Tra le feste popolari della Sicilia, quella dedicata a San Giuseppe con le tavolate votive, gli altari, ha radici lontane nel tempo e presenta peculiari aspetti economici, sociali e culturali.
L'altare è sempre dovuto ad un dono per grazia ricevuta in occasione di grave malattia, disgrazia, problemi familiari etc. Per comprendere lo spirito originario della tradizione occorre guardare al contesto socio-economico dell'immediato dopoguerra, il periodo della grande fame.
Era la Fede religiosa che, in adempimento ad un voto, muoveva i fedeli di San Giuseppe ad affrontare per diverse settimane fatiche insopportabili per allestire tavolate, disponendo di pochissime risorse economiche: raccolta e cottura di cardi e primizie d'ortaggi, il pane e "coddure" pennellate con tuorlo d'uovo e paparina, dolci tipici (mastazzola, pignoccata, sfinci, Pane di Spagna, cannoli e mostarda).
Poi "cunzari l'artaru" i veli, le luci, il "cielo" i quadri religiosi, i tavoli, le sedie, la posateria e quant'altro.
Terminato il pranzo, quelli, i poveri, si portavano a casa una gran quantità di cibo con cui allontanavano la fame per diversi giorni.
Oggi, grazie al cielo, quella povertà è solo un doloroso ricordo: viene a mancare - meno male - il vero protagonista della Tavolata e cioè il povero con i panni del "santo"... più delle volte il tutto diventa un'attrazione turistica di spettatori stupiti per la ricercatezza delle pietanze, del colore e del folkore.
Buona tavolata ovunque l'allestite!
1 commento:
si vede che oggi e festa tutta la famiglia e reunita per onorare il giornno di san giuseppe una bella tavolata in casa si fa il pranzo speciale per san giuseppe si canta e si beve e viva san giuseppe un saluto per te ciao coluccio
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