mercoledì 10 agosto 2016

STORIA DELLA MADONNINA DELLE LACRIME DI SIRACUSA di Monsignor Bruno

Il 21 Marzo 1953, sabato, ebbi la gioia di benedire, con cuore di Padre, nella nostra Chiesa Parrocchiale del Pantheon, le nozze di due semplici creature: Angelo Iannuso di Vincenzo e Antonina Lucia Giusto di Eduardo. Gli sposi avevano progettato di celebrare le nozze in Dicembre del 1952, durante l'Ottavario della Festa di S. Lucia, nella Basilica del Sepolcro. Per un lutto di famiglia la data del matrimonio fu trasferita e si rimase così nella Parrocchia della sposa. Assai gradito ai giovani sposi fu il regalo di un qua­dretto da capezzale raffigurante il Cuore Immacolato di Maria: dono di nozze di una loro cognata, che l'ave­va acquistato per L.3.500 presso l'Emporio di Salvatore Floresta al Corso Umberto I n. 28 in Siracusa. Sotto lo sguardo della Mamma del Cielo ha inizio in Via degli Orti di S. Giorgio n. 11, la vita della nuova famigliola sostentata da un duro lavoro quotidiano, ben presto confortata dalla spe­ranza di avere una creaturi­na, frutto di un sincero amore. Ma si presentava intanto per Antonina una gravidan­za difficile, tanto che talvol­ta le offuscava la vista. Nella notte che va dal 28 Agosto  al  29  Agosto Antonietta si sentì tanto male... Verso le 3 perdette completamente la vista; fino alle ore 8,30 circa non ci vedeva affatto. Durante uno degli attacchi convulsivi ritrovò la vista. Non credeva a se stessa. Aprendo gli occhi, intan­to, vide che la Madonna del suo capezzale piangeva. Emozione, timore, gioia... Facile pensare come la notizia si sparse nel vicinato fino a diffondersi in tutto il rione e poi in tutta la città. Era vero... la Madonna di Antonietta piangeva, versa­va dagli occhi lacrime vere. In quella mattinata del sabato 29 Agosto 1953 la Madonnina (è questo il nome che il popolo subito ha gridato) ha versato lacrime sei o sette volte. La folla premeva in quella povera casetta, tutti volevano vedere. Fu chiamata la Polizia: questa dovette constatare che la Madonna piangeva veramente. Si dispose così un severo servizio d'ordine al coman­do del Dott. Nicolò Samperisi, Commissario dirigente l'Ufficio di P. S. nella cui giurisdizione era posta Via degli Orti, validamente coadiuvato dal Brigadiere Umberto Ferrigno. Facile pensare come in tutto il rione del Pantheon si parlasse animatamente di un fatto così straordinario. C'era chi gridava al miracolo, ma c'era anche chi non cre­deva, prospettando la possibilità di un trucco balordo... Molti mi chiedevano se io fossi andato a vedere. Ma, a dire il vero, non me la sentivo di fare la parte del curioso. Ma intanto verso sera del 30 si presenta­no davanti al cancellet­to della mia Casa Canonica due uomini di età matura (li ho davanti agli occhi, ma non so individuarli) che con linguaggio serio e persuasivo mi invitano ad andare in Via degli Orti n. 11 perché la Madonna veramente piangeva. Mi dicono: «Padre, la Madonna piange... venga. Che ne pensa Lei?». Nella mattinata di lunedì, prima di Messa, vengono in sagrestia del Pantheon due bambine che con affabilità mi dicono che la Madonna piange e poi, con insi­stenza, soggiungono: «Vada, Padre Bruno, vada,  la  Madonna piange davvero, noi l'abbiamo vista». Non volli lasciarle deluse e promisi che sarei andato. Nel pomeriggio dello stesso lunedì 31 Agosto Mons. Giuseppe Cannarella, Cancelliere della Curia Arcivescovile di Siracusa, viene nell'Ufficio Parroc­chiale del Pantheon per trattare in merito ad una prati­ca di matrimonio. Siamo seduti l'uno di fronte all'altro nelle due classiche poltrone. Il discorso cade sugli avvenimenti del giorno. Dico al pio Monsignore che da più parti si chiede un giudizio dell'Autorità Ecclesiastica. - Bisogna essere molto prudenti, mi dice Monsignore. Al che rispettosamente replico: «Prudenti si, ma fino a quando?». Mons. Cannarella resta penso­so e poi mi dice: - Cosa potremmo fare? Suggerisco timidamente la opportunità di provve­dere ad un esame del liquido che sgorgava dal quadretto. Decidiamo così di andare subito al Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia, al Foro Siracusano, per chiedere una eventuale analisi delle lacrime. In Ufficio si teneva orario straordinario e fu quindi possibile incontrarci con il Dott. Francesco Cotzia, al quale esponemmo la nostra richiesta. Il Dott. Cotzia si dichiarò disponibile e volle interes­sare il collega Dott. Michele Cassola. Questi si dimo­strò piuttosto scettico, ma sinceramente interessato a vederci chiaro per amore di verità. Si concordò così per l'indomani mattina una visita in casa di Via degli Orti 11 con il pro­posito di accertare quanto si asseriva in merito alla lacrimazione del quadretto e quindi procedere ad un suffi­ciente prelievo del liqui­do (per mezzo di adatte pipette) per sottoporlo ad un rigoroso esame scientifico. Mons. Cannarella, dopo questo colloquio, si sentì come sollevato da un peso e mi disse queste testuali parole: «Parroco, disponi tu nel modo più opportuno e segui di presenza minutamente gli eventi. Io riferirò a Mons. Arcivescovo. Tu intanto informa, perché sia presente domani all'arrivo della Commissione in Via degli Orti, il Parroco di S. Lucia al Sepolcro Padre Arcangelo Signorino O.F.M., compe­tente per territorio». Mi premurai di parlare con il Capo di Gabinetto del Questore per informarlo della composizione della Commissione scientifica e della decisione di procedere l'indomani all'esame del liquido. Lo pregai pertanto di disporre di non fare togliere da nessuno il quadro dal luogo dove veniva conservato la notte, se prima non arrivasse in casa lannuso la Commissione da me gui­data. La Questura informò il Commissario di P. S. Dott. Samperisi e tutto fu fedelmente eseguito. Mons. Giuseppe Cannarella, essendo Cancelliere della Curia Arcivescovile di Siracusa, in quel periodo era l'uni­ca Autorità Ecclesiastica in sede, poichè l'Arcivescovo Mons. Ettore Baranzini si trovava presso la Villa S. Metodio, Seminario di villeggiatura in Canicattini Bagni. Consapevole della delicatezza del compito affidatomi dalla fiducia di Mons. Cannarella, credetti opportuno invitare a far parte della Commissione un tecnico dotato di scrupolose qualità, l'Ing. Luigi D'Urso. Questi aderì ben volentieri. La Commissione, guidata dal Parroco Giuseppe Bruno, veniva così formata dai Dottori Francesco Cotzia, Michele Cassola e Ingegnere Luigi D'Urso. Punto di incontro per recarci insieme in Via degli Orti fu scelto lo stesso Ufficio Provinciale di Igiene in Foro Siracusano. Mentre stavamo per scendere le scale del detto Ufficio ci è venuto incontro il Dott. Roberto Bertin, che era chimico della Squibb in servizio a Siracusa. Meravigliato per il nostro gruppetto, ce ne chiese il motivo e mi pregò di volerlo accogliere tra noi. Io lo accettai prontamente perché era un chimico ed era quin­di utile per il nostro compito. Bertin fu così aggregato alla Commissione. Giunti in Via degli Orti il servizio di Polizia ci aprì un varco in mezzo alla folla assiepata, ma, arrivati davanti alla porta di casa Iannuso, non ci volevano fare entrare; la Signora Antonietta era troppo seccata e stanca. Non valsero neppure le insistenze del Dott. Samperisi. Ma appena la Giusto mi vide in quel grup­petto fu presa da una gioia serena, ricordandosi che io avevo benedetto il suo matrimonio. Mi invitò ad entra­re e vedere la foto-ricordo della cerimonia di nozze. Io replicai: «O tutti o nessuno!». Si convinse e così potem­mo entrare. Il Parroco Signorino, che era stato da me invitato a nome di Mons. Cannarella, era venuto con un taccuino in mano, ma ben presto si congedò dicendomi: «Mi faccia sapere qualche cosa». Nella camera da letto, i materassi erano ripiegati, tro­vammo il Ten. Col. Giovanni Grasso, Comandante il Presidio Militare di Siracusa, il Ten. Col. Carmelo Romano, un gruppetto di Agenti dell'ordine e qualche altra persona. Fu aperto il cassetto, dove il quadro era deposto, coperto da una tovaglietta bianca; ma quanta fu l'emozione nel constatare che gli occhi erano coperti di liquido! L'immagine fu accuratamente asciugata con cotone e poggiata sul materasso. Volemmo restare in attesa che il fenomeno si mani­festasse dinanzi a noi. Venne pure il Dott. Mario Marletta, anche lui fun­zionario dell'Ufficio Provinciale di Sanità. Non sto a descrivere i sentimenti di commozione e di timore insieme che invasero il nostro cuore quando dopo le ore 11 l'immagine cominciò a manifestare gli occhi gonfi di lacrime come persona presa da forte emozione, e poi scendere giù delle lacrime che, rigan­do il volto delicato, andavano a raccogliersi nel cavo della mano. Purtroppo alcuni presenti riuscirono ad assorbire qualche lacrima con del cotone, ma i chimici con la loro pipetta poterono assicurarsi una parte del liquido. Io, sebbene avessi portato con me del cotone, non osai toccare minimamente neanche una goccia di quelle lacrime perché sentivo la grave responsabilità di assi­curare alla indagine scientifica un fenomeno che già interessava tanta parte del mondo. Da quel momento in cui i chimici poterono racco­gliere almeno una parte delle lacrime sgorgate in loro presenza la Madonna non ha pianto più. Segno... che lascia       pensare. È da notare che l'Ing. D'Urso volle smontare l'im­magine di gesso dalla lastra di supporto e al cospetto di tutti si poté constatare che il gesso era perfettamente asciutto. I chimici, recatisi di urgenza presso il Laboratorio Provinciale di Igiene, dettero inizio subito all'analisi delle lacrime della Madonna di gesso, analisi meticolo­sa che si protrasse nei giorni 1 e 2 Settembre con la mia attenta presenza. Ed ecco una prima relazione giurata, stilata in data 9 Settembre 1953, cui seguì in pari data una relazione analitica del liquido sgorgato dagli occhi della Madonnina di Via degli Orti n. 11 a Siracusa. «Il giorno 1 settembre 1953, alle ore 11, per incarico del Cancelliere della Curia Arcivescovile di Siracusa Mons. Giuseppe Cannarella, ci siamo recati in via degli Orti n. 11, abitazione della signora Giusto Antonietta, per constata­re il presunto fenomeno della fuoruscita di liquido da una immagine di Madonna. Con l'aiuto degli agenti di P. S., che ci hanno fatto passare tra la numerosa folla stazionante davanti la casa, siamo entrati in una camera da letto che riceve luce da una finestra prospiciente in via Carso, dove la detta signora, a nostro invito, ha aperto un cassetto chiuso a chiave, in fondo al quale coperta da un tovagliolo, era ripo­sta una immagine della Madonna apparentemente di maioli­ca colorata su vetro nero. Detta immagine era già evidente­mente bagnata in più posti della faccia e del busto, che sono stati accuratamente asciugati con cotone. E rimasta così una sola goccia, all 'angolo interno dell 'occhio sinistro che è stata prelevata con una pipetta di 1/10 di cm.3. Successivamente altre gocce sono sgorgate dallo stesso posto e sono state ancora raccolte. Mentre si riponeva il contenuto in un tubo di vetro, altre lacrime sono scese dall 'occhio e si sono raccolte sull 'incavo formato dalla mano sorreggente il cuore, dove sono state pure prelevate. Non è stato possibile durante il prelevamento impedire che parte delle lacrime fos­sero asciugate dagli astanti. In tutto è stato portato in Laboratorio poco più di un cm3 di liquido. Il fenomeno, durato circa quindici minuti, da quando l'effige è stata messa fuori dal cassetto, non si è più ripetuto e non è stato possibile quindi di avere altro materiale per l'esame. «È da notare che l'esame con lenti di ingrandimento degli angoli interni degli occhi non ha fatto rilevare nessun poro o irregolarità della superficie dello smalto. La parte di apparente maiolica dell'effigie è stata staccata dal vetro nero di supporto e si è potuto notare che la immagine è costituita da uno spessore di gesso vario da 1 a 2 centimetri circa, ver­niciato a colori vari all 'esterno e grezzo all 'interno, dove mostra una superficie irregolare bianca che al momento del­l'esame si mostrava completamente asciutta. «Firmano quali membri della Commissione incaricata: Dott. Michele Cassola, Dott. Francesco Cotzia, Dott. Ing. Luigi D 'Urso, Parroco Rev. Giuseppe Bruno. «Erano presenti pure: il Commissario di P.S5. dott. Samperisi Nicolò, il prof  Greco Pasqualino da Floridia, il dott. Bertin Roberto, Chimico, il brigadiere di P. S. Ferrigno Umberto, il Ten. Col. Giovanni Grasso, Comandante il Presidio militare di Siracusa ed il Ten. Col. Carmelo Romano, ufficiale superiore del Presidio». «I primi quattro firmatari tanto attestano, prestando giu­ramento, sui SS. Vangeli, di dire tutta la verità e soltanto la verità». «In fede Siracusa, 9 settembre 1953. Parroco Giuseppe Bruno».
 Segue la relazione analitica del liquido sgorgato dagli occhi della Madonnina.
PRECISAZIONI E CONSIDERAZIONI

Il liquido in esame si presenta leggerissimamente opale­scente e contiene minutissimi corpuscoli lievemente giallastri. La quantità di liquido da porre in esame è all 'incirca un cen­timetro cubico e non consente alcuna macro-reazione chimica. Si ricorre quindi a una serie di microreazioni orientative con prove di confronto su acqua distillata, su acqua di fonte e su sierofisiologico (soluzione di cloruro di sodio al 9 per mille); inoltre vengono eseguite alcune reazioni specifiche e fondamentali relative alle ricerche chimico-fisico-biologiche in confronto di secreto lacrimale di adulto (prelevato al dott. Cassola dal dott. Cotzia) e secreto lacrimale di un bambino di anni due e mesi sette, appartenente allo Asilo Nido di Siracusa: Galeota Giuseppe di Santo - Via Molo. Le microreazioni chimiche vengono inoltre vagliate a vario ingrandimento al microscopio, con l'osservazione del­l'intero campo della reazione chimica, determinando lo aspetto del precipitato, sempre raffrontato con preparati da reazioni di confronto come suddetto. A tale scopo le reazioni si sono preparate in vetrini porta­oggetti da microscopio, ben puliti e dopo la osservazione oculare, cioè ad occhio nudo, si è iniziata la osservazione microscopica, (previa apposizione del vetrino copri-oggetto), confortata dalle prove di comparazione sui liquidi già detti e sulle lacrime secrete dai soggetti umani, prelevati come dianzi detto, in Laboratorio. L 'osservazione delle varie reazioni venne controllata da ciascun membro della Commissione e l'osservazione visiva venne confortata da una accurata valutazione e coordinazio­ne sia tecnica che scientifica di quanto era stato constatato. Le microreazioni eseguite si sono altresì limitate a quelle ricerche caratteristiche e relative alla composizione della materia che costituisce il rilievo della «Madonnina».

PROCEDIMENTO ANALITICO
Determinazione della reazione.
La determinazione della reazione si è eseguita mediante le cartine speciali per la ricerca comparativa del P.H., ottenendo P.H. =6,9.
Reazioni eseguite.
Le micro-reazioni sono state eseguite prelevando il liquido in esame con ansa di platino assoutamente pulita, i reattivi si sono posti sui vetrini pure con altra ansa di platino ben pulita alla fiamma.
Ricerca di solfati
Liquido in esame addizionato a nitrato di bario: non ha dato luogo alla formazione di alcun precipitato:
Assenza di solfati.
Liquido in esame addizionato con acido cloridirico: non si è ottenuta alcune effervescenza:
Assenza di carbonati.
Liquido in esame addizionato a solfocianuro di potassio: non si è ottenuta la caratteristica colorazione rossa denotan­te il ferro:
Assenza di ferro.
Liquido in esame addizionato a piroantimoniato di potas­sio: precipitato bianco cristallino caratteristico del piroanti­moniato sodico:
Presenza del sodio.
Presenza già rile­vata alla fiamma mediante un filo di platino umettato del liquido in esame, dando luogo alla intensa colorazione gialla del sodio in fiamma ossidante. Anche il calcio è risultato assente, perché non si è osservata alla fiamma ossidante alcuna colorazione rosso aranciata. Liquido in esame addizionato a nitrato di argento in ambiente di acido nitrico: Precipitato bianco caseoso con lieve tendenza al giallo, stabilizzandosi nel caratteristico precipitato grossolanamente fioccoso, dalla formazione di cloruro di argento denotante la presenza di cloro. La lieve anomalia della colorazione del precipitato con noduli amorfi riscontrati all'osservazione microscopica (noduli amorfi di aspetto nerastro), ha dato luogo ad una discussione scientifico-tecnica tra i componenti la Commissione, che oltre a ripetere il saggio, hanno eseguito prove di confronto sia in soluzione fisiologica, che in acqua di fonte, osservando la caratteristica dell 'aspetto del precipitato di cloruro di argento, sempre sotto il campo del microscopio senza peraltro rilevare in alcune di esse nè la caratteristica colorazione, nè i nuclei amorfi di aspetto nerastro. Si ricorre quindi al confronto della reazione sul secreto lacrimale di adulto riscontrando analogo precipitato con nuclei morfi di aspetto nerastro. La stessa reazione viene ancora ese­guita sul secreto lacrimale del bambino sopramenzionato e ha dato luogo alla precipitazione più abbondante che nei due saggi precedenti, ma di aspetto più bianco e meno ricco di noduli amorfi di aspetto nerastro. Ora, poiché nel secreto lacrimale, oltre alla presenza del cloruro di sodio sono presenti piccolissime particelle di pro­teine o sostanze analoghe sempre del tipo quaternario, cioè formate da carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto; si può con­cludere che per quanto riguarda questo saggio, vagliato e controllato, il nitrato di argento dà luogo alla formazione di proteinato di argento solubile anche in presenza di cloruro di sodio e di acido che in rapporto alla quantità presente favori­sce la colorazione che può andare dal giallo tenue al giallo-bruno ed anche al bruno-intenso, a seconda della quantità di sostanza proteica. Nella composizione proteinica (quaternaria) asportata da un liquido escretore, quale è il secreto lacrimale, è possibile la presenza, per affinità conduttiva e di composizione, di nuclei amorfi quali eventualmente gli urati alcalini (quater­nari anch 'essi) che determinano, in presenza di argento, la formazione di un composto di aspetto nerastro come i nuclei riscontrati sia nel liquido in esame che nei due secreti lacri­mali umani, e che maggiormente si riscontrano nel secreto dell 'adulto e, specie in quest'ultimo, la colorazione giallina del precipitato del cloruro di argento. Si verrebbe pertanto a presumere che non si riscontrano sostanze solubili ed elementi di composizione della materia di cui è composta la «Madonnina», ma il liquido in esame risulterebbe costituito da una soluzione acquosa di cloruro sodico in cui si nota la presenza di tracce di proteine e nuclei di formazione di composti d'argento di sostanze escretorie del tipo quaternario, ugualmente riscontra te nei secreti umani di confronto sottoposti all 'analisi.

CONCLUSIONI
In definitiva, 1'aspetto, 1'alcalinità e la composizione inducono a far ritenere il liquido esaminato di analoga com­posizione del secreto lacrimale umano. Siracusa, 9 settembre 1953.
                 firmato: Dr. Michele Cassola, Direttore ff. della Sezione Micrografica del Laboratorio Provinciale.
Dr. Francesco Cotzia, Assistente Sezione Micrografica Laboratorio Provinciale, Siracusa.
Dr. Prof. Leopoldo La Rosa, Chimico igienista.
Dr. Mario Marletta, Medico Chirurgo.
Il sottoscritto Parr. Giuseppe Bruno attesta di avere assi­stito alle prove di esame praticate sul liquido, di cui nella 4 presente relazione, e di avere ricevuto il giuramento, sui SS. Evangeli, dei firmatari, che hanno alla mia presenza sottoscritto. In fede
Giuseppe Bruno Parroco di S. Tommaso Ap. – Siracusa

La relazione giurata, presentata alla Curia Arcivescovile di Siracusa, circa l'analisi delle lacrime della Madonnina di gesso, eseguita il giorno 1 e 2 Settembre 1953, e la relazione analitica del liquido sgorgato dagli occhi della Madonnina in Via degli Orti 11 in Siracusa, in data 17 Ottobre 1953 sono state depo­sitate presso il Tribunale Ecclesiastico di Siracusa dal Dott. Michele Cassola. E qui mi piace ricordare quanto il 24 Agosto 1966 il Dott. Tullio Manca a Camaldoli mi confidò: al momen­to della lacrimazione della Madonnina lui era il medi­co curante della Antonietta Giusto. Ha visto lacrimare la Madonna e per assicurarsi mise le dita negli occhi, se le bagnò di lacrime e istintivamente si asciugò nel fazzoletto, che purtroppo perdette per averlo dato ad una ammalata. È una testimonianza ma è bene conoscere che il 25 Settembre il Tribunale speciale ecclesiastico costituito con decreto arcivescovile del 22 Settembre 1953 iniziò i suoi lavori per l'esame del fatto della lacrimazione del­l'immagine del Cuore Immacolato di Maria in via degli Orti. Furono citati ed ascoltati sotto la santità del giura­mento ben 201 testimoni oculari, i quali tutti hanno attestato la realtà storica del fatto della Lacrimazione del Cuore Immacolato di Maria in via degli Orti. È a tutti nota l'eco che il prodigioso miracolo delle Lacrime di Maria ebbe in ogni categoria di persone in Città, mentre la notizia per le vie della stampa e della radio raggiungeva anche paesi e regioni lontane. Via degli Orti divenne luogo di preghiera, mentre file interminabili di pellegrini, sani e malati, accorrevano da ogni parte fra canti e invocazioni. Ho potuto segui-re giorno per giorno, direi ora per ora, vere folle di fedeli che venivano ad implorare grazie ai piedi della Madonnina. Un sentimento unanime di commozione toccava i cuori di tutti e li spingeva decisamente a penitenza. Nella Chiesa Parrocchiale del Pantheon, assai  vicina al luogo della Lacrimazione, arrivavano ad ondate continue i pellegrini che chiedevano di confessarsi tutti. I Sacerdoti non bastavano e le forze non reggeva­no più. La vita normale della Parrocchia fu come tra­volta da questa nuova, urgente esigenza: confessare, comunicare i pellegrini che giungevano da ogni parte e con ogni mezzo. Anche la Parrocchia di S. Lucia al Sepolcro si trovò di fronte à questo problema  e tutti i Padri furono impe­gnati per le confessioni, senza sosta e a tutte le ore. Quando nell'Udienza concessa il 6 Marzo 1959 all'Arcivescovo di Siracusa e ad alcuni membri del Comitato il S. Padre Giovanni XXIII chiese con ansia tutta paterna: «Si nota un miglioramento spirituale nel popolo?», ebbi la fortu­na di potere rispondere in questi termini: «Il miglioramento c'è, ma non si manifesta in  forma di esaltazione religiosa, bensì in un processo lento e gra­duale, in cui è chiaro il lavoro della Grazia». Ed il S. Padre aggiunse, vivamente soddisfatto: «Questo è buon segno». Da dove partì il primo pellegrinaggio organizzato per recarsi ai piedi della Madonnina in Via degli Orti? Partì dal Pantheon. Nel pomeriggio del sabato 5 Settembre 1953, alle ore 18,30, viene guarita la piccola Enza Moncada, di anni 3 e mezzo, abitante in Via della Dogana 8. La gioia è grande. Come non ringraziare la Madonna per tanta benevolenza verso la nostra Parrocchia? Fu così che la Domenica seguente, il 6 Settembre, dopo la Messa dei Fanciulli, il Parroco con le catechiste hanno guidato ben 90 fanciulli del Pantheon in Via degli Orti, con in testa una umile croce, quella stessa che la Parrocchia ora ha donato al Santuario come ricordo sto­rico del I° Pellegrinaggio del mondo ai piedi della Madonnina. Una bella foto della rivista «Epoca» ce ne offre chiara documenta­zione. Enza Moncada, all'età di un anno era stata col­pita da paralisi infanti­le. Le cure praticate non avevano dato esito alcuno. Fu portata, a furia di stenti, ai piedi della Madonnina. Dopo qual­che minuto il popolo grida a gran voce: «Viva Maria! Miracolo!». La bimba con la sua manina, già inerte, salutava «ciao» alla Madonnina. Saluta ancora ripetutamente la folla, fremente di commozione. Mi fu portata subito nell'Ufficio Parrocchiale del Pantheon. Articolava la manina con occhi pieni di stu­pore e girava e rigirava il braccio, meravigliata. La nostra Parrocchia formulò il voto di offrire ogni anno alla cara Madonnina 4 grandi ceri, recandoci in pelle­grinaggio ai suoi piedi. Il voto è stato puntualmente adempiuto il 28 Agosto di ogni anno (apertura delle Celebrazioni) ininterrottamente con imponente mani­festazione di fede popolare, fino a quando ci è stato consentito dalle situa­zioni emergenti. Il 7 Settembre in via degli Orti mi viene incontro la Signora Anna Vassallo Gaudioso. Ci conoscevamo assai bene fin dal 1936, anno in cui, novello Sacerdote, fui destinato Vicario Coope­ratore presso la Chiesa Madre di Francofonte. La ricordo pallida e stan­ca, col volto rigato di lacrime, ai piedi della Madonnina  esposta ancora presso Casa Lucca. La accompagnava, confuso e commosso, il marito Dott. Salvatore Vassallo, il quale in breve mi espose le penose condizioni di salute della Signora Anna. L'aveva accompagnata a Siracusa, dalla Madonnina, per farla contenta... «Padre - mi disse la Signora Anna, sempre prostrata ginocchioni a terra davanti all'Immagine, fiorita come per incanto - non per me chiedo che la Madonna mi conceda la guarigione, ma per mio marito. Preghi anche Lei per me». Mi chiese un pezzettino di bambagia con le lacrime della Madonna. Non ne avevo; le promisi di dagliene un pezzettino che aveva veramente toccato la prodigiosa Immagine. Ritornò nel pomeriggio del giorno 8 per ricevere da me il coto­ne promesso. La riassicurai dicendo che lo avevo già per lei preparato in uno scatolino di plastica a casa mia. Poteva andare. Venne così l1indomani giorno 9 in Canonica e poi­chè io mi trovavo fuori fu la mamma mia a consegnar­le il desiderato cotone che aveva toccato la sacra Immagine della Madonnina. Col cuore fiducioso e confortata fece così ritorno a Francofonte. Quando si sentì guarita venne ancora a trovarmi in Casa Canonica. Era come fuori di sè per la commozione e la gioia. Mi ripetè più volte: «Padre Bruno, la Madonna mi ha esaudito, sono guarita, mi creda». La mia prima impressione fu che la Signora Anna, poveret­ta, era un po' esaltata. Cercai di calmarla, ma quella non si stancava di comunicarmi la sua gioia. Finalmente mi disse: «Padre, c'è qui pure mio marito, che aspetta; siamo venuti insieme a ringraziare la Madonna». Fu così che il Dott. Salvatore Vassallo mi raccontò tutto e si dichiarò pronto a documentare la straordinaria guari­gione della Signora. Cosa che poi fece nella maniera più esauriente. Il 5 Settembre 1953 il Signor Ulisse Viviani, Procuratore della Fabbrica di Bagni di Lucca che sotto l'insegna di Ditta ILPA aveva prodotto e messo in com­mercio la statuina della Madonna, donata alla Giusto, aveva appresso da una lettera del Signor Salvatore Floresta, titolare dell'emporio sito in Corso Umberto I 28 in Siracusa, che una delle due Madonne acquistate da lui il 30 Settembre 1952 avesse versato dagli occhi vere lacrime umane. Fu così che il Viviani e lo scultore Amilcare Santini corsero a Siracusa per rendersi conto di presenza di un fatto così sconvolgente. Si recarono in Via degli Orti, ma subito dopo, guidatidal Floresta Ugo vennero nel mio Ufficio Parrocchiale del Pantheon, dove, su mio invito, furono ben lieti di fare la seguente dichiarazione:
«Il Signor Ulisse Viviani, procuratore della Ditta, abitante in Bagni di Lucca in Via Contessa Casalini 25, il Signor Amilcare Santini scultore, abi­tante a Cecina (Livorno) in Via Aurelia 137 e il Signor Domenico Condorelli rappresentante della Ditta per la Sicilia, abitante a Catania in Via Anfuso 19, sono venuti in Siracusa e osservata attentamente la Madonnina piangente hanno con­statato e dichiarano che l'immagine è tale e quale uscita dalla fabbrica, nessuna manomissione od alterazione di sorta è stata in essa praticata. «In fede sottoscrivono la presente giurando sui SS. Vangeli alla presenza del Parroco Giuseppe Bruno in Siracusa, il 14 Settembre 1953».
Scritta, giurata e sottoscritta nella mattinata. Il 19 Settembre 1953, alle ore 18 di sabato, il qua­dretto della Madonna delle Lacrime fra una marea di popolo osannante e implorante veniva trasferito in Piazza Euripide e collocato in maniera dignitosa in una stele eretta sullo sfondo di Casa Carani. Qui mi piace ricordare, e non è senza significato, che la stele fu donata dalla Impresa Atanasio & Maiolino, che in quel periodo eseguiva i lavori di costruzione dell'Opera parrocchiale Maria SS. Regina di Fatima in Viale Ermocrate. L'Ing. Attilio Mazzola, che era il Direttore Tecnico della Ditta, elaborò un suo progettino per una stele a forma di pagoda, ma non fu accettata. Prevalse invece il disegno dell'Ing. Adolfo Santuccio, Capo dell'Ufficio Tecnico del Comune. Il luogo prescelto era stato indicato dal Dott. Francesco Atanasio che aveva a tempo fatto un sopraluogo in mia presenza. Avuto il benestare di Mons. Arcivescovo e del Sindaco la Ditta si mise subito al lavoro, che fu esegui­to nella stessa Piazza Euripide fra l'entusiastico inte­ressamento del popolo. La pietra bianca fu prelevata da una cava del terri­torio siracusano (Canicattini Bagni o Palazzolo Acreide) mentre il lavoro di intaglio fu eseguito gratui­tamente dai Signori Salvatore Maiolino, Giuseppe Atanasio, Vincenzo Santuccio e Cecè Saccuzza. Il Sindaco Dott. Alagona, a lavoro ultimato, a tempo di record, inviò alla Ditta una lettera di cordiale com­piacimento e ringraziamenti. Il Cav. Giuseppe Prazio offrì a sua volta i lavori in metallo per custodire la Sacra Immagine. Piazza Euripide divenne così il grande centro di culto per innumerevoli pellegrini che accorrevano ai piedi della cara Madonnina da ogni parte del mondo. E questo durò fino a quando potè essere allestita la Cripta del grande Santuario che avrebbe testimoniato al mondo la fede del nostro popolo.

RADIOMESSAGGIO DI PIO XII AI SICILIANI

All'unanime giudizio espresso dall'Episcopato della Sicilia (12 dicembre 1953) che dichiara «non potersi mette­re in dubbio la realtà del fatto della Lacrimazione» e che ne propone la prima autorevole interpretazione, segue, a meno di un anno, l'inaspettato Radiomessaggio di Papa Pio XII (17 ottobre 1954) che trasforma il silenzioso scor­rere del pianto di Maria in un messaggio profetico. Ecco un significativo brano:
«Ora, se tanto ardente e radicata è la devozione a Maria nel popolo di Sicilia, chi potrebbe meravigliarsi che Ella, secondo quanto ci è stato riferito dai vostri degnissimi Presuli, abbia scelto una vostra illustre città per dispensare in questi ultimi tempi segnalatissime grazie? Certamente questa sede Apostolica non ha finora in alcun modo manifestato il suo giudizio intorno alle lacrime che si dissero sgorgate da una sua effige in un umile casa di lavoratori; tuttavia non senza viva commozione prendemmo conoscenza della unanime dichiarazione dell'Episcopato della Sicilia sulla realtà di quell'evento. Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre nè dolore nè mestizia; ma Ella non vi rimane insensi­bile, chè anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano, cui fu data per Madre, allorchè dolorosa e lacriman­te sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliuolo. Comprenderanno gli uomini l'arcano linguaggio di quel­le lacrime? Oh le lacrime di Maria! Erano sul Golgota lacri­me di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i pec­cati del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l'errore e la colpa hanno spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la maestà divina? O sono lacri­me di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio? A voi spetta di cooperare con l'esempio e con l'azione al ritorno dei profughi alla casa del Padre e di adoperarvi affin­chè si chiudano al più presto le brecce aperte dai nemici della religione nella vostra isola, fatta oggetto di cupido assedio».

COMUNICATO DELL'EPISCOPATO SICULO A RIGUARDO DELLA «MADONNA DELLE LACRIME»

«I Vescovi di Sicilia, riuniti ieri per la consueta Conferenza in Bagheria (Palermo), hanno ascoltato l'ampia relazione dell'Ecc.mo Mons. Ettore Baranzini, Arcivescovo di Siracusa, circa la "lacrimazione" della immagine del Cuore Immacolato di Maria, avvenuta ripetutamente nei giorni 29 - 30 - 31 agosto e 1 settembre di quest'anno, a Siracusa (via degli Orti n. 11), vagliate attentamente le rela­tive testimonianze nei documenti originali, hanno concluso unanimemente col giudizio che non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione. «Fanno voti che tale manifestazione della Madre Celeste ecciti tutti a salutare penitenza ed a più viva devozione verso il Cuore Immacolato di Maria, auspicando la sollecita costruzione di un Santuario che perpetui la memoria del prodigio.
Palermo, 12 dicembre 1953.
+ Ernesto Cardinale Ruffini Arcivescovo di Palermo»

COMMENTO DI S. E. MONS. BARANZINI AL COMUNICATO

«Salga la nostra più devota riconoscenza al Cuore Immacolato di Maria, Madonna delle Lacrime, che ha ispirato al Ven. Episcopato Siculo di emanare questo importante comunicato e siamo pure gratissimi a Sua Eminenza Rev.ma il Card. Arcivescovo Ruffini e a tutti gli Ecc.mi Vescovi di Sicilia per il loro atto che ci riem­pie di gaudio e di commozione. «Rimangono ancora sub iudice le molte guarigioni che si asseriscono e che la Commissione speciale medi­ca sta vagliando attentamente. «Ma giova notare che non si pretende che ciascuna guarigione importi un intervento miracoloso, giacchè è proprio del miracolo il carattere eccezionale e il mira­colo deve essere seriamente constatato e in ciò si ammira la grande prudenza della Chiesa. «Tuttavia non si può negare che molte guarigioni corporali sono grazie segnalate da attribuire alla inter­cessione della cara Madonna. Ci conforta l'aggiungere che molteplici sono le grazie di guarigioni spirituali, note più a Dio che agli uomini. «Mentre protestiamo tutta la nostra umile sottomis­sione alle venerate disposizioni che potrà dare in avve­nire la Santa Sede, sia nostro impegno di fare tutto convergere alla maggior gloria di Dio, a incremento della devozione alla Vergine Santa ed al vero bene delle anime nostre. «Fecondo di grazie e di benedizioni sia per tutti il Santo Natale e la Madre divina Immacolata in questo anno Mariano ci faccia crescere nell'amore e nella fedeltà al suo Gesù.
Siracusa, 16 dicembre 1953. + Ettore Arcivescovo di Siracusa Vescovo di Ragusa»

L'auspicio dell'Episcopato siculo per una "sollecita costruzione di un Santuario che perpetui la memoria del prodigio" si avvia a felice realtà. Il Santuario, oltre che da una parte superiore, è anche costituito da una parte inferiore: la Cripta, la cui costruzione è iniziata nel 1966 e si è conclusa nel 1968. La Cripta fu "consacrata" il 28 Agosto 1968 da Mons. Giuseppe Bonfiglioli, Arcivescovo di Siracusa, successore di Mons. Ettore Baranzini (morto il 6 Marzo 1968). Il rito solenne iniziò alle ore 18.30 e durò circa due ore. Il 29 agosto 1968, alle ore 18.00, iniziò la traslazione solenne della prodigiosa Immagine della Madonna delle Lacrime da Piazza Euripide alla Cripta del Santuario. Le cronache del tempo descrivono la parte­cipazione della gente calcolando la presenza di decine di migliaia di persone. L'Immagine della Madonna è rimasta nella Cripta fino al gennaio del 1987, data di inizio dei lavori di completamento del Santuario. Nella Cripta si trovano diverse cappelle: due sono adibite al sacramento della Riconciliazione; altre otto sono arricchite da artistiche icone in mosaico. L'Istituto Artistico Mèilini di Firenze ha realizzato i mosaici delle cappelle: Sacra Famiglia, S. Lucia, S. Agata, San Corrado, San Francesco.
La scuola Beato Angelico di Milano, ha realizzato la cappella di S. Pietro e S. Paolo e quella del SS. Sacramento. L'Arte Musiva di Milano la cappella del Crocifisso.

Sacra Famiglia
In questa cappella si presenta l'esempio della fami­glia di Nazareth come modello per ogni famiglia, infatti Maria ha pianto all'interno di un nucleo familiare per invitarci a creare famiglie che vivano secondo il Vangelo.

Santa Lucia
Non poteva mancare un significativo riferimento alla Patrona di Siracusa, dove si trovano il Sepolcro e il luogo del martirio; ella è morta martire nel 304 d.C. per dare testimonianza di fedeltà a Cristo; nel mosaico della cappella, sono stati evidenziati alcuni elementi della tra­dizione attraverso dei simboli (la palma ricorda il marti­rio, gli occhi ricordano che è protettrice della vista, i buoi che cercano di tirarla ricordano che nemmeno la forza più bruta può trascinare chi ha una fede forte).

Sant'Agata
Patrona della vicina città di Catania, anch'essa è morta martire, nel 251 d.C.. Anche qui vi sono dei sim­boli (la palma ricorda il martirio, le cesoie ricordano che fu martirizzata con il taglio del seno).

San Corrado
Patrono della vicina diocesi di Noto, era un nobile ricco di Piacenza. I simboli, presenti nel mosaico, descri­vono elementi della tradizione: il fuoco ricorda che per catturare più selvaggina fece scoppiare un incendio che divampò e distrusse case e fienili, di ciò incolparono un altro; ma egli poi si fece carico del suo errore riparando con i suoi beni; divenne eremita e peregrinò in vari luo­ghi fino a che giunse a Noto. Il fiume e le rocce ricorda­no la valle di Noto; le colombe e il cervo ricordano che viveva a contatto con la natura; il libro e il rosario ricor­dano che pregava molto.

S. Pietro e S. Paolo
Sono due grandi personaggi, due apostoli e due colonne portanti della Chiesa Pietro è legato alla storia siracusana poiché, nel periodo in cui si trovava come vescovo ad Antiochia, inviò a Siracusa come primo vescovo Marciano, suo discepolo. Pietro è una figura importante per il ruolo che Gesù gli ha affidato quale capo della Chiesa, le chiavi rappresentano il dono di poter aprire e chiudere le porte del regno dei cieli. Lungo la figura di Pietro vi è una croce capovolta che indica il modo in cui egli si fece crocifiggere perché non si riteneva degno di mori­re come il suo Maestro. Paolo si fermò tre giorni a Siracusa insieme con Luca, durante il viaggio che lo doveva condurre a Roma per essere processato (At 28,12). Nel mosaico il simbolo è la spada: unica arma di Paolo era la parola di Gesù "più tagliente di una spada a doppio taglio".

San Francesco
Il Patrono d'Italia, nel mosaico, è rappresentato con i simboli del lupo e dell'agnello, per ricordare il mira'colo del lupo di Gubbio. Sullo sfondo c'è la Porziuncola, chiesetta dedicata alla Madonna; la città rappresentata sullo sfondo è Assisi.

Cappella del Crocifisso
Con questo mosaico è descritto l'avvenimento che si svolge sotto la croce: si dilata la maternità di Maria per abbracciare tutti gli uomini come figli, li rappre­sentati dal discepolo Giovanni. La lacrimazione a Siracusa è la prova che Maria ancora oggi continua a svolgere il suo ruolo materno verso di noi.

Cappella del SS. Sacramento
Qui le figure rappresentate non hanno contorni ben definiti, tutto è sfumato, perché queste immagini non devono suscitare la preghiera dei fedeli, poiché il cuore di tutto, verso cui deve volgersi la preghiera, è il tabernacolo con la presenza di Gesù Eucarestia. L'immagine in ginocchio è S. Margherita Alacoque, una suora cui più volte apparve Gesù (l'altro perso­naggio raffigurato a sinistra nel mosaico). Gesù mostra il cuore, simbolo del suo amore. Tutto è avvolto in un vortice colorato che parte dal Tabernacolo (a forma di diamante); si vuole così esprimere la realtà nella vita della Chiesa: l'amore di Gesù Eucarestia attira, come un vortice, tutti a sé.

IL SANTUARIO

Fu compito dell’allora arcivescovo Mons. Calogero Lauricella avviare e condurre, pur fra tante prove, con fede, prudenza ed equilibrio i lavori della parte superiore del Santuario. La sera del 5 novembre 1994 S. E. l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Costanzo preleva il quadretto della Madonna dalla Cripta e lo sistema definitivamente fra candidi marmi nell’apposita edicola sovrastante l’Altare del Santruario. Per l’evento del pianto di Maria a Siracusa, il sigillo più autorevole è stato il momento della visita del Papa (6-11-1994) che ha “dedicato” alla Madonna delle Lacrime il Santuarioe ne ha consacrato il significato e il ruolo: “Santuario della Madonna delle Lacrime; sei sorto per ricordare alla Chiesa il pianto della Madre”.
Alla dedicazione era presente una folla di oltre cinquemila persone, che hanno partecipato con commozione e grande raccoglimento; vi erano anche i testimoni della Lacrimazione della Madonna, alcuni miracolati, i protagonisti della costruzione del Tempio, le autorità regionali e locali. Hanno concelebrato con il S. Padre Giovanni Paolo Il, tutti i Vescovi di Sicilia con il Card. Salvatore Pappalardo. C'erano, inoltre: il neo Cardinale Fumo; l'Arcivescovo Mons. Giambattista Re, Sostituto della Segreteria dello Stato del Vaticano; Mons. Monduzzi, Prefetto della Casa Pontificia; i Nunzi Apostolici del Brasile, Mons. Rapisarda e della Colombia, Mons. Romeo, entrambi siciliani. Vi erano circa 200 sacerdoti. L'Arcivescovo di Siracusa, Mons. Giuseppe Costanzo, ha indirizzato al S. Padre un saluto riverente ed ha illustrato le caratteristiche del santuario, conse­gnando simbolicamente la chiave della chiesa. L'omelia del Papa è stata straordinariamente ricca di elementi preziosi per comprendere il messaggio delle Lacrime di Maria; certamente resta il punto di riferimento più autorevole e completo per interpretare, attraverso il Magistero della Chiesa, il silenzioso pianto della Madre. Questa suggestiva creazione pensata ed ideata con la finalità di divenire "clinica dello spirito" vuole accogliere i numerosi pellegrini che giungono da ogni parte del mondo. Il Santuario, che si eleva maestoso e denso di miste­ro su tutto il centro urbano siracusano, è il risultato di un progetto realizzato da due architetti francesi Michel Andrault e Pierre Parat; ne hanno, invece, curato la costruzione strutturale gli ingegneri: Prof. Riccardo Morandi e Prof. Paolo Emilio Pinto di Roma. Il 29 giugno del 1955, fu diffuso il bando di concor­so internazionale per il progetto e nel 1957, Mons. Ettore Baranzini, Arcivescovo di Siracusa, su proposta della commissione internazionale, dichiarò vincitore l'attuale progetto su 100 provenienti da 17 Nazioni. Elemento determinante per l'imponenza che con­traddistingue il Santuario è sicuramente la sua altezza che è di circa 102 metri. Particolarmente degna di nota è la sua forma, poiché soggetta a varie interpretazioni. Gli architetti si propone­vano di realizzare strutturalmente il concetto ed il senso di elevazione dell'umanità verso Dio. Infatti, la pianta con la sua circolarità vuole rappresentare l'umanità, che man mano, grazie all'innalzarsi dei costoloni e l'aumen­tare dell'intensità della luce, si protende verso Dio. Altri significati attribuiti alla sua forma furono quelli di: - faro, identificabile con Maria che conduce verso il porto che è Gesù; - tenda, entro la quale Maria accoglie i suoi figli; - lacrima che scende dall'alto. Tornando all'interno, è da esaminare l'immensa e solenne "aula", interamente pavimentata con marmi pregiati che riproducono una stella: Maria stella mat­tutina che annuncia il sole che sorge, Gesù. La circolarità dell'unico immenso ambiente trova unità e convergenza armonica, per lo sguardo del pelle­grino, nel bianco del marmo pregiatissimo "Lasa" che fa emergere un insieme, quasi un monobiocco, che si eleva piano su piano e gradino su gradino fino all'alta­re e alla parete che da quest'ultimo si allontana per custodire e presentare la grande teca, dai bordi d'ar­gento, dentro cui è custodita la prodigiosa Immagine della Madonna delle Lacrime. Altro elemento è il Crocifisso, opera dell'artista Francesco Scialfa, che lo ha intitolato il "Cristo della Luce"; infatti dalle mani, dai piedi, dal capo, si sprigionano dei fasci di luce, una luce che richiama l'evento della risurrezione. Proprio al di sotto del crocifisso è posto l'altare, creato da Giancarlo Marchese; la base dell'altare, inte­ramente in bronzo, è suddivisa in quattro pannelli che riproducono alcune scene tratte dall'Apocalisse. Gli elementi che risaltano sono: 1. il trono; 2. la nuova Gerusalemme; 3. l'Agnello, e a destra, l'albero della vita; 4. la colonna, e a destra, il rotolo. L'opera di Marchese ha per titolo "Nuovi cieli, Nuova terra" poiché si prefigge di esprimere la con­clusione della storia e il ritorno di Gesù. Un maestoso portone di bronzo accoglie i fedeli, opera dello scultore Giacomo Albano, che ha voluto rendere soggetto del suo lavoro la porta di un ovile: Gesù è, infatti, la porta che conduce al Padre (Gv 10, 7ss). In cima al Santuario, si può osservare una statua della Madonna, in bronzo dorato, che riproduce per intero l'immagine del quadretto che ha pianto. E' stata progettata da Francesco Caldarella con le braccia pro­tese verso l'ingresso principale, come per accogliere i suoi figli, nella casa del Padre.

PREGHIERA DI GIOVANNI PAOLO Il ALLA MADONNA DELLE LACRIME

Madonna delle Lacrime, Madre nostra addolorata, Tu ci hai aperto il Tuo cuore, scegliendoci come destinatari e custodi delle Tue Lacrime. Il Tuo pianto, o Madre, segno del tuo dolore, è reliquia del Tuo amore e pegno della Tua intercessione. Prega per noi il Padre delle misericordie, perchè tocchi i nostri cuori induriti, pieghi le volontà ribelli, ci scuota dal torpore spirituale, ci converta al suo amore fedele. Con le Tue Lacrime intercedi, o Madre, presso il Tuo Figlio, perchè guardi con bontà alle nostre lacrime: nell'attesa che siano asciugate per sempre, Egli le raccolga perchè non vadano perdute, le custodisca come perle nel suo cuore, le trasformi in dono di redenzione. Chiedi, o Vergine Santa, allo Spirito d'Amore, che inondi di luce di grazia i tuoi figli, perchè vedendo la turpitudine del peccato, versino lacrime di compunzione; rispondendo con docilità al Maestro interiore, anelino con amore grande alle vette della santità: imitando la tua carità sollecita, sappiano condividere e asciugare il pianto dei fratelli. O Madre, veglia su questa Città e sulla Diocesi che ti onora con questo Tempio, benedici tutti coloro che si affidano alla Tua protezione, libera l'Italia, l'Europa,  il mondo intero dal flagello della guerra, ottieni all'umanità la sospirata pace e l'universale fraternità. Amen.

Mons. Bruno 

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