Da sempre i fedeli siracusani hanno chiesto e voluto nel capoluogo i resti mortali della loro Patrona. Le vicissitudini che ha subito il suo corpo dopo il martirio hanno dell'incredibile: L'imperatore Diocleziano perseguitò i cristiani che verso il 300 a.C. erano molto numerosi anche a Siracusa, dove il 13 dicembre 304 la giovane vergine Lucia subì il martirio sul quale le fonti sono discordanti. Gli "atti latini" riferiscono che venne trafitta, mentre il "Codice Papadopulo" (greco) che venne decapitata. Il capo della Santa conservato a Venezia, appare staccato dal busto e dalla spina dorsale; infatti la decapitazione era il genere di supplizio riservato alle persone di nobili natali. Dopo il martirio il suo corpo venne depositato in un preesistente cimitero paleocristiano che successivamente venne ingrandito a Sud in epoca post-costantiniana (attorno al 350) con un tipo di gallerie nuove per Siracusa. Dopo la dominazione araba, iniziata nell'878, i normanni ripristinarono il cristianesimo e il culto della Santa siracusana ritornò alla luce del sole, dopo che le reliquie erano state nascoste dentro un loculo delle vicine catacombe. Ciò avvenne sotto il regno di Tancredi nel 1115. Ma prima un vecchio cristiano, indicò al generale bizantino Giorgio Maniace (venuto a Siracusa e in Sicilia per liberarle dagli arabi) il luogo dove erano state nascoste le spoglie della martire. E così, Maniace, all'insaputa di tutti estrasse dalle catacombe il corpo di Lucia e lo trasportò, assieme ad altri corpi di martiri, come Sant'Agata di Catania, Sant'Eutichio e San Clemente, a Costantinopoli per farne dono alla cattolicissima imperatrice Teodora. Ma nel 1204, Costantinopoli cadde in mano ai crociati e il doge Enrico Dandolo portò solennemente a Venezia il corpo di Lucia, custodito nella chiesa di San Giorgio Maggiore dai monaci benedettini. Nel 1280 un altro trasferimento nella chiesa parrocchiale di Santa Lucia e dopo quasi 600 anni, l'11 luglio del 1860, abbattuta questa chiesa, le sacre spoglie, perfettamente e miracolosamente ben conservate, furono trasportate nella chiesa di San Geremia che da allora fu chiamata anche di Santa Lucia.
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