lunedì 11 settembre 2017

Cartoline siracusane - PIAZZALE MARCONI - Armando Carruba

QUANNU SCIUSCIA ‘U VENTU

Il vento si sa è interprete di racconti e poesie, perché è lui poesia! Il vento che fa gonfiare le barcacce cariche di sabbia per scivolare meglio sul mare; il vento che muove le foglie degli alberi e culla i canneti, il vento che come lamento di un cuore innamorato insegue pensieri! Il vento che bussa in case senza porte e racconta a chi sa ascoltare storie impastate di lacrime, risate, sudore, sogni, voci…e lui soffia e se ne và.
Una serata di vento a Puzzu ‘Ngignieri, la terra gioca con i carretti, gli alberi dei villini abbracciano gli uccellini come figli, l’ultimo treno alla Stazione Marittima sbuffa tutta la sua malinconia al cielo lontano.
Carmileddu sotto le coperte ascolta la voce del vento e nelle orecchie il racconto di padre Emanuele che ogni sera all’Ospizio della Madonna di Pompei al rettifilu  racconta storie! Questa era quella dell’uomo nero! Il ferro è duro, il carbone è nero…la mia vendetta sarà prossima! Forse padre Emanuele per far terminare una serata fatta di partite di pallone a piedi nudi e giocate a dama, raccontava queste storie per far sì che i ragazzini visitatori dell’Ospizio si ritiravano a casa, senza fermarsi da nessuna parte.

Sempre sotto le coperte Carmileddu ascoltava la voce del vento: Peppi Coppula, abbassu a Monarchia! Abbasso ‘u Re! E Peppi pieno di vino di Pachino, camminando a zig zag raccontava alle stelle i sogni di una fanciullezza tanto desiderata e mai conosciuta.

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