sabato 6 dicembre 2014

'A TERRA MIA di Pippo Borderi


‘A TERRA MIA (Pippo BORDERI)

Sì tantu cantata
ca ssì a cchiù bedda di tutti
ccu ddi beddi viduti
e ddu mari brillanti.
Si fatta di petri antichi
e di vecchi riordi
unni vulissutu riviviri
‘u tempu passatu.
Ora, cchiù tempu passa
cchiù vecchia ti fai,
ma li ricchizzi toi
nun vanu perduti
anzi si fanu
cchiù beddi e novi
e ammirati
di poveri e ricchi.
E tu ssì cca
bedda, eleganti:
pari ‘n armatu autu e putenti
ca tanti amari guerri
cummatti e taci, in silenziu.
E ssì ammirata fra tutti l’autri
comu a cchiù bedda e antica città
Sarausa!

Pippo BORDERI

LA MIA TERRA – Sei tanto cantata/ che sei la più bella di tutti/ con quelle belle vedute/ e il mare brillante/ Sei fatta di pietre antiche/ e di vecchi ricordi/ e vorresti rivivere/ il tempo passato/ Ora, più passa il tempo/ più vecchia ti fai/ ma le tue ricchezze/ non vanno perdute/anzi si fanno/ più belle e nuove/ e ammirate/ dai poveri e ricchi/ E tu sei qui/ bella, elegante/ sembri un guerriero alto e potente/ che tante guerre amare/ combatti e taci, in silenzio/ E sei ammirata tra tutte le altre/ come la più bella e antica città/ Siracusa!

PIPPO BORDERI
Con Pippo ci conoscevamo da bambini, lui abitava in via Somalia, una traversa di via Malta, ed io all’ex Stazione Sanitaria Marittima in via Molo, oggi l’edificio che era adibito ad Ospedale e che qualche siracusano ricorda ancora come “U Lazzarettu” è sede dei vigili urbani.
Erano gli anni del dopo guerra, gli anni in cui nelle nostre case non c’era niente e c’era tutto: niente cucina a gas ma a legna, niente TV, niente radio, niente frigorifero, niente automobile, niente motocicletta, a volte niente biciclette … ma erano case ricche d’amore.
Pippo si distingueva da tutti noi, sin da bambino era serio, difficilmente giocava con noi ai villini o al molo S. Antonio, ricordo che raccoglieva cartoline di tutte le città italiane, ce li chiedeva e li pagava pure!
Finita la terza media andò ad apprendere il mestiere d’elettricista, era la sua passione più che un mestiere fin da ragazzo.
Lo incontrai anni dopo, mi parlò di un film locale che aveva realizzato, io muovevo i primi passi in un teatrino di parrocchia.
Le nostre strade s’incrociarono più volte, con il tempo era diventato un bravo organizzatore, pur movendosi con pochi mezzi aveva la spregiudicatezza d’andare a Catania e contattare attori e attrici dello Stabile di Catania e portarli sulla scena aretusea.
Ricordo al caffè – luogo d’incontro d’artisti o pseudo tali - le risate che ci facemmo alle sue spalle quando annunziò che avrebbe portato allo stadio Nicola De Simone il complesso dei POOH che all’epoca era primo nelle classifiche della hit parade.
Ci rimangiammo quelle risate con gli interessi, i POOH riempirono per ben due volte il vecchio stadio e gli amici che avevano creduto in lui finanziandolo guadagnarono bene.
Tra noi c’era stima e affetto, anche se non era necessario, quando doveva strapparmi un sì per qualsiasi parte teatrale grande o piccola, ricorreva alla frase “ricordati ca nuatri ni canuscemu ‘i nichi!”
Se ne è andato un pomeriggio d’ottobre, mentre gli amici della compagnia Tropical Piccolo Teatro, diretta da Agostino La Fata, erano riuniti alla sede CISL di Siracusa, per un’improbabile registrazione di voci nel tentativo estremo di fargliele ascoltare e uscire dal coma… La triste notizia ci colse impreparati, Pippo Borderi era uscito di scena in silenzio, ma quanto rumore nei nostri cuori quel silenzio…

Armando Carruba

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