Oggi come oggi, che non è ieri
come ieri, la cosa farebbe ridere! Ma se per un attimo si pensa agli anni ’50…
verrebbe da ridere lo stesso lo so! Noi ragazzini 13-14 anni vivevamo le prime
emozioni d’amore, quelle vere. Oggi c’è internet, facebook e tutti quei siti
che con un clic trovi compagnia, nel periodo della mia fanciullezza bisognava
prendere il coraggio a due mani e fermare per strada una ragazzina. “Signorina”
così si ci presentava anche se lei aveva 12/13 anni, “permette una preghiera?”
questa era una delle prime frasi, le altre: Signorina dal primo momento che
l’ho vista…. Permette che l’accompagno? Etc. Le ragazzine, anche quelle più
timide, erano spirtulidde e alla domanda “signorina permette una preghiera” a
morti subitanea rispondevano “’A jssi a falla a’ Madonnina!” che nell’agosto
del 1953 in via degli Orti la Madonnina di Siracusa aveva lacrimato. Altro
sistema consegnare un bigliettino; io scrivevo bigliettini per tutti coloro i
quali me lo chiedevano, con il risultato ca iddi si facevanu ziti e ju taliavu
i muschi passiari…
Una sera d’inverno del 1957, ero
con l’inseparabile amico di sempre quando sopraggiunse un altro compagnetto che
ci propose d’andare con delle ragazzine a passeggiare e se fosse andata bene a
limonare… Ma quannu mai??? Io e il mio amico lo prendemmo in giro e vista la
sua insistenza accettammo. Ci portò in Ortigia e ci sedemmo sullo scalino di un
portone appresso al cinema Diana e dopo dieci minuti d’attesa venne lei, una
ragazzina con capelli scuri e occhietti neri vivaci, lui la invitò a chiamare
due sue amichette e saremmo stati in compagnia. Lei mi volse lo sguardo e
disse: “Va bene, però ju voju a chistu!” e mi indicò…
Apriti cielo e sprofondati terra!
Per il fatto che ero di una timidezza che non ci sono paragoni, era bella ed
ero già preso… Quella sera non si fece nulla perché le amichette non uscirono;
ma da quel momento tutti i giorni passavo e ripassavo da casa sua, mi fermavo
al baretto a prendere un cono e lei entrava, non sapevo dirle nulla, ma la
birichina passando strusciava o mi dava un pizzicotto etc.
Una sera d’ottobre la vidi sola
soletta fuori zona, trovai il coraggio e la chiamai e lei si fermò. Dove stai
andando? – le chiesi – Sono scappata di casa …- la risposta! Non trovai di
meglio che dirle “Anch’io!” e a piedi ci stavamo dirigendo verso un lido vicino
Siracusa, quando mi sono accorto che ci seguiva un mio coetaneo in bicicletta,
presi una decisione assurda la portai a casa mia.
Abitavo al Molo San Antonio e mio
padre era custode dell’ex Stazione Sanitaria Marittima e dell’ex Ospedale (oggi
sede dei vigili urbani) che i vecchi siracusani ricordano come lazzaretto. Noi
abitavamo al piano superiore della Stazione Sanitaria e sotto oltre delle stufe
di disinfettazione, stanze con letti e materassi, gabinetti etc. Arrivammo a casa mia, aprii il cancello e la
feci aspettare sotto; io salii sopra salutai tutti e dopo un po’ andai a letto
nella mia stanza. Chiusi la porta a chiave, aprii la finestra e scesi dalla
grondaia e in un batti baleno fui da lei… Nel frattempo, di questa operazione
si era accorto un mio amico che abitava sotto con suo padre impiegato alla
Provincia e conosceva la ragazzina.
Rimasti soli l’abbracciai e
ricambiò con passione l’abbraccio poi, come visto fare in tanti e tanti film
western, la baciai…. E qui che casca lo scecco!!! Lei dopo una … due e tre
volte mi guardò meravigliata e mi disse: “Non si bacia così” e giù una risata!
Devi metterci la lingua e… e in parole povere mi diede lezioni sul bacio e non
solo quello. Dopo una notte così, ne ero innamorato cotto, anche se lei aveva
avuto altri fidanzatini non m’interessava, mi raccontò che un suo zio avevo
abusato di lei, quella notte fu una notte d’amore per noi due … alle prima luci
dell’alba, ci salutammo, lei volle prima vedere la mia risalita sulla grondaia
e quando raggiunsi la finestra la salutai, non prima d’aver fissato un
appuntamento alle 11 a piazza Pancali in Ortigia. Sfortuna o fortuna volle, che l’amico disse
tutto a mio fratello che mi convinse di lasciar perdere… Quando l’incontravo ed eravamo in compagnia,
lei diceva “Cu Armando siamo stati ziti una sera sola” adesso da una decina
d’anni l’incontro, ci siamo fatti vecchi anche se lo spirito sarà giovane, io
la guardo facendo in modo che lei non s’accorga dello sguardo e a volte mi
domando se lei si ricorda di me e di quella notte da bravi ragazzi …
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