lunedì 2 aprile 2007

BURGIO (AG) Il ballo di S. Michele

A Burgio, paesino a 60 km da Agrigento, le celebrazioni pasquali rappresentano, ancora oggi, l'occasione in cui la collettività si ritrova; il Venerdì Santo è il giorno più intenso: Giò alle 7 del mattino i fedeli si riversano numerosi nella Chiesa Madre per la Predica delle sette parole dette da Gesù in Croce. E' il momento della mestizia, che domina la Processione del Cristo morto. Ad accompagnare la cosiddetta littichedda, lungo tutto il paese, uno stuolo di devoti particolari; sono i fratelli bambini vestiti di bianco con un cappuccio in testa e una mantella nera sulle spalle, che suonano tamburi e strumenti antichi, le troccole e le firrialore. Assieme a loro sfilano li insignera, con le insegne delle confraternite. Più tardi altre due Processioni si snodano lungo le vie del paese, per raggiungere il Calvario: la littichedda di li parrina, portata dal Clero, e l'Addolorata. Nel pomeriggio a casa del Governatore della festa si svolge il rituale della vestizione di Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea: saranno loro, in serata, a deporre il corpo di Cristo, dopo aver intonato un antichissimo e straziante lamento. La Processione del Cristo morto conclude le celebrazioni sacre del Venerdì che, però, non è ancora finito per i burgitani: intorno alla mezzanotte, tutti si ritrovano alla carcucciuliata tavolata pubblica a base di cibi poveri, come carciofi, uova, sarde, verdure. Sabato è il giorno del silenzio; a Burgio la gioia esplode nuovamente la Domenica di Pasqua, con lo scampanìo a festa e la sanmichilara suonata dalla banda in onore di San Michele Arcangelo, la cui statua viene portata a spalla dai devoti su e giù per le vie del paese, spetta il compito di annunziare la Resurrezione. Emozionante l'incontro, nella piazza principale, tra la Madonna della Pace e San Salvatore che chiude i riti pasquali. Il pomeriggio di Pasqua, si tiene da secoli un altro momento che coinvolge tutto il paese. Il popolo, che fino alla mattina sfila unito con Gesù Risorto, si divide indue: è la sfida secolare tra i devoti di San Vito e quelli di San Luca, che si protrae fino a tarda sera. Vince chi, facendo "ballare" la statua del proprio Santo, raccoglie più offerte.

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