domenica 25 febbraio 2007

GLI ANNI CINQUANTA

Gli anni cinquanta! gli anni della ricostruzione, tempi di miseria nera com'è nera la notte! Le madri, più che al vestiario, pensavano di nutrire al massimo i figli ('u saccu vacanti abbucca) magari nel vestiario qualche toppa c'era, ma erano toppe casuali, e da qui venne la moda del vestiario casual!
I giovani sospiravano d'amore, all'epoca non c'erano tutte queste libertà d'oggi, passiate sotto la casa di lei, alla scuola di taglio e cucito ... e ce n'erano a Siracusa, in Ortigia, alla Borgata 'o rettifilu, 'o puzzu 'ngigneri ...e i giovani ci perdevano la vista e la suola delle scarpe sperando che lei alzasse lo sguardo dal telaio e i suoi occhi incrociassero chi per tanto tempo taliava e sperava.
I padri di famiglia, cercavano di collocare la serata, dopo una giornata di duro lavoro; nei bar si giocava una consumazione a trissette e briscola: 'Nte cantini si jucava 'o toccu o 'e carti, posta in gioco un bel bicchiere di vino accompagnato ccu qualchi ovu duru abbagnatu 'nto sali finu.
"Cauru .. cauru jè .. oh chi beddu 'u sancunazzu, cauru ... cauru stasira, di maiali è! va' canuscilu c'accabbò!"si sentiva vanniari 'o rittufilu, era il rito del sanguinaccio che avveniva una volta la settimana quando si scannava il maiale.
Era la pietanza dei poveri 'u sancunazzu, vanniatu sulle soglie delle macellerie aretusee da un picciriddu che a fine serata si guadagnava qualche soldo per contribuire al magro bilancio familiare.
Ogni tanto, in quegli anni, Siracusa era invasa da marinai americani sbarcati dalle navi da guerra statunitensi in rada al porto e la città si animava!
Le carrozze andavano e venivano con questi festanti marinai in carrozza, e noi ragazzini salivamo sull'asticella posteriore rischiando di brutto le frustate ddo' 'gnuri che se fossero andate a segno, di sicuro avrebbero lasciato un brutto ricordo sulla pelle.
I carrettini dei gelatai ambulanti, che finivano a pizzo, con due manici, cosicchè il venditore spingeva questo carrettino su cui erano montate due ruote di bicicletta, si trasformavano: anzichè gelati dal relativo pozzo uscivano bottiglie di birra ghiacciate tanto gradite ai marinai americani e vendute al triplo del suo prezzo, anche i lustrascarpe che avevano poltrona e sgabello a piazza Pancali e piazza Archimede avevano il loro bel da fare.
Al molo San Antonio gli americani dopo una mancia data ai ragazzini avevano il campo dove tante generazioni di siracusani giocarono interminabili partite di pallone.
Loro invece con le mazze colpendo una pallina e scappando incitati da noi che di quel gioco non capivano niente di niente.
I più grandicelli fumavano le sigarette offerte dai john, era un'america! ogni tanto passava una loro ronda e ne portava via qualcuno che aveva alzato più del dovuto il gomito.
Altri tempi daccordo, ma ricordo sempre l'eslamazione ddo' Zu Turiddu, che vedendo quella spensierata gioventù per Siracusa non poté fare a meno d'esclamare: Mi dumannu e dico comu ficiru sti piccioti a vinciri a guerra!

1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao armando complimentiveramente un bel blog
auguroni maria-sirena