lunedì 21 dicembre 2015

NATALE DI UNA VOLTA di Armando Carruba

NATALE 'I 'NA VOTA
A volte penso alle nostre tasche, quand'eravamo ragazzini di 10/11 anni: un temperino, uno di quei coltellini piccoli piccoli col manico di madreperla che ci serviva d'estate per staccare 'i pateddi dagli scogli, prendere i granchi etc. e in questo periodo festoso natalizio per staccare dai muri della ferrovia Marittima il muschio!!! Lo si staccava anche da altri muri e bisognava stare attenti che, nell'operazione, non si rompesse. Doveva servire per il presepe, come anche lo specchio rotto, conservato gelosamente per il lago e la carta argentata per fiumi e laghi... mentre la neve con fiocchi di cotone!
Beata innocenza un coltellino, un tuppettu, e le figurine da cambiare o giocarsele; tutto al contrario dei ragazzini d'oggi che in tasca hanno l'ultimo ritrovato dei telefonini (a nuatri 'u 'rrologgiu ce lo regalavano per la cresima e subito andavano a conservarlo per quando eravamo grandi) e anche soldi... a volte troppi, mentre noi sciusciavamo 'ntà pignata.
Il presepe lo facevano le sorelle o fratelli più grandi, a casa nostra veniva gentilmente la sig.na Lobb ch'era stata direttrice del preventorio di Solarino (il mai realizzato ospedale Vasquez che negli anni '50 accoglieva bambini disagiati). Veniva fuori un'opera d'arte! e quando si spegnevano le luci e s'accendeva il presepe veniva naturale l'esclamazione ohhhh !
Il presepe più bello della città, dove noi ragazzini ci fermavamo ad ammirarlo ore ed ore, era all'ISTITUTO EDUCATIVO UMBERTO I detto l'OSPIZIO al corso Umberto (u rettifilu).
Oggi quasi nessuno si cimenta nel fare il presepe, l'albero di Natale è più sbrigativo e tutti quei pastori e pastorelli restano incartati.

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