venerdì 1 settembre 2017

I RAGAZZI DEL MOLO SAN ANTONIO di Armando Carruba

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Era  il primo giorno di scuola,  si ritornava sui banchi dopo le vacanze estive passate a fare i bagni al molo S. Antonio, a giocare interminabili partite di pallone, ad aiutare il padre o i fratelli maggiori al lavoro, a fare qualsiasi cosa pur di contribuire al bilancio familiare.
Antonio con la cartella, grembiule nero, fiocco rosso e un bel numero romano V a significare la frequenza alla quinta classe elementare, andò a casa di Salvatore così assieme si sarebbero recato a scuola in via G.B.Perasso.
Salvatore non era pronto, gli ultimi ritocchi al fiocco rosso che inspiegabilmente si slegava sempre e una poderosa pettinata a quei capelli che poche volte avevano avvertito odor di pettine, ed adesso si ribellavano  tanto che per tenerli fermi sua madre usò il succo del limone; e poi giù di corsa per le scale!
In via Malta incontrarono Arturo, Angelo e Gino, un’occhiata d’intesa e di corsa per via Tripoli; la macchina del ghiaccio era già in funzione, a piene mani presero quello macinato e prima che l’addetto li rimproverasse s’avviarono a scuola.
Quanta gente quel giorno! C’era il figlio del dottore accompagnato in macchina, quella balilla che tutti ammiravano come se fosse una delle sette meraviglie, le mamme tenevano i figli per mano, loro erano soli e per questo motivo si sentivano già grandi; presente anche l’omino della cicci bella col suo caratteristico bandezzare.
L’anziana bidella dai capelli bianchi, uscita da un libro di fiabe, invitò i ragazzini ad entrare e in fila per due a passo militare, salirono le scale vociando.
Non c’era più il maestro, se n’era andato in punta di piedi quasi a non voler far rumore, accompagnato all’ultima dimora da tutti quei bambini che così tanto aveva voluto bene.
La bidella dai capelli bianchi riempì i calamai d’inchiostro tanto che alcuni di essi traboccavano; la nuova maestra avvertì subito che quegli alunni avevano voluto un gran bene al maestro e mandò il più grandicello a comprare caramelle per tutti.
Si era acquistata la simpatia della scolaresca; delle domande a ciascun alunno  e pronti a scrivere un pensierino su come avevano trascorso le vacanze estive, un modo come un altro per poter fare la radiografia a ciascuno di loro.
Era così iniziato l’anno scolastico, evidenziato dalla disgrazia della Nuova Margherita, lo sfortunato peschereccio saltato in aria mentre recuperava residui bellici nel porto di Siracusa.
I bambini poveri potevano usufruire di un piatto caldo a mezzogiorno alla refezione scolastica, alcuni di essi portavano un po’ di pasta a casa, ai fratellini che ancora non andavano a scuola e al babbo e mamma che in questo immediato dopoguerra, con tutta la loro volontà non riuscivano a sbarcare il lunario.

Anni da non dimenticare, ma mai come allora le famiglie furono così unite e tutti si volevano bene; oggi che abbiamo tutto, spesse volte ci accorgiamo di non possedere niente.   

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