L’Ugna ‘i capra all’idroscalo
Armando Carruba
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L’ugna ‘i capra (le cozze nere) generalmente sono coltivate in vivai, oppure crescono in prossimità di scogli o attaccate alla chiglia delle navi, specie se quest’ultima rimane ferma per un certo periodo di tempo.
Un vivaio naturale, molto ghiotto ai ragazzi del molo S. Antonio degli anni cinquanta, era la pista d’atterraggio a mare dell’idroscalo che probabilmente a causa di qualche azione bellica fu distrutta e si trovava sott’acqua.
Un vivaio naturale, molto ghiotto ai ragazzi del molo S. Antonio degli anni cinquanta, era la pista d’atterraggio a mare dell’idroscalo che probabilmente a causa di qualche azione bellica fu distrutta e si trovava sott’acqua.
Queste cozze non le prendeva nessuno, poiché si doveva entrare nella zona vietata dell’Aeronautica Militare; ed erano lì a grappoli, invitanti, belle e grosse! I ragazzini del quartiere, spinti dall’avventura di entrare nella zona vietata militare per prendere quei frutti di mare, imitavano i valorosi eroi di film western dell’epoca.
Per raggiungere le cozze di doveva attraversare lo specchio d’acqua compreso tra la banchina nova e la pista distrutta dell’idroscalo, sotto la visuale della palazzina dell’Aeronautica Militare, per cui i due o tre ragazzini che decidevano di tentare si procuravano un tronco d’albero, ce n’era sempre qualcuno in acqua data la presenza di segherie in zona, e nuotando dietro esso, in modo da non essere notati dalla riva, come avevano visto fare tante volte nei film, raggiungevano la pista.
Come equipaggiamento era necessario un coltello per staccare le cozze dal cemento e un sacco per infilarcele dentro. Una volta là, con movimenti sincronizzati da far invidia alla migliore catena di montaggio, iniziavano la raccolta. Un ragazzino prendeva l’ugna ‘i capra, un altro le sistemava dentro il sacco e se vi era un terzo complice o li raccoglieva pure lui oppure fungeva da palo informando gli altri sull’eventuale venuta di qualche aviere, in modo che velocemente potessero nascondersi. Il ritorno era più faticoso dell’andata in quanto si doveva trasportare il sacco pieno evitando di farsi trovare con le classiche mani nel sacco!
Una volta giunti alla banchina si spartivano le cozze, dando una parte al ragazzino che per tutto il tempo dell’operazione, aveva fatto la guardia ai vestiti dei compagni; e dato che riceveva una quantità inferiore rispetto a quella dei suoi amici, per il motivo di non aver corso nessun pericolo, il ritorno a casa era sottolineato da accese discussioni. Non so se c’è ancora quella pista d’atterraggio quasi a pelo d’acqua e se è ancora fornita di quelle splendide cozze; ma una cosa è sicura che non ci sono più ragazzini disposti a fare quattro tuffi nelle acque del porto; i giovanissimi d’oggi vanno a bagnarsi in altri lidi, alla banchina nova ci vanno solo i pescatori con la loro canna, e chi come me a pescare in un mare di ricordi.
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