sabato 21 maggio 2016
PARRARI 'N SICCU (da PAROLI A TINCHITE' di Carmelo Tuccitto)
'I SODDI FANU VENIRI 'A VISTA A L'ORBI
(da PALORI A TINCHITE' di Carmelo Tuccitto)
Questo modo di dire in passato veniva usato in senso proprio e non in quello figurato come accade oggi. Si diceva che era l'oru e non 'i soddi a fari veniri 'a vista a l'orbi. Che fosse così l'abbiamo appreso dal Pitré che nel volumetto - Medicina popolare siciliana - scrive: "Pratica preservativa e curativa delle oftalmie è il foro al lobulo dell'orecchio, nel quale foro, per tenerlo sempre aperto, da alcuni si fanno entrare gli orecchini. Questo foro fa chiarire la vista, cura le congiuntiviti ed altre affezioni degli occhi. Si parla comunemente di persone, le quali, affette da oftalmie croniche, guariscono solo dopo messe e rimesse gli orecchini.
L'uso è adesso confinato nelle campagne e nei contadini; e in Acireale è consacrato nel motto: "L'oru fa beni a la vista".
La credenza che l'oro favorisse il miglioramento della vista e, in particolare la guarigione del polipo oculare, è confermata dalla tradizione orale secondo la quale nel Siracusano e nel Catanese si strofinavano sull'occhio malato o le fedi matrimoniali d'oro o un anello, sempre d'oro, in cui era stata incastonata una pietra fatta di opercolo di polipo ('A petra ro' puppu). Nel frattempo si recitava una preghiera ('a razioni) a Santa Lucia, protettrice della vista.
Con l'evoluzione della medicina, in particolare della scienza oculistica, il popolo capì che era stata una superstizione che l'oro guarisse dalle malattie oculari e, nel detto, cambiò la voce oru con soddi da cui la forma a noi pervenuta: 'I soddi fanu veniri 'a vista a l'orbi.
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