Sul portale sinistro della cattedrale di Sant'Agata di Catania si legge, tutt'oggi,
una misteriosa parola: «NOPAQUIE». Il significato di essa sta in una leggenda popolare su Sant'Agata e Federico II. Essendosi i catanesi ribellati a Federico II nel 1232, egli decise di infliggere una punizione esemplare: distruggere Catania, e di ucciderne tutti gli abitanti. Ai poveri cittadini non rimase altro che chiedere l'ultimo desiderio. Prima di morire ascoltare Messa nella cattedrale della loro santa protettrice, Sant'Agata. Il re accettò. Anzi, volle ribadire la sua decisione con la propria presenza nella chiesa. Entrato Federico aprì il proprio libro di messa per la funzione. Stupefatto vi trovò inserito un cartiglio misterioso, che portava la scritta «NOPAQUIE». Subito ne chiese il significato, ma nessuno sapeva darne la risposta. Finchè avanzò un anziano monaco benedettino che ne chiarì il senso. La parola era un «acronimo», una parola formata dalle iniziali di otto parole latine: «Non Offendere Patriam Agathae Quia Ultrix Iniuriarum Est» il cui significato era «Non offendere Catania, la patria di Sant’Agata, perché essa ne vendica le offese». Federico II di fronte al prodigio ritornò sulle proprie decisioni. Lasciò i catanesi la vita, fece abbattere soltanto i piani alti degli edifici e costruì castello Ursino, dove è ancora inserito sulla facciata principale un icona marmorea che rappresenta l’aquila sveva che strozza l’agnello catanese. A memoria dello straordinario miracolo della loro protettrice, Sant'Agata, i catanesi trascrissero la parola misteriosa. | ||
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