'U PURPARU
Il venditore di polpo
'U purparu iniziò la sua attività di ambulante, per poi esercitare il suo mestiere in un lugo fisso della città, effettuando però la sua vendita sempre all'aperto, protetto talvolta da un'effimera tettoia.
'U purparu ambulante, quasi sempre scalzo e con i pantaloni arrotolati sui polpacci delle gambe, circolava per le vie della città con una pentola di terracotta contennte alcuni polpi bolliti nell'acqua ancora calda.
Portava in un paniere alcuni piatti, delle forchettine, una manciata di sale, un uncino di ferro per pescare dalla pentola i polpi e un tagliente coltello per tagliarli.
Così a voce alta vannìava: "C'è 'u purparu! Accattativi 'u purpu! Quantu è cauru e tenniru!"
'U purparu era poverissimo per il fatto che poche le persone disposte a spendere venti centesimi per una piccola porzione di polpo, pensando di poter utilizzare la stessa somma per un chilo di pane.
In verità i tempi erano "stritti" per cui il popolo era costretto a rinunciare ai piccoli capricci di gola, per spendere i pochi soldi di cui disponeva per l'acquisto di beni di prima necessità.
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