venerdì 10 dicembre 2010

CIAO, COME STATE?


Ciao amici come state? Non è che scrivo sempre così, col cuore, come si dice o come casca il frutto dall'albero, oggi mi sento di farlo.
Perchè oggi? sono in un momento di riflessione: ieri per la seconda volta son caduto senza essermene accorto, cioè per spiegarmi meglio ieri sera, a casa, mi son ritrovato a terra e se non veniva mia moglie ad alzarmi, restavo a terra dormiente...
C'è chi dice questo, chi dice quest'altro, ma la verità vera e propria è che il nostro organismo è come un orologio e il mio si è guastato, quindi devo portarlo da un bravo orologiaio sperando che me lo rimetta a posto, ma intanto non vi nascondo che ho un pò di fifa, specie ad uscire solo di casa, ma questa fifa me la devo scrollare di dosso e ce la farò!
Siracusa frattanto si sta preparando per la festa di Santa Lucia che - come tutti sanno - è il 13 dicembre! Ci sono tutti gli ingredienti freddo compreso, le caldarroste per strada, il torrone che fa bella mostra insomma c'è tutto mancano due foglietti del calendario e ci sarà anche Lei meravigliosamente lucente e splendente che da Ortigia, attraversando la città andrà in borgata nella Chiesa a Lei dedicata.
Auguri a tutti buon Santa Lucia!!!
vostro Armando

domenica 5 dicembre 2010

Jochi 'i 'na vota


BRACCIO DI FERRO
Seppur ancor diffuso, braccio di ferro è un gioco molto antico. Misurare la propria forza e paragonandola a quella dei propri conoscenti era una pratica diffusa, soprattutto in tempi in cui l'uomo veniva considerato prevalentemente per le sue capacità fisiche.
Il gioco, per due giocatori, consisteva nel poggiare solo il gomito su un piano e sfruttare la potenza del proprio braccio per piegare la resistenza dell'avversario; il giocatore il cui polso toccava il piano perdeva inesorabilmente la gara.

Jochi 'i 'na vota


BATTIMURU
Battimuru era un gioco che si svolgeva prevalentemente all'esterno, perchè prevedeva che si tracciasse un cerchio per terra con un gessetto in prossimità di un muro.
Il gioco consisteva nel lanciare delle monetine contro il muro e fare in modo che, ricadendo al suolo, si fermassero all'interno del cerchio.
Il primo giocatore a riuscire nell'intento vinceva la partita.

Mestieri di una volta


IL BANDITORE
Il banditore era una figura il cui compito era quello di annunciare al paese o alla cittadinanza di pertinenza tutte le novità importanti. Di norma, era alle dipendenze del comune e annunciava le comunicazioni delle autorità, la sospensione temporanea di un servizio pubblico etc.
Poteva accadere, però, che un commerciante pagasse un banditore per far promuovere la propria merce vera e propria pubblicità in movimento.
Generalmente gli annunci del banditore avvenivano nelle ore in cui la gente si trovava a casa, tarda mattinata o tramonto, ed erano preceduti dal suono di un tamburo o di una tromba.
Era usanza quando il banditore arrivava, di affacciarsi alle finestre o ai balconi per ascoltare con attenzione ciò che questi aveva da dire.

SCENETTA di Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina

Divertentissima scenetta ideata dagli attori Tuccio Musumeci e Pippo Pattavina, molto bravi in questa parodia di prove teatrali.

armando.carruba@virgilio.it

giovedì 11 novembre 2010

PAPAGNA E PAPPACCINO


Anticamente una mamma assai affaccendata acquietava il lattante lagnoso con la papagna o col pappaccino.
Bolliva papaveri e gli dava da bere con un po' di zucchero quel decotto che era sonnifero, ché la papagna conciliava il sonno, portava sogni d'oro più della camomilla.
E poi, per non dargli sempre la tetta cercata per gioco e capriccio, la mamma paziente metteva in un fazzoletto mezzo cucchiaino di zucchero, un pezzetto di mollica di pane della grossezza di una nocciola, chiudeva e legava a pallottola con un pò di filo di cotone, bagnava in un bicchiere d'acqua, ed era pronto il pappaccino che metteva in bocca al lattante: il pappaccino era l'antico ciuccetto, certamente più saporito di quelli moderni!

lunedì 1 novembre 2010

SPAGHETTI DI FOSSA FILICI
Per ogni persona 100 grammi di spaghetti, mezzo limone spremuto, una noce di burro, un cucchiaio di parmigiano grattugiato, un cucchiaio di olio, una decina di capperi, mezza cipolla tritata e un cucchiaio di malvasìa.
Sbattere in una scodella tutti gli ingredienti, mentre a parte si cuociono gli spaghetti; quando questi saranno cotti, scolarli e versarli nel piatto e quindi condirli con la salsa "limonata".

FASOLI 'A SICILIANA !


INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
200 gr. di fagioli secchi, 1 cipolla, 2 carote, 40 gr. di burro, abbondante prezzemolo, un bicchiere di olio extravergine d'oliva, sale.
Tenere a bagno i fagioli per 12 ore. Fateli cuocere in abbondante acqua salata e scolateli al dente. Nel frattempo in un tegame, preferibilmente di terracotta, fate scaldare l'olio e il burro, quindi preparate un soffritto con le verdure tritate finemente. Unite i fagioli, aggiustate di sale, mescolate e fate insaporire proseguendo la cottura per 10/15 minuti. I fagioli così preparati possono essere serviti sia caldi che freddi.
armandocarruba@libero.it

MANGIAR SICILIANO - a zuppa ro Zu Ninu - di Nino Angelino

A ZUPPA RO ZU NINU è una ricetta in versi siciliani scritta da Nino Angelino e pubblicata nel 1979 per Ente Provinciale per il Turismo - SIRACUSA -nel volumetto "del mangiar siracusano" a cura di Antonino Uccello.

Voce di Armando Carruba

armando.carruba@virgilio.it

POLPETTE AL BASILICO

ingredienti per 4 persone:
300 grammi di carne tritata (primo taglio vitellina) salsa basciamella, 1 mazzetto di basilico, 2 uova, 50 grammi di parmigiano grattugiato, 100 grammi di farina, sale, pepe, olio per frittura.
procedimento:
Tritate due volte la carne e sistematela in un contenitore. Unite la salsa basciamella, il sale, il pepe e mescolate delicatamente. Aggiungete abbondante basilico tritato finemente, le uova, il parmigiano e lavorate il tutto fino a quando avrete ottenutoun impasto consistente.
Dal composto ricavate tante polpette della grandezza di una noce, infarinatele e friggetele in abbondante olio bollente. Sistematele su carta assorbente per eliminare l'olio superfluo e tenetele in caldo, fino al momento di servire.

MANGIAR SICILIANO - cipolline agrodolce


ingredienti:
- 1 cucchiaino di zucchero
- 400 gr di cipolline
- mezzo bicchiere di aceto di vino
- olio extravergine d'oliva
- sale
preparazione:
pulite le cipolline e lessatele in acqua salata per qualche minuto. Scolatele e fatele rosolare in una casseruola con mezzo bicchiere di olio extravergine d'oliva, spruzzatele con mezzo bicchiere di aceto e un cucchiaino di zucchero. Coprite la casseruola, cuocete per dieci minuti circa e servite !

pomodori secchi

ingredienti . - 1 kg di pomodori, olio, sale.

Tagliare i pomodori a metà nel senso della larghezza, cospargerli abbondantemente di sale e metterli ad asciugare al sole, in un piatto largo per alcuni giorni, avendo cura di ritirarli la sera per evitare l'umidità. Ricordare che i pomodori devono essere ben maturi, preferibilmente larghi e piatti.

Quando sono ben essiccati metterli a coppia uno sull'altro facendo combaciare le parti interne. Tenerli in un luogo asciutto e arieggiato. Se si preferisce, conservarli in un barattolo, immersi nell'olio.

MANGIAR SICILIANO - acciughe marinate

ACCIUGHE MARINATE

ingredienti:
- 2 spicchi d'aglio
- 500 gr di acciughe
- olio extravergine d'oliva
- peperoncino macinato
- prezzemolo tritato
- sale
- succo di limone

preparazione:
Pulite le acciughe, togliere la lisca centrale, lavatele e asciugatele. Sistematele a strati in una terrina, irrorando ogni strato con succo di limone. Cospargetele con aglio schiacciato e ponetele coperte in frigorifero per un giorno intero. Scolate le acciughe dal loro sugo, sciacquatele con succo di limone, disponetele in un piatto e cospargetele con un trito di aglio e prezzemolo. Irroratele con olio extravergine d'oliva, salate e completate con peperoncino macinato.

Viriti cchi delizia!

MANGIARE SICILIANO - Insalata di polpo

Ingredienti per 4 persone:
Uno o più polpi di circa 1 kg, uno spicchio d'aglio, 2 limoni, olio extravergine d'oliva, sale, pepe, 2 mazzi di prezzemolo.
Procedimento:
Fate bollire dell'acqua salata in una grande pentola e copritela con un coperchio. Non appena l'acqua bolle, gettate il polpo (o polpi) e lasciatelo cuocere per circa un quarto d'ora. Spegnete il fuoco e fate riposare il polpo dentro l'acqua per altri 20 minuti. Scolate il polpo e affettatelo. Sistemate i pezzettini su un piatto largo. In una tazza preparate una salsa con olio, sale, pepe e aglio tagliato a tocchetti. Versate la salsa così preparata sul polpo tagliato ed aggiungete succo di limone. Spolverate con il prezzemolo tritato e servite a tavola!

armando.carruba@libero.it

PISCI ALL'AGGHIU E ACITU

'ngredienti ppi 4 pirsuni:
800 grammi di pisci 'i broru, 4 spicchi di agghiu tritatu, 2 cucchiari d'acitu jancu, menu di menzu bicchieri d'ogghiu d'aliva, sali e spezzi q.b.

Pulizziari i pisci e lavarìli, poi 'sciuccalli e mittilli 'nta na cazzarola a suffrjiri 'nta 'na picca d'ogghiu; juncirici l'agghiu tritatu, sali e spezzi e acìtu: fari 'nsapuriri a focu bàsciu ppi quasi deci minuti.

PESCI ALL'AGLIO E ACETO

ingredienti per 4 persone.

800 grammi di pesce da brodo, 4 spicchi d'aglio tritato, 2 bicchieri d'aceto bianco, meno di mezzo bicchiere d'olio d'oliva, sale e pepe q.b.

Pulire i pesci e lavarli, poi asciugarli e metterli in una casseruola a soffriggere in poco olio, aggiungervi l'aglio tritato, sale e pepe q.b. e l'aceto, fare insaporire a fuoco lento per quasi dieci minuti.


CUSCUS ALLA TRAPANESE


La parola CUSCUS è di origine araba e significa piccoli pezzetti. Il cuscus infatti è formato da piccoli grumi di semola, ottenuti lavorando la semola in un'apposita ciotola di terracotta, o mafaradda, con un movimento rotatorio della mano, umida di acqua. La farina si compatta formando piccolissimi granelli. Oggi la semola si trova in commercio già incocciata.
INGREDIENTI
Cuscus precotto 500 gr - pesce misto: dentice, orate, seppie, cernie, triglie, volgole, cozze, crostacei etc 1 kg e 500 gr - pomodori maturi 500 gr. - 2 spicchi d'aglio - 2 gambi di sedano - 2 carote - 1 foglia d'alloro - 1 cipolla - 1 ciuffo di prezzemolo - 1 busta di zafferano - 1 pizzico di paprika - sale e pepe - peperoncino. (PREPARAZIONE 4 ORE)
Pulite i pesci, diliscateli, togliete i gusci dai crostacei, togliete le valve ai frutti di mare. Mettete in un tegame le lische dei pesci, le teste e i gusci dei crostacei, coprite con acqua aromatizzata con mezza cipolla, qualche gambo di prezzemolo, le carote e il sedano. Condite con sale e pepe, gate bollire per 30 minuti e filtrate il brodetto.
In una casseruola fate rosolare l'olio l'altra metà della cipolla con carote, sedano e prezzemolo tritati e l'aglio intero che toglierete appena dorato.
Aggiungete prima i pesci, che richiedono più tempo di cottura, poi i crostacei. Bagnate con metà del brodetto già filtrato, unite la polpa di pomodoro e lasciate cuocere per 15 minuti. Aggiungete il pesce rimanente, correggete con sale, continuate la cottura per 20 minuti e prima di spegnere cospargete di peperoncino. Versate il cuscus, in una grande ciotola, innaffiatelo con una tazza d'acqua tiepida, in cui avete sciolto lo zafferano e la paprika. Mescolate il semolino con le mani, sollevandolo per inumidirlo in modo uniforme. Versate il cuscus nell'apposita pentola o in uno scolapasta bucato solo sul fondo e poggiatelo su una pentola per metà piena d'acqua. Con una striscia di tela bagnata e passata nella farina, sigillate il bordo della pentola a contatto con il colapasta prima di mettere sul fuoco.
Avvolgetela lungo la congiunzione delle due pentole e lasciatela raffreddare in modo da formare una specie di stucco che non lasci fuoriuscire il vapore.
Accendete il fuoco e fate bollire per 1 ora circa, mescolando di tanto in tanto il semolino che dovrà impregnarsi e cuocere con il vapore. Versate in una ciotola larga il cuscus, irroratelo con l'altra metà del brodetto e conditelo con il pesce e il suo sugo.
BUON APPETITO !

MANGAR SICILIANO - pesce nell'intingolo


PESCE NELL'INTINGOLO
ingredienti per 4 persone:
- 1,200 kg di pesce assortito (triglie, seppie etc)
- 2 patate
- sedano
- 2 carote
- 1/2 cavolo
- 1 cipolla
- 1/2 spicchio d'aglio
- 2 pomodori
- olio
- sale
peperoncino rosso
Preparazione:
soffriggere nell'olio la cipolla affettata e l'aglio tritato, unendo poi le patate, il sedano, le carote, il cavolo i pomodori a pezzi, sale e peperoncino rosso sminuzzato. Far cuocere a fuoco lento. Pulire i pesci, tagliarli a pezzi e aggiungere nella casseruola le teste e le parti più dure. Bagnare con acqua e far cuocere per 15 minuti. Unire gli altri pesci, salarli e far cuocere per altri 10 minuti. Spolverizzare abbondantemente col peperoncino rosso questa volta macinato, e servire caldo.

venerdì 22 ottobre 2010

2 NOVEMBRE - la favola dei morti siciliani


Fra due giorni sarà La festa dei morti! Ricordo ancora oggi quando lo dicevamo a scuola: "la festa dei morti!" e la maestra con molto tatto ci spiegava che non era la festa dei morti ma la ricorrenza dei defunti, e noi a dire sì per farla contenta.
Lei era di Roma e non poteva capire questa usanza gentilissima che in Sicilia sono i morti.
Nella tristezza del giorno che commemora i cari defunti, solo i bimbi sorridevano e lo scoppiettìo delle loro pistole faceva da compenso a quel malinconico silenzio di chi pensava a chi non è più tra noi.
Che ansia per i ragazzini la sera del primo novembre! Si preparava un cesto grande, quello in cui la mamma metteva la biancheria da stirare; ed il cesto, sebbene grande era piccolo per la nostra avidità.
Ad alta voce esprimevamo i nostri desideri: sui carrettini di Voglio che i morti mi portano la pistola a capsi con scolpita la testa dell'indiano, come quella vista piazza Pancali! Voglio che i morti mi portano la pistola a capsi con scolpita la testa dell'indiano, come quella vista sui carrettini a piazza Pancali!
Mio fratello più grande, desiderava il fucile a piumini che in quegli anni era in vendita libera.
I nostri genitori ascoltavano questi discorsi e si scambiavano occhiate che a noi sfuggivano.
Per farci dormire o comunque farci stare buoni a letto, mio padre ci raccontava storie da fare rizzare i capelli ad un tignusu! (calvo).
Cosa curiosa, invece di stare svegli come ci eravamo ripromessi di fare, finivamo per cadere in un sonno pesantissimo, ed eravamo svegliati dagli scoppiettii delle pistole a capsi e fulminanti dei ragazzini del vicinato.
Allora lanciando urla ci precipitavamo in camera da pranzo, che fungeva pure da salotto, e meraviglia delle meraviglie, i morti ci avevano portato quello che noi per tanto tempo avevamo desiderato, eccetto per il fucile a piumini di mio fratello, perchè avevano lasciato scritto che era troppo pericoloso.
Eravamo così felici dei nostri giocattoli che più delle volte li portavamo al cimitero; e ci riunivamo sulla collinetta a giocare agli indiani... giocavamo anche in quel campo dove, contrassegnati da un elmetto, riposavano quelli del Conte Rosso.
Il 2 novembre era una giornata da Far West in tutta Siracusa, ai Villini, ai vicoli Zuara e Giuliana, in Ortigia, alla Borgata; poi il 3 novembre tutti a scuola, in via G:B:Perasso, ed una volta in classe la domanda spontanea e più frequente tra i ragazzini era: Chi ti lassaru i morti? (cosa t'hanno portato i morti?) perchè i morti si distinguevano in ricchi e poveri per via dei regali che facevano.
Quando un compagno di giochi più grande di me, mi disse chi in realtà fossero i morti che facevano regali ai bambini, ci rimasi male.
E' passato tanto tempo, i bambini sono cambiati, non giocano più in strada come una volta, chiusi come sono nelle case in condominio ed in quartieri dormitorio con gli occhi fissi al computer o televisione.
Non so se questa meravigliosa favola dei morti siciliani resiste ancora, anche se sarà inevitabile che su questa usanza il tempo scriverà la parola fine.
(da - I Ragazzi del Molo S. Antonio - di Armando Carruba)

mercoledì 6 ottobre 2010

LE DONNE DI FUORA


Le donne di fuora, dette pure Donne di locu, Dunnuzzi di locu (Sambuca), Donni di notti (Caltanissetta, Francofonte), Donni di casa (Nicosia), Donni, Dunzelli, Belli Signuri, Patruni di casa (Contea di Modica) Patruni d''u locu, Diu l'accrisci, sono essere soprannaturali, un po' streghe, un po' fate, senza potersi discernere in che veramente differiscono dalle une e dalle altre.
Geni benefici o malefici, disposti e fermamente decisi a giovare o a nuocere, ad arricchire o ad impoverire, a far belli o a rendere brutti, esse non hanno altro movente se non il capriccio, la bizzaria e una certa lor maniera di vedere e giudicare le cose.
Pitrè, Usi, IV, p.163
Armando Carruba

lunedì 26 luglio 2010

'A RUTTA 'I CIAULA di Armando Carruba


'A RUTTA 'I CIAULA

Correvamo contenti
per via Arsenale
ad incontrare il sole
'a rutta 'i ciaula.
Un tuffo
dallo scoglio a carrabbineri
un altro da quello a palumma
e il mare rideva contento
di noi ragazzini
ubriachi di vita.
Una sigaretta fumata in tre
accendeva sogni proibiti
in tasche eternamente vuote.
Il mare era tutto per noi
da giugno a settembre...
poi la scuola ad ottobre
le speranze dei nostri genitori
si frantumavano
nel mare che mordeva lo scoglio
'a carrabbineri.
Noi incoscienti
marinavamo la scuola
restando all'oscuro
'nte rutti 'i ciaula
della via Arsenale

Armando Carruba

Leggende siciliane - ARETUSA -

Alla Fonte Aretusa, affiora una leggenda in una selva di papiri e di cefali dal colore nerastro.

Il mito di Aretusa è anche legato alla vittoria di Aboukir da parte dell'ammiraglio Nelson, prima di riprendere il viaggio verso l'Egitto, Nelson fece rifornimenti di acqua attinta all fonte Aretusa e lasciò scritto nel diario di bordo "Ci siamo riforniti di viveri e acqua, e sicuramente avendo attinto alla fonte di Aretusa, la vittoria, non può mancare..."

Così in realtà avenne nell'anno del Signore 1798

sabato 10 luglio 2010

PERSONAGGI SIRACUSANI - 'U Zu Turi Quarantottu

La Marina di Siracusa è stata da sempre la passeggiata estiva dei siracusani, negli anni a cavallo 50/60 si alternavano vere e proprie orchestrine con bravi cantanti e una serata alla Marina era piacevole. C'era un famoso personaggio che ha accompagnato nel tempo queste romantiche passeggiate, il gelsominaro: "Gelsomino? fiore? pensiero bello... pensiero d'amore!"

armando.carruba@virgilio.it

domenica 4 luglio 2010

W L'ESTATE


L'estate, questa stagione calda! passa purtroppo presto, più veloce di un film su cui è stata scritta la parola THE END! come nei film italiani che vogliono essere americani per sì o per forza!
L'estate fatta di serate che non finiscono mai, di spaghetti e muluna, l'estate datasi la calda stagione fatta di bagni a mare costa costa... ca parola d'onore quest'anno costa tutto un patrimonio! persino posteggiare solamente la machina ci vonu 5 neuro!
L'estate con gli amori cullati da quell'eterno granello di sabbia e da sogni di una notte di mezza estate.
Finiscono i soldi? e chi se ne fregaaa! i soldi sono tali per finire nelle tasche degli altri, difatti in quelle mie non ci sono mai... e poi non si dice chi ha avuto avuto e avuto chi ha dato dato scurdammuci 'u passatu etc.?
L'estate fatta di piaceri sognati e vissuti, anch'io mi sono riservato la mia fetta di piacere facendo il bagno 'a 'rutta 'i ciaula, 'e piliceddi, ddu frati, spiaggetta, sayonara, arenella, funnucu novu, costa del sole, della luna e delle stelle, alla costa bianca, rossa, verde, aculuri di cane che scappa...
Ma il bagno più bello, quello in cui ti resta fisso nella mente è stato ieri pomeriggio quando trovandomi in questo posto della foto che è la Marina di Siracusa, non ho resistito! via maglietta, calsoncini (avevo il costume sotto perchè tutto era premeditato) e a mariii ! Bagninooo sposta l'onda che mi tuffo!
E' stato un tutto nelle acque del porto e nel passato, quando a soli cinque o sei anni tutti i bambini sapevano nuotare, senza bisogno di andare in piscina o avere braccioli etc.
Oggi con questo mare rinchiuso sempre più da mura e cancelli purtroppo sono finiti i tempi belli e speriamo che questo mare, che è una delle meraviglie del mondo, non finisce mai!!!
Buona estate a tutti !

mercoledì 19 maggio 2010























SARAUSA

Ti portu sempri dintra 'u cori

vecchia e cara Sarausa

circundata da lu mari

terra duci e ginirusa.

Ju nascii 'nta lu scogghiu

unni c'è Santa Lucia

quantu beni ca ti vogghiu

cara e vecchia Ortigia mia.

Ju nascii unni lu mari

canta sempri li canzuna

e li vecchi assittati

arricugghiunu pinzeri.

Picciriddi ca jucavumu

scappannu ppe' vaneddi

cche' matri ca chiamavanu

cco' scuru era a feddi.

E cco' scuru di la notti

'nta st'isula amata

si sintevanu li tocchi

ddo' 'rrologgiu 'a 'Mmaculata.(1)

Nun vi pozzu mai scurdari

casi ddo' quarteri miu

e ci vegnu a passiari

pirchì è forti 'u disìu

di quann'era picciriddu

ccu ddì vuci di me' matri

arricogghiti curnuteddu

prima ca veni to' patri

Me' patri quannu vineva

ci bastava 'na taliava

nun 'u sacciu comu faceva

mi liggeva 'a jurnata!


alfeo


(1) l'orologio della Chiesa dell'Immacolata a Siracusa è famoso perchè non segna mai l'orario giusto; quindi per dare del ritardatario a qualcuno si usa dire: ssì comu 'u 'rrologgiu dd''Mmacculata!




domenica 9 maggio 2010

PIETRO SUPERTIFOSO DI ANNI ADDIETRO

Alcuni giorni fa ho visto il suo necrologio, solo a vederlo mi ha rioportato indietro negli anni ... lo presento:
Pietro supertifoso degli anni '60/70 sino a quando il suo leoncello cuore non ha retto al tracollo della società.
Pietro non si tirava mai indietro, Pietro supersportivo ma soprattutto supertifoso della squadra aretusea, Pietro conosciuto da tutti gli sportivi dall'Ortigia a Puzzu 'ngigneri (1) alla borgata la mitica via Bonriposo (2); Pietro che in un derby avissi fatto pazzie.
Pietro è un bravissimo fornaio andato a lavorare da ragazzino con i calzoni corti (li porta ancora al lavoro) che per seguire il Siracusa lasciava tutto e tutti e partiva in giro per gli stadi senza sentiri briscole e neanche scope; perchè parlo al passato? per il fatto che oggi non ci fa nè caldo e neanche freddo, lui che s'incollerava al primo segnale, oggi di pallone non ne vuole sentire parlare.
Personalmente mi piace ricordarlo nella sua teatralità, quando il Siracusa segnava e lui si gettava a volo d'angelo, del tipo scogghiu 'a carrabbineri, in mezzo alla folla di picciotti che lo accoglievano a braccia aperte.
Pietro, dalla curva alla gradinata, come un direttore d'orchestra dava il ritmo a coloro i quali incessantemente battevano i tamburi capitanati dal bravissimo batterista dei mitici Falchi.
Pietro passato al rango aristocratico della tribuna, la sua voce la si sentiva dalla curva e gradinata e tutto lo stadio lo chiamava a gran voce.
Pietro pronto a menar le mani (faceva finta perchè si faceva sempre tenere) lui pronto a saltare (accennava perchè restava sempre impigliato alla rete di recinzione) Pietro che credo non vide mai segnare un goal al Siracusa (s'attuppava l'occhi) e quando segnavano gli avversari, l'arbitro ne aveva di più di un panaru 'i crastuna.
Una volta a Caltagirone, si era in serie D, una signora calatina, ci vinni di calata, e rivolta al nostro gruppo che tifava rumorosamente in tribuna esclamò: Non potete tifare Siracusa così forte, qui siamo a Caltagirone perbacco! e Pietro serio, incitò i tifosi all'urlo: Forza Caltagiruniii
e 'n sutta cantriii poi levatosi il cappello di carta paglia ripara sole, stile muraturi, e facendo un ampio gesto con la mano verso il campo con inchino teatrale disse: Offro!
Ne è passata acqua sotto i ponti, son sicuro che malgrado tutto il nostro Pietro, supertifoso revival, in fondo al cuore nutre ancora un attaccamento verso i leoncelli.
Ti ricordo così compagno di tante domeniche seduti sui gradoni del vecchio stadio ad ubriacarci di sole, pallone e vuciati.
Neanch'io vado più allo stadio e faccio finta di non prendermela, ma non siamo fatti di ferro ed è da troppo tempo che soffro.
Ti vedo tra gli angeli a giocare al pallone e a ricordare queste meravigliose giornate ad ubriacarci di sole !



(1) PUZZU 'NGIGNERI = Piazzale Marconi, Questa piazza è chiamata dai siracusani puzzu 'ngigneri perchè in un periodo lontano fu costruito un abbeveratoio progettato dall'ing. Ignazio Dal Pozzo e realizzato dal capomastro Branciforte.

(2) Via Bonriposo = Via Piave. I siracusani d'un tempo la chiamavano Via Bonriposo per il fatto che quando esisteva il cimitero in Via Torino, dove adesso si trova l'Istituto Fermi, l'ultimo saluto ai morti, quello del buon riposo, prima di sciogliere il corteo si dava appunto in via Piave.


venerdì 30 aprile 2010

PURTEDDA RA GINESTRA - Ignazio Buttitta

'Nta lu chianu da Purtedda
chiusa a 'mmenzu a dui muntagni
c'è na petra supra l'erba
ppi ricordu a li cumpagni.
E Giulianu lu sapia
ch'era a festa di li poviri
'na jurnata china 'i suli
doppu tantu tempu a chioviri.
Ogni asta di bannera
era zappa frazza e manu
e la terra siminata
era furnu pani e granu.
A tappitu e a vintagghiu
mitragghiavanu la genti
comu fauci chi meti
cu li vampi 'ntra li denti.
Supra i petri e supra u sangu
ammazzati a tradimentu
tanti poviri sutta o fangu
e firuti cchiù di centu.
Cu ddu jornu a Purtedda
e ci va doppu tant'anni
vidi morti in carni e ossa
testa, facci, corpu e jammi.
E di tannu finu a ora
a Purtedda da Ginestra
quannu veni u primu maggiu
li cumpagni fanu festa.
Cu ballava, cu cantava,
cu accurdava li canzuni
e li tavuli cunzati
di nuciddi e di turruni.
Di lu munti la Pizzuta
di l'altura cchiù vicina
Giulianu e la so' banda
scatinò a carnificina.
Arristaru a 'mmenzu o sangu
e 'ntra l'erba di lu chianu
tanti morti puvireddi
chi vulevunu un munnu umanu.
U pueta di ddu jornu
era Japicu Schirò
dissi: Viva u Primu Maggiu!
e la lingua ci siccò.
Vivi ancora! Ancora vivi
e 'na vuci 'ncelu e 'nterra
e 'na vuci 'ncelu e 'nterra
oh Giustizia quannu arrivi?
Ignazio BUTTITTA

giovedì 1 aprile 2010

PASQUA A SIRACUSA - Noto

Il venerdì santo a Noto è famoso per la processione della Santa Spina, proveniente dalla Città Antica e custodita in un'artistica teca d'oro. La preziosa reliquia, nel pomeriggio, viene portata per le vie del centro storico insieme ai simulacri del Cristo morto e della Madonna Addolorata,
seguiti dalle confraternite e dalla banda musicale. La Domenica di Pasqua, intorno alle 13, la Vergine e il Cristo Risorto s'incontrano dopo una corsa suggestiva, nel rito detto della Pace, che si tiene in piazza Municipio.

armando.carruba@virgilio.it

PASQUA A SIRACUSA - Cassaro

A Cassaro, le manifestazioni iniziano giovedì con la Fratellanza, processione delle confraternite di S. Sebastiano e S. Antonio. Gli incappucciati si ritrovano nella chiesa del Convento per assistere alla lavanda dei piedi, mentre in serata si tiene la visita ai sepolcri. Venerdì, alle 23, si svolge il rito della Scisa 'a Cruci con la processione dell'Addolorata. I riti della Pasqua si concludono con la Risuscita del sabato santo e il gioioso 'Ncontru domenicale.


armando.carruba@virgilio.it

PASQUA A SIRACUSA - Melilli


U 'n contru segna a Melilli la Domenica di Pasqua. Portata a spalla dai fedeli, la Madonna in lutto aspetta tra due ali di folla l'arrivo del Risorto. Dalla Basilica di S.Sebastiano (foto) arriva il Cristo. Al suono della campanella, Madre e Figlio corrono al centro della piazza per l'incontro. A questo punto i portatori fanno sobbalzare i fercoli in segno di riverenza, rito che i melillesi chiamano li 'ncrinati di Santu Cristu. Segue la processione per le vie del paese.
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PASQUA A SIRACUSA - Ferla


A Ferla suggestive sono le processioni del Venerdì; dopo quella del Crocifisso, a cui fa seguito 'A Scisa ddà Cruci il corpo di Cristo viene deposto nella Cascia e portato per le vie del paese in processione notturna, preceduto da due lunghe file di donne in preghiera. La sera del sabato si tiene l'incontro tra la Madonna ddò Scontru e il Gesùmmaria. La notte prosegue con un festoso corteo, la Sciaccariata, cui i giovani portano il Risorto in giro per il paese circondati dalle fiaccole (sciaccare, appunto).

PASQUA A SIRACUSA - Canicattini Bagni

A Canicattini Bagni una processione lunga oltre cinque ore segna il Venerdì Santo. I riti della giornata cominciano nel pomeriggio nella Chiesa Madre (foto) con la funzione dell'Ecce Homo, il cui simulacro - una statua in cartapesta del seicento - viene collocato in una teca gotica e portato in giro per il paese.
Protagonisti del corteo sono i nuri devoti scalzi vestiti di bianco con una mantellina rossa, che raffigurano Cristo schernito nel Pretorio di Pilato. Ad essi è affidato il compito di intonare 'U Lamientu, il canto funebre che accompagna il fercolo, che si alterna al canto delle Verginelle, giovani vestite di bianco.
La domenica di Pasqua si celebra il rito detto 'A Paci, 'a Paci: è questo infatti l'urlo di giubilo del popolo che segna l'incontro tra la statua del Risorto e la Madonna Addolorata, ripetuto per ben tre volte, davanti alle chiese SS. Ausiliatrice, delle Anime Sante e di S. Maria degli Angeli.

domenica 28 marzo 2010

ANTIPASTO DI OLIVE



ingredienti per 4 persone:
200 grammi d'olive nere, olio di oliva e succo di limone q.b.
Altrimenti 200 grammi d'olive verdi, 1 spicchio d'aglio, un cucchiaio di prezzemolo tritato, olio d'oliva e aceto q.b.

procedimento:
Un gustoso e semplicissimo antipasto si può ottenere con le olive nere condite con olio e limone, oppure con le olive verdi salate, cosparse di prezzemolo e aglio tritati e poi condite con olio e aceto.

ganicolo

PANE DI CASA DI LENTINI


Il pane di casa di Lentini e Carlentini, potrebbe diventare un'attrattiva di tipo turistica.
Il prodotto, l'anno scorso, approdò al Palazzo dei Normanni a Palermo, durante il convegno regionale dei prodotti di qualità siciliani. Grande, in quell'occasione l'apprezzamento da parte dei relatori e delle personalità presenti per lo storico pane casereccio, presente da tantissimi anni non solo sulle tavole cittadine, ma anche in altri centri della Sicilia, coerentemente ad una secolare tradizione.
Potrebbe diventare, il pane di casa di Lentini e Carlentini, un'attrattiva di tipo turistico perchè costituisce un patrimonio di cultura materiale da preservare.

sabato 20 marzo 2010

indovinello siciliano - L'OCCHIO -

INDOVINELLO SICILIANO

(L'OCCHIO)

Pilu di susu, pilu di jusu,

e 'ntra lu menzu cc'è lu curiusu

Peli di sopra, peli di sotto,

e nel mezzo c'è il curioso.

domenica 14 marzo 2010

'U 'RROLOGGIU 'I MISSINA di Armando Carruba



'U 'RROLOGGIU 'I MISSINA
L'ha vistu mai
menzujornu a Missina
quannu 'u 'rrologgiu
dda' chiazza
batti dudici coppa?
'U liuni s''ncazza,
'u jaddu canta,
l'Angilu passa,
'a Madunuzza talìa,
Cristu cumpari.
Na palummedda abbola,
'a Chiesa nasci à jornu novu,
'a luna girìa,
e 'a morti buttana
ccu fauci 'n manu
ammazza 'u tempu.
Cco' friddu e cco' cauru
'a genti ddo' munnu
batti li manu
'o 'rrologgiu 'i Missina
ca cunta ogni jornu
'a vita ca curri.
Armando Carruba
L'OROLOGIO DI MESSINA - L'hai visto mai/ mezzogiorno a Messina/ quando l'orologio/ della piazza/ batte dodici colpi?/ Il leone ruggisce/ il gallo canta/ l'Angelo passa/ la Madonnina guarda/ Cristo compare/ Una colomba vola/ la Chiesa rinasce/ la luna gira/ e la morte buttana/ con la falce in mano/ uccide il tempo./ Con il freddo e con il caldo/ la gente del mondo/ batte le mani/ all'orologio di Messina/ che racconta ogni giorno/ la vita che passa.
armandocarruba@libero.it

lunedì 22 febbraio 2010

Concorso poetico 'A NOVA TERRA MIA

i presentatori: Armando Carruba e Federica Pistritto
il presidente dell'ANTEAS di Siracusa - Agostino La Fata e Giorgio Guarnaccia

Giuseppe Pastorello e Agostino La Fata



domenica 21 febbraio 2010

prof.ssa Giovanna Carruba

Ieri 20 febbraio 2010, dopo tanto piniari e travagghiari... finalmente si è laureata in Teologia Giovanna (eccola in alcune sequenze fotografiche).

armando.carruba@virgilio.it

venerdì 19 febbraio 2010

LAUREA


Auguroni a mia figlia Giovanna che domani si laurea!

Ricordo di Nick Mangiafico

La Giara di L.Pirandello - Ferla (SR) estate 1988 in foto da sx: Armando Carruba ('mpari Pè) e Nick Mangiafico (don Lolò)
Giorni fa è scomparso Nick Mangiafico, è uscito dalla scena della vita senza far rumore, lasciando un vuoto difficile da colmare.
Nick Mangiafico era di Canicattini Bagni, bravo meccanico era stato Capo Officina per diverse case automobilistiche.
Amava il teatro, non quello teorico ma vivendolo giorno dopo giorno sulle tavole del palcoscenico, ha fatto parte con Maurizio Bottiglieri, Mariastella Bottaro, Lucia Pennuto, Pino Scaglione, il sottoscritto, Cesare Politi di quel gruppo che teatrando si divertiva un mondo!
Con lui scompare un pezzo di teatro sanguigno e genuino di giri e giri nelle varie piazze dei paesi.

sabato 6 febbraio 2010

AVOLA - vino nero e mandorla pizzuta




A sud di Siracusa, sulla statale 115, si trova Avola, famosa sia per il vino nero che per le gustose mandorle con cui si preparano biscotti e un prelibato latte di mandorla.
In origine il paese, era situato sul monte Aquilone, a pochi km dall'attuale abitato. Distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita a pianta esagonale in prossimità della costa.
All'epoca risale la Chiesa Madre di San Nicolò, caratterizzata dalla facciata a torre.