giovedì 12 giugno 2008

COMPARE CHE COSA NON TI DEBBO RACCONTARE !!!

Carissimo compare, che cosa non ti debbo raccontare!!! Mentre tu te ne stai bello e tranquillo a lavorare in Germania, con i todischi che sono precisi come 'rrologgi svizzeri, noi qua siamo alle prese con le elezioni! quelle provinciali, comunali, di quartiere e macari di vanedda!
E non ti dico, appena picca picca esci dalla porta di casa, pare che t'aspettano 'o passo! "Sei impegnato?" questa è la domanda classica! tu lo guardi un poco 'nsalarutu e timidamente accenni ad un sì ... "e dove? alla provincia, al comune o al quartiere?" ma guarda un po' a chistu quante cose ci devo raccontare che neanche a mia suocera bonarma!
Eh caro compare, tu te ne stai bello e tranquillo in Germania, al fresco ... invece cca' c'è un cauro che non ti conto e non ti dico!
Il bello di questi galoppini, che poi sono i nostri figli o nipoti, ittati nelle strade con mazzi e mazzi di fac simili con le facce di gente che vuole beeene alla città, alla provincia, all'Italia tutta; e mischini devono anche convincere il vicino, il conoscente a votare per il candidato che per adesso ci da' qualche cosa (che neanche a quello che raccoglie ai semafori) e se acchiana ci penserà LUI (per sè e per i suoi parenti, naturalmente).
Caro compare, per farla corta... qua a Siracusa abbiamo più candidati che elettori, io personalmente devo dare il voto a circa 50 alla provincia, 60 al comune e al quartiere si è perduto il conto! si è presentato Concetto cacaligna, Bettina tuppu tisu e non ti dico di Vittorio 1 a 0 e palla al centro!
Caro compare, che cosa non ti debbo ancora raccontare! a Luciano 'u sciancato, l'altro giorno non trovava la porta della casa e non era ubriaco NOOO! l'avevano coperta di manifesti ilittorali!
Comunque sia dopo il 15 tutte ste belle facce 'mpicchiate 'nte muri, saranno spazzate via dalla scopa dell'operatore ecologico (ca sa quante benedizioni ci manna 'e candidati).
Con questo ti saluto e se vieni questa estate ti faccio trovare i buttigghi cca sassa!
tuo affezionatissimo compare.

PICCIUTTANZA di Armando Carruba


Chi è 'a picciuttanza?
na picca 'i stagiuni 'nt'acchianata,
una dopu l'autra,
sutta 'n celu
ca ssi nni futti.
Appoi,
accumincia 'a scinnuta
e sulu quannu ssì 'o funnu
t'adduni ca 'a strata finìu.
GIOVINEZZA - Cos'è la giovinezza?/ qualche stagione di salita/ una dietro l'altra/ sotto un cielo/ che se ne frega/ Poi/ inizia la discesa/ e soltanto quando sei in fondo/ t'accorgi che la strada è finita.
armandocarruba@libero.it

mercoledì 11 giugno 2008

GLI EX-VOTO



Qualcuno dopo aver letto la leggenda del castello di Aci mi ha chiesto cosa sono gli ex-voto.
Il popolo li chiama "miraculi": in genere essi sono quadretti, dipinti su legno, tela o latta con pochi colori vivaci, che riproducono la scena fondamentale, della malattia o della disgrazia e, in un angolo, raffigurano il Santo che ha operato il miracolo.
Spesso vi sono segnati il nome ed il cognome del miracolato, l'anno e le lettere "P.G.R." (per Grazia ricevuta) o V.F.G.A. (voto fatto, grazia avuta).
Quindi "per un voto fatto" (ex-voto), si ringrazia il Salto o la Madonna portando in dono il quadretto dipinto o la copia in cera, terracotta o argento della parte del corpo umano malata e poi miracolosamente guarita.
Esso, però, non è solo un oggetto "per grazia ricevuta", ma dovrà assicurare la continuità della Grazia. E per questo che si trovano, fra gli ex-voto, anche ganbali di ferro per piedi torti, grucce o mazzi di spighe e primizie alimentari.
Gli stessi decoratori dei carri e delle barche, dipingevano gli ex-voto che, ancora oggi, si vedono esposti nei Santuari di tutta l'Isola: molti sono opera di valenti artigiani che, spesso, hanno saputo creare dei piccoli gioielli di arte popolare.
Oltre che nei Santuari e in molte chiese dedicate ai Patroni dei vari paesi, molti sono gli ex-voto esposti nel Museo Etnografico di Palermo, intitolato a Giuseppe Pitrè, grande studioso del folklore e delle nostre tradizioni popolari.
Per onorare il Santo o la Madonna a cui era stata chiesta qualche grazia, molti popolani cucivano degli "abiti votivi" che, una volta indossati, non si potevano togliere più fino a quando non diventavano logori: e questo per non suscitare l'ira del Santo; mentre oggi si indossano solo nelle processioni o nel giorno della sua festa.
A seconda del Santo, si confezionava il vestito con colori e fogge diverse; per esempio, il vestito per il voto fatto a Santa Lucia, è verde con il cordone bianco; per quello a Maria Immacolata, celeste e bianco; per quello a Maria Addolorata, turchino o nero; per quello alla Madonna del Carmine, marrone scuro con il cordone bianco; infine, molti devoti dei due frati francescani S. Corrado e S. Francesco di Paola, confezionavano i sai in tutto simili a quelli indossati dai Santi, con cordone bianco.
armandocarruba@libero.it