venerdì 9 gennaio 2015

PUPI SICILIANI di Armando Carruba



I pupi sono quelle caratteristiche marionette armate, di quel teatro epico popolare che probabilmente venne dalla Spagna e operò a Napoli e Roma, ma soprattutto, dalla prima metà dell'Ottocento, in Sicilia, dove avrebbe raggiunto il suo massimo sviluppo.
La parola pupo, deriva dal latino pupus che significa bambinello. Ancora oggi a Roma i bambini sono detti pupi. In Sicilia la parola pupo appare verso la fine del Settecento in una richiesta rivolta al "Presidente del Regno", perchè conceda ad un puparo il permesso di piantare un piccolo casotto.
Nella letteratura siciliana, Giovanni Verga ridurrà, nelle sue novelle, il puparo don Candeloro a burattinaio. e a burattini i pupi. ConMarionette che passione! esordirà un altro autore siciliano, Rosso di San Secondo, nel 1918. Invece Pirandello ebbe il coraggio di chiamare pupi, nella famosa battuta di un suo personaggio del Berretto a sonagli, al quale fa dire "tutti pupi siamo" con ciò che ne consegue.
In Sicilia le due scuole: quella palermitana e catanese con delle differenze nella spada che resta fissa in mano e nell'altra scuola può essere sfoderata e sulle ginocchia: i pupi palermitani piegano le ginocchia quelli catanesi no.

ORLANDO MORENTE: O come sei silente, o valle. Pochi momenti fa c'era il rumore assordante della battaglia, ora regna il silenzio sinistro e pauroso della morte. Non si ode più il cozzare delle spade e delle lance sugli scudi e sulle corazze né il rimbombare delle mazze sugli elmi. Tutto è finito ormai, fedeli ed infedeli sono affiancati nell'ultimo anelito di vita. Ora comprendo come non ho mai compreso che solo nella morte si è fratelli!

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