lunedì 30 novembre 2015

LA PESCA DEL PESCE SPADA - Armando Carruba -

MESSINA E IL PESCE SPADA

Nelle  acque  dello  stretto,  tutti  gli  anni  vengono molti  pescispada;  questo  pesce porta il nome dato che ha la mascella superiore fatta  in  forma  di  spada o di  lama  lunga un  terzo del suo corpo. E’ uno dei pesci più grossi che si trovano nei mari d’Europa, tutti gli anni, dai primi di maggio  alla  fine  di  giugno,  costeggiano  le  rive  della  Calabria,  poi  passano   lo  stretto   e  cominciano   dal   lato   settentrionale   il  giro  della Sicilia;  in   autunno  soltanto tornano verso il continente.
Il  pescespada  è  un  pesce  agile  e  forte  che  nuota  con  grandissima  lestezza,  si  dice   che battendosi  col  pescecane  lo  trafigga  con  la  spada;  pare  che sia accanito contro i tonni, il passaggio dei quali si combina con la sua presenza nelle acque dello Stretto.
Oggi si ci sono barche attrezzatissime per la pesca, ma una volta i pescatori si ponevano in una barca lunga e piatta, costruita appositamente per questa pesca e li prendevano con la fiocina:
Quando  si  apriva  la  pesca,  tutte  le barche si riunivano sul luogo dove dovevano passare i pesci, disponendosi  a  semicerchio;  una di queste, la Ferriera, si collocava senza far rumore all’avanguardia, e un marinaio  s’arrampicava  in  cima  a un albero maestro, alto quattro o cinque metri, in sommo  al  quale  si  trovava  una  piattaforma  e  annunziava  l’arrivo   dei pescispada.   Non  si stava in vedetta soltanto sulle barche ma anche sugli scogli e fin sotto le mura del castello di Sicilia.
Allorché il movimento delle acque o il sibilo acuto che emettono i pescispada ne annunziavano il passaggio, le barche vanno loro incontro e il lanciatore  d’ogni barca getta la fiocina.
Queste fiocine sono fatte in modo tale che la lama, quando vi è penetrata, non può più uscire dal corpo dell’animale; ma dopo averla lanciata s’allenta il lungo canapo al quale è attaccata; è insomma, in piccolo, la pesca alla balena.  Quando il pescespada è indebolito per la perdita del sangue, viene issato a bordo e finito a furia di colpi di scure; sarebbe pericoloso attaccarlo prima.
Questa pesca è molto interessante e attira sulla spiaggia un gran numero di persone. L’uomo che è in vetta e dirige l’attacco gridando: Manosso! Manosso! E allora che la barca con la fiocina prende il largo e fa di tutto per cacciare il pesce verso riva. Egli grida: Stringala! E la barca investe il pesce più che mai. Si corre a destra e sinistra, di qua e di là e tutto ciò in un batter d’occhio, mentre il lanciatore sta sempre dritto, all’avanti, con la fiocina tesa.
Se sbaglia il tiro, gli spettatori gli fanno l’urlata, ma il lanciatore, dopo una lunga caccia, colpisce la preda, e per lui un trionfo; la folla lo saluta con applausi e grida entusiaste.
Calando il sole tornavano a Ganzirri, remigando sulle acque limpide e calme.



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