Pietro supertifoso degli anni '60/70 sino a quando il suo leoncello cuore non ha retto al tracollo della società.
Pietro non si tirava mai indietro, Pietro supersportivo ma soprattutto supertifoso della squadra aretusea, Pietro conosciuto da tutti gli sportivi dall'Ortigia a Puzzu 'ngigneri (1) alla borgata la mitica via Bonriposo (2); Pietro che in un derby avissi fatto pazzie.
Pietro è un bravissimo fornaio andato a lavorare da ragazzino con i calzoni corti (li porta ancora al lavoro) che per seguire il Siracusa lasciava tutto e tutti e partiva in giro per gli stadi senza sentiri briscole e neanche scope; perchè parlo al passato? per il fatto che oggi non ci fa nè caldo e neanche freddo, lui che s'incollerava al primo segnale, oggi di pallone non ne vuole sentire parlare.
Personalmente mi piace ricordarlo nella sua teatralità, quando il Siracusa segnava e lui si gettava a volo d'angelo, del tipo scogghiu 'a carrabbineri, in mezzo alla folla di picciotti che lo accoglievano a braccia aperte.
Pietro, dalla curva alla gradinata, come un direttore d'orchestra dava il ritmo a coloro i quali incessantemente battevano i tamburi capitanati dal bravissimo batterista dei mitici Falchi.
Pietro passato al rango aristocratico della tribuna, la sua voce la si sentiva dalla curva e gradinata e tutto lo stadio lo chiamava a gran voce.
Pietro pronto a menar le mani (faceva finta perchè si faceva sempre tenere) lui pronto a saltare (accennava perchè restava sempre impigliato alla rete di recinzione) Pietro che credo non vide mai segnare un goal al Siracusa (s'attuppava l'occhi) e quando segnavano gli avversari, l'arbitro ne aveva di più di un panaru 'i crastuna.
Una volta a Caltagirone, si era in serie D, una signora calatina, ci vinni di calata, e rivolta al nostro gruppo che tifava rumorosamente in tribuna esclamò: Non potete tifare Siracusa così forte, qui siamo a Caltagirone perbacco! e Pietro serio, incitò i tifosi all'urlo: Forza Caltagiruniii
e 'n sutta cantriii poi levatosi il cappello di carta paglia ripara sole, stile muraturi, e facendo un ampio gesto con la mano verso il campo con inchino teatrale disse: Offro!
Ne è passata acqua sotto i ponti, son sicuro che malgrado tutto il nostro Pietro, supertifoso revival, in fondo al cuore nutre ancora un attaccamento verso i leoncelli.
Ti ricordo così compagno di tante domeniche seduti sui gradoni del vecchio stadio ad ubriacarci di sole, pallone e vuciati.
Neanch'io vado più allo stadio e faccio finta di non prendermela, ma non siamo fatti di ferro ed è da troppo tempo che soffro.
Ti vedo tra gli angeli a giocare al pallone e a ricordare queste meravigliose giornate ad ubriacarci di sole !
(1) PUZZU 'NGIGNERI = Piazzale Marconi, Questa piazza è chiamata dai siracusani puzzu 'ngigneri perchè in un periodo lontano fu costruito un abbeveratoio progettato dall'ing. Ignazio Dal Pozzo e realizzato dal capomastro Branciforte.
(2) Via Bonriposo = Via Piave. I siracusani d'un tempo la chiamavano Via Bonriposo per il fatto che quando esisteva il cimitero in Via Torino, dove adesso si trova l'Istituto Fermi, l'ultimo saluto ai morti, quello del buon riposo, prima di sciogliere il corteo si dava appunto in via Piave.
Nessun commento:
Posta un commento