestarono in maniera civile.
Lo fecero mandando raccomandate all'emittente radiofonica locale Superradio diretta dal mai dimenticato amico Armando Greco, chiedendo naturalmente il ripristino del vecchio percorso che prevedeva la fermata al carcere con tutti all'interno in mano un fiammifero, una candela etc. per Lei Lucia la Santa della Luce. Poi un detenuto, generalmente il più giovane, avrebbe offerto a Lucia dei fiori.
Armando, forte delle numerose lettere e richieste di tante persone, riuscì a far riportare il percorso alla mastrarua e quella fu l'ultima volta che Lucia incontrò i detenuti dda' casa ccu' 'n occhiu, in quanto nel 1990 ci fu il terremoto e il carcere fu svuotato con gli ospiti trasferiti in un'altra struttura sicuramente migliore e da allora alla mastrarua non passa più Santa Lucia.
domenica 8 dicembre 2013
Cartolina bianco e nero Siracusa
Cartolina anni 60/70 SIRACUSA Panorama (la marina e la Stazione Marittima con i treni sia in stazione che al porto)
sabato 7 dicembre 2013
venerdì 6 dicembre 2013
SARAUSANA JE' EBBIVA SANTA LUCIA
COSI 'I SANTA LUCIA
NINO DI MARIA
Dice: "e... ccu jè?" comu ccu jè??? Puddu! P U D D U ! l'omu dda' tirata dda' tombola ppi Santa Lucia!
Anni sessanta quannu Puddu s'assittava a latu 'u cartilluni e sparava i nummiri: qua-ra-quattru - ricotta caura - e così via. Alcuni giuravano che la sua voce sisentisse sino allo sbarcadero S. Lucia, altri addirittura sino alle Poste!
Finita la festa vinneva sirratura nei vicoli d'Ortigia, quella segatura residuo delle tante segherie siracusane, dove le serre a nastro cantavano mattina e sera ai cascioli impustati muru muru.
NINO DI MARIA
Dice: "e... ccu jè?" comu ccu jè??? Puddu! P U D D U ! l'omu dda' tirata dda' tombola ppi Santa Lucia!
Anni sessanta quannu Puddu s'assittava a latu 'u cartilluni e sparava i nummiri: qua-ra-quattru - ricotta caura - e così via. Alcuni giuravano che la sua voce sisentisse sino allo sbarcadero S. Lucia, altri addirittura sino alle Poste!
Finita la festa vinneva sirratura nei vicoli d'Ortigia, quella segatura residuo delle tante segherie siracusane, dove le serre a nastro cantavano mattina e sera ai cascioli impustati muru muru.
SARAUSANA JE' EBBIVA SANTA LUCIA!
COSI 'I SANTA LUCIA
I GIOSTRI
Già ai primi d'ottobre, a piazza Santa Lucia, dalla parte delle case popolari cco' 'rrologgiu, negli anni sessanta montavano le giostre del comm. Gioia, l'autoscontro, i vari casotti con i fucili - quanti cinzanini colpiti! - le gabbie volanti a forza di braccia, gli aeroplanini con battaglia finale e chi rimaneva usufruiva di un altro giro, le cabine con gruetta che azionata poteva prendere un pacchetto di sigarette (mai se non quello da dieci) una penna o granturco puro etc.
Queste giostre portavano allegria alla piazza, la domenica era festa, le giostre strapiene... tutto filava liscio. Finita la festa di Santa Lucia rimanevano in piazza sino a gennaio e arrivederci in estate o a ottobre. Un bel giorno, qualcuno scoprì ca piazza Santa Lucia di sutta è vacanti e quindi pericoloso piazzare una giostra ed è dagli anni settanta che di giostre a piazza Santa Lucia non se ne sono viste più.
I GIOSTRI
Già ai primi d'ottobre, a piazza Santa Lucia, dalla parte delle case popolari cco' 'rrologgiu, negli anni sessanta montavano le giostre del comm. Gioia, l'autoscontro, i vari casotti con i fucili - quanti cinzanini colpiti! - le gabbie volanti a forza di braccia, gli aeroplanini con battaglia finale e chi rimaneva usufruiva di un altro giro, le cabine con gruetta che azionata poteva prendere un pacchetto di sigarette (mai se non quello da dieci) una penna o granturco puro etc.
Queste giostre portavano allegria alla piazza, la domenica era festa, le giostre strapiene... tutto filava liscio. Finita la festa di Santa Lucia rimanevano in piazza sino a gennaio e arrivederci in estate o a ottobre. Un bel giorno, qualcuno scoprì ca piazza Santa Lucia di sutta è vacanti e quindi pericoloso piazzare una giostra ed è dagli anni settanta che di giostre a piazza Santa Lucia non se ne sono viste più.
SARAUSANA JE' EBBIVA SANTA LUCIA
COSI 'I SANTA LUCIA
IL SARTO
Questi giorni, fino agli anni sessanta, venivano vissuti con un certo nervosismo da una parte di siracusani che avendo commissionato un vestito al sarto ad ottobre ancora non lo vedevano finito.
Difatti era abitudine ppi Santa Lucia, 'ncignare 'u vistitu novu, confezionato dalle migliori sartorie aretusee, anche perchè - stranamente - quelli acquistati nei pochi negozi che li vendevano, costavano di più.
Erano tempi in cui ancora c'era "'u vistitu dda' duminica" che era l'abito più bello che si possedeva e veniva usato la domenica e per le feste comandate.
Oggi semu sempri vistuti di duminica e nuddu cchiù si fa pigghiari i misuri ppi 'n vistitu novu e mancu ppi 'n paru di scarpi di chiddi cco' surci del tipo uscite dalla bottega del calzolaio, nel camminare facevano ziu ziu....
Ebbiva Santa Lucia!
IL SARTO
Questi giorni, fino agli anni sessanta, venivano vissuti con un certo nervosismo da una parte di siracusani che avendo commissionato un vestito al sarto ad ottobre ancora non lo vedevano finito.
Difatti era abitudine ppi Santa Lucia, 'ncignare 'u vistitu novu, confezionato dalle migliori sartorie aretusee, anche perchè - stranamente - quelli acquistati nei pochi negozi che li vendevano, costavano di più.
Erano tempi in cui ancora c'era "'u vistitu dda' duminica" che era l'abito più bello che si possedeva e veniva usato la domenica e per le feste comandate.
Oggi semu sempri vistuti di duminica e nuddu cchiù si fa pigghiari i misuri ppi 'n vistitu novu e mancu ppi 'n paru di scarpi di chiddi cco' surci del tipo uscite dalla bottega del calzolaio, nel camminare facevano ziu ziu....
Ebbiva Santa Lucia!