domenica 9 febbraio 2014

SANT'AGATA E CATANIA


Sul portale sinistro della cattedrale di Sant'Agata di Catania si legge, tutt'oggi,
una misteriosa parola: «NOPAQUIE». Il significato di essa sta in una leggenda 
popolare su Sant'Agata e Federico II.
 Essendosi i catanesi ribellati a Federico II nel 1232, egli decise di infliggere una

 punizione esemplare: distruggere Catania, e di ucciderne tutti gli abitanti. 
Ai poveri cittadini non rimase altro che chiedere l'ultimo desiderio. Prima di morire 
ascoltare Messa nella cattedrale della loro santa protettrice, Sant'Agata. Il re accettò. 
Anzi, volle ribadire la sua decisione con la propria presenza nella chiesa. Entrato Federico
 aprì il proprio libro di messa per la funzione.
 Stupefatto vi trovò inserito un cartiglio misterioso, che portava la scritta «NOPAQUIE». 
Subito ne chiese il significato, ma nessuno sapeva darne la risposta.
 Finchè avanzò un anziano monaco benedettino che ne chiarì il senso. La parola era un 
«acronimo», una parola formata dalle iniziali di otto parole latine: «Non Offendere Patriam 
Agathae Quia Ultrix Iniuriarum Est» il cui significato era «Non offendere Catania, la patria 
di Sant’Agata, perché essa ne vendica le offese». Federico II di fronte al prodigio ritornò 
sulle proprie decisioni. Lasciò i catanesi la vita, fece abbattere soltanto i piani alti degli edifici
 e costruì castello Ursino, dove è ancora inserito sulla facciata principale un icona marmorea
 che rappresenta l’aquila sveva che strozza l’agnello catanese.
 A memoria dello straordinario miracolo della loro protettrice, Sant'Agata, i catanesi trascrissero 

la parola misteriosa.

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