Questo proverbio, lo facciamo legare alla S. Pasqua; era e dovrebbe essere sempre presente, la tradizione che a Pasqua ci si stringeva la mano e dopo la sciarra tutto, ma proprio TUTTO, tornava come prima. Nei paesi si ci incontrava in piazza, con vestito nuovo della festa; anche oggi i veri
UOMINI e le vere DONNE - a torto o a ragione - sono tali se per prime tendono la mano verso chi ha dato o ricevuto un'offesa.
Racconto un fatto a proposito: un giorno in una banalissima discussione (teatrale che non ricordo di cosa si parlava) un mio AMICO, mi si rivoltò in maniera sbagliata gridando e di fronte ad un'altra persona facendomi fare la figura del ...
Lui aveva ed ha l'abitudine - a volte - di esprimersi così, ma non lo fa per male ti sprona a migliorarti; però quella mattina non la presi affatto bene e di colpo gli tolsi il saluto.
Figuratevi che avevamo gli uffici nello stesso corridoio e ogni giorno giocoforza ci incontravamo anche nel corridoio e non gli rivolgevo uno sguardo che lui a volte cercò.
Passarono 6 anni, per Pasqua e Natale io me la sguattaloiavo per timore di quella stretta di mano, non nutrivo nei suoi riguardi alcun odio e non ho mai (e neanche lui) parlato male, soltanto "nun mi vulevu calari".
Fu una vigilia di Pasqua che lui mi trovò solo in ufficio e da UOMO fece il primo passo dicendomi semplicemente: Ti pozzu fari l'auguri?
La nostra amicizia, manco a dirlo, è più forte di prima! e adesso il proverbio:
A ccut'offenni e t'addumanna scusa, dacci pirdunu e cancella l'offisa.
A chi t'offende e ti chiede scusa, perdonalo e cancella l'offesa.
1 commento:
dopo la guerra ce la pace la rabbia e cieca non si vede nulla si si vede rosso una parola male capita di un altra persona allora tutto trema pugni cazzotti cortelli fucile famiglie distrutti per una parola male capita ma quanto sono passati i lampi e i troni il cielo tutto innuvolato dopo il sole ce la pace si beve e si canta l allegria dinuovo e meglio cosi un saluto per te ciao coluccio
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