Il 21 Marzo 1953, sabato,
ebbi la gioia di benedire, con cuore di Padre, nella nostra Chiesa Parrocchiale
del Pantheon, le nozze di due semplici creature: Angelo Iannuso di Vincenzo e
Antonina Lucia Giusto di Eduardo. Gli sposi avevano progettato di celebrare le
nozze in Dicembre del 1952, durante l'Ottavario della Festa di S. Lucia, nella
Basilica del Sepolcro. Per un lutto di famiglia la data del matrimonio fu
trasferita e si rimase così nella Parrocchia della sposa. Assai gradito ai
giovani sposi fu il regalo di un quadretto da capezzale raffigurante il Cuore
Immacolato di Maria: dono di nozze di una loro cognata, che l'aveva acquistato
per L.3.500 presso l'Emporio di Salvatore Floresta al Corso Umberto I n. 28 in
Siracusa. Sotto lo sguardo della Mamma del Cielo ha inizio in Via degli Orti di
S. Giorgio n. 11, la vita della nuova famigliola sostentata da un duro lavoro
quotidiano, ben presto confortata dalla speranza di avere una creaturina,
frutto di un sincero amore. Ma si presentava intanto per Antonina una gravidanza
difficile, tanto che talvolta le offuscava la vista. Nella notte che va dal 28
Agosto al 29
Agosto Antonietta si sentì tanto male... Verso le 3 perdette completamente
la vista; fino alle ore 8,30 circa non ci vedeva affatto. Durante uno degli
attacchi convulsivi ritrovò la vista. Non credeva a se stessa. Aprendo gli
occhi, intanto, vide che la Madonna del suo capezzale piangeva. Emozione,
timore, gioia... Facile pensare come la notizia si sparse nel vicinato fino a
diffondersi in tutto il rione e poi in tutta la città. Era vero... la Madonna
di Antonietta piangeva, versava dagli occhi lacrime vere. In quella mattinata
del sabato 29 Agosto 1953 la Madonnina (è questo il nome che il popolo subito
ha gridato) ha versato lacrime sei o sette volte. La folla premeva in quella
povera casetta, tutti volevano vedere. Fu chiamata la Polizia: questa dovette
constatare che la Madonna piangeva veramente. Si dispose così un severo
servizio d'ordine al comando del Dott. Nicolò Samperisi, Commissario dirigente
l'Ufficio di P. S. nella cui giurisdizione era posta Via degli Orti,
validamente coadiuvato dal Brigadiere Umberto Ferrigno. Facile pensare come in
tutto il rione del Pantheon si parlasse animatamente di un fatto così
straordinario. C'era chi gridava al miracolo, ma c'era anche chi non credeva,
prospettando la possibilità di un trucco balordo... Molti mi chiedevano se io
fossi andato a vedere. Ma, a dire il vero, non me la sentivo di fare la parte
del curioso. Ma intanto verso sera del 30 si presentano davanti al cancelletto
della mia Casa Canonica due uomini di età matura (li ho davanti agli occhi, ma
non so individuarli) che con linguaggio serio e persuasivo mi invitano ad
andare in Via degli Orti n. 11 perché la Madonna veramente piangeva. Mi dicono:
«Padre, la Madonna piange... venga. Che ne pensa Lei?». Nella mattinata di
lunedì, prima di Messa, vengono in sagrestia del Pantheon due bambine che con
affabilità mi dicono che la Madonna piange e poi, con insistenza, soggiungono:
«Vada, Padre Bruno, vada, la Madonna piange davvero, noi l'abbiamo vista».
Non volli
lasciarle deluse e promisi che sarei andato. Nel pomeriggio dello stesso lunedì
31 Agosto Mons.
Giuseppe Cannarella, Cancelliere della Curia Arcivescovile di Siracusa, viene
nell'Ufficio Parrocchiale del Pantheon per trattare in merito ad una pratica
di matrimonio. Siamo seduti l'uno di fronte all'altro nelle due classiche
poltrone. Il discorso cade sugli avvenimenti del giorno. Dico al pio Monsignore
che da più parti si chiede un giudizio dell'Autorità Ecclesiastica. - Bisogna
essere molto prudenti, mi dice Monsignore. Al che rispettosamente replico:
«Prudenti si, ma fino a quando?». Mons. Cannarella resta pensoso e poi mi
dice: - Cosa potremmo fare? Suggerisco timidamente la opportunità di provvedere
ad un esame del liquido che sgorgava dal quadretto. Decidiamo così di andare
subito al Laboratorio di Igiene e Profilassi della Provincia, al Foro
Siracusano, per chiedere una eventuale analisi delle lacrime. In Ufficio si
teneva orario straordinario e fu quindi possibile incontrarci con il Dott.
Francesco Cotzia, al quale esponemmo la nostra richiesta. Il Dott. Cotzia si
dichiarò disponibile e volle interessare il collega Dott. Michele Cassola.
Questi si dimostrò piuttosto scettico, ma sinceramente interessato a vederci
chiaro per amore di verità. Si concordò così per l'indomani mattina una visita
in casa di Via degli Orti 11 con il proposito di accertare quanto si asseriva
in merito alla lacrimazione del quadretto e quindi procedere ad un sufficiente
prelievo del liquido (per mezzo di adatte pipette) per sottoporlo ad un
rigoroso esame scientifico. Mons. Cannarella, dopo questo colloquio, si sentì
come sollevato da un peso e mi disse queste testuali parole: «Parroco, disponi
tu nel modo più opportuno e segui di presenza minutamente gli eventi. Io
riferirò a Mons. Arcivescovo. Tu intanto informa, perché sia presente domani
all'arrivo della Commissione in Via degli Orti, il Parroco di S. Lucia al
Sepolcro Padre Arcangelo Signorino O.F.M., competente per territorio». Mi
premurai di parlare con il Capo di Gabinetto del Questore per informarlo della
composizione della Commissione scientifica e della decisione di procedere
l'indomani all'esame del liquido. Lo pregai pertanto di disporre di non fare
togliere da nessuno il quadro dal luogo dove veniva conservato la notte, se
prima non arrivasse in casa lannuso la Commissione da me guidata. La Questura
informò il Commissario di P. S. Dott. Samperisi e tutto fu fedelmente eseguito.
Mons. Giuseppe Cannarella, essendo Cancelliere della Curia Arcivescovile di
Siracusa, in quel periodo era l'unica Autorità Ecclesiastica in sede, poichè
l'Arcivescovo Mons. Ettore Baranzini si trovava presso la Villa S. Metodio,
Seminario di villeggiatura in Canicattini Bagni. Consapevole della delicatezza
del compito affidatomi dalla fiducia di Mons. Cannarella, credetti opportuno
invitare a far parte della Commissione un tecnico dotato di scrupolose qualità,
l'Ing. Luigi D'Urso. Questi aderì ben volentieri. La Commissione, guidata dal
Parroco Giuseppe Bruno, veniva così formata dai Dottori Francesco Cotzia,
Michele Cassola e Ingegnere Luigi D'Urso. Punto di incontro per recarci insieme
in Via degli Orti fu scelto lo stesso Ufficio Provinciale di Igiene in Foro
Siracusano. Mentre stavamo per scendere le scale del detto Ufficio ci è venuto
incontro il Dott. Roberto Bertin, che era chimico della Squibb in servizio a
Siracusa. Meravigliato per il nostro gruppetto, ce ne chiese il motivo e mi
pregò di volerlo accogliere tra noi. Io lo accettai prontamente perché era un
chimico ed era quindi utile per il nostro compito. Bertin fu così aggregato
alla Commissione. Giunti in Via degli Orti il servizio di Polizia ci aprì un
varco in mezzo alla folla assiepata, ma, arrivati davanti alla porta di casa
Iannuso, non ci volevano fare entrare; la Signora Antonietta era troppo seccata
e stanca. Non valsero neppure le insistenze del Dott. Samperisi. Ma appena la
Giusto mi vide in quel gruppetto fu presa da una gioia serena, ricordandosi
che io avevo benedetto il suo matrimonio. Mi invitò ad entrare e vedere la
foto-ricordo della cerimonia di nozze. Io replicai: «O tutti o nessuno!». Si
convinse e così potemmo entrare. Il Parroco Signorino, che era stato da me
invitato a nome di Mons. Cannarella, era venuto con un taccuino in mano, ma ben
presto si congedò dicendomi: «Mi faccia sapere qualche cosa». Nella camera da
letto, i materassi erano ripiegati, trovammo il Ten. Col. Giovanni Grasso,
Comandante il Presidio Militare di Siracusa, il Ten. Col. Carmelo Romano, un
gruppetto di Agenti dell'ordine e qualche altra persona. Fu aperto il cassetto,
dove il quadro era deposto, coperto da una tovaglietta bianca; ma quanta fu
l'emozione nel constatare che gli occhi erano coperti di liquido! L'immagine fu
accuratamente asciugata con cotone e poggiata sul materasso. Volemmo restare in
attesa che il fenomeno si manifestasse dinanzi a noi. Venne pure il Dott.
Mario Marletta, anche lui funzionario dell'Ufficio Provinciale di Sanità. Non
sto a descrivere i sentimenti di commozione e di timore insieme che invasero il
nostro cuore quando dopo le ore 11 l'immagine cominciò a manifestare gli occhi
gonfi di lacrime come persona presa da forte emozione, e poi scendere giù delle
lacrime che, rigando il volto delicato, andavano a raccogliersi nel cavo della
mano. Purtroppo alcuni presenti riuscirono ad assorbire qualche lacrima con del
cotone, ma i chimici con la loro pipetta poterono assicurarsi una parte del
liquido. Io, sebbene avessi portato con me del cotone, non osai toccare
minimamente neanche una goccia di quelle lacrime perché sentivo la grave
responsabilità di assicurare alla indagine scientifica un fenomeno che già
interessava tanta parte del mondo. Da quel momento in cui i chimici poterono
raccogliere almeno una parte delle lacrime sgorgate in loro presenza la
Madonna non ha pianto più. Segno... che lascia pensare. È da notare che l'Ing. D'Urso
volle smontare l'immagine di gesso dalla lastra di supporto e al cospetto di
tutti si poté constatare che il gesso era perfettamente asciutto. I chimici,
recatisi di urgenza presso il Laboratorio Provinciale di Igiene, dettero inizio
subito all'analisi delle lacrime della Madonna di gesso, analisi meticolosa
che si protrasse nei giorni 1 e 2 Settembre con la mia attenta presenza. Ed
ecco una prima relazione giurata, stilata in data 9 Settembre 1953, cui seguì
in pari data una relazione analitica del liquido sgorgato dagli occhi della
Madonnina di Via degli Orti n. 11 a Siracusa. «Il giorno 1 settembre 1953,
alle ore 11, per incarico del Cancelliere della Curia Arcivescovile di Siracusa
Mons. Giuseppe Cannarella, ci siamo recati in via degli Orti n. 11, abitazione
della signora Giusto Antonietta, per constatare il presunto fenomeno della
fuoruscita di liquido da una immagine di Madonna. Con l'aiuto degli agenti di
P. S., che ci hanno fatto passare tra la numerosa folla stazionante davanti la
casa, siamo entrati in una camera da letto che riceve luce da una finestra
prospiciente in via Carso, dove la detta signora, a nostro invito, ha aperto un
cassetto chiuso a chiave, in fondo al quale coperta da un tovagliolo, era riposta
una immagine della Madonna apparentemente di maiolica colorata su vetro nero.
Detta immagine era già evidentemente bagnata in più posti della faccia e del
busto, che sono stati accuratamente asciugati con cotone. E rimasta così una
sola goccia, all 'angolo interno dell 'occhio sinistro che è stata prelevata
con una pipetta di 1/10 di cm.3. Successivamente altre gocce sono sgorgate
dallo stesso posto e sono state ancora raccolte. Mentre si riponeva il
contenuto in un tubo di vetro, altre lacrime sono scese dall 'occhio e si sono
raccolte sull 'incavo formato dalla mano sorreggente il cuore, dove sono state
pure prelevate. Non è stato possibile durante il prelevamento impedire che
parte delle lacrime fossero asciugate dagli astanti. In tutto è stato portato
in Laboratorio poco più di un cm3 di liquido. Il fenomeno, durato
circa quindici minuti, da quando l'effige è stata messa fuori dal cassetto, non
si è più ripetuto e non è stato possibile quindi di avere altro materiale per
l'esame. «È da notare che l'esame con
lenti di ingrandimento degli angoli interni degli occhi non ha fatto rilevare
nessun poro o irregolarità della superficie dello smalto. La parte di apparente
maiolica dell'effigie è stata staccata dal vetro nero di supporto e si è potuto
notare che la immagine è costituita da uno spessore di gesso vario da 1 a 2 centimetri circa, verniciato
a colori vari all 'esterno e grezzo all 'interno, dove mostra una superficie
irregolare bianca che al momento dell'esame si mostrava completamente
asciutta. «Firmano quali membri della Commissione incaricata: Dott. Michele
Cassola, Dott. Francesco Cotzia, Dott. Ing. Luigi D 'Urso, Parroco Rev.
Giuseppe Bruno. «Erano presenti pure: il Commissario di P.S5. dott. Samperisi
Nicolò, il prof Greco Pasqualino da
Floridia, il dott. Bertin Roberto, Chimico, il brigadiere di P. S. Ferrigno
Umberto, il Ten. Col. Giovanni Grasso, Comandante il Presidio militare di
Siracusa ed il Ten. Col. Carmelo Romano, ufficiale superiore del Presidio». «I
primi quattro firmatari tanto attestano, prestando giuramento, sui SS.
Vangeli, di dire tutta la verità e soltanto la verità». «In fede Siracusa, 9
settembre 1953. Parroco Giuseppe Bruno».
Segue la relazione analitica del liquido sgorgato
dagli occhi della Madonnina.
PRECISAZIONI E CONSIDERAZIONI
Il liquido in esame si
presenta leggerissimamente opalescente e contiene minutissimi corpuscoli
lievemente giallastri. La quantità di liquido da porre in esame è all 'incirca
un centimetro cubico e non consente alcuna macro-reazione chimica. Si ricorre
quindi a una serie di microreazioni orientative con prove di confronto su acqua
distillata, su acqua di fonte e su sierofisiologico (soluzione di cloruro di
sodio al 9 per mille); inoltre vengono eseguite alcune reazioni specifiche e
fondamentali relative alle ricerche chimico-fisico-biologiche in confronto di
secreto lacrimale di adulto (prelevato al dott. Cassola dal dott. Cotzia) e
secreto lacrimale di un bambino di anni due e mesi sette, appartenente allo
Asilo Nido di Siracusa: Galeota Giuseppe di Santo - Via Molo. Le microreazioni
chimiche vengono inoltre vagliate a vario ingrandimento al microscopio, con
l'osservazione dell'intero campo della reazione chimica, determinando lo
aspetto del precipitato, sempre raffrontato con preparati da reazioni di confronto
come suddetto. A tale scopo le reazioni si sono preparate in vetrini portaoggetti
da microscopio, ben puliti e dopo la osservazione oculare, cioè ad occhio nudo,
si è iniziata la osservazione microscopica, (previa apposizione del vetrino
copri-oggetto), confortata dalle prove di comparazione sui liquidi già detti e
sulle lacrime secrete dai soggetti umani, prelevati come dianzi detto, in
Laboratorio. L 'osservazione delle varie reazioni venne controllata da ciascun
membro della Commissione e l'osservazione visiva venne confortata da una
accurata valutazione e coordinazione sia tecnica che scientifica di quanto era
stato constatato. Le microreazioni eseguite si sono altresì limitate a quelle
ricerche caratteristiche e relative alla composizione della materia che
costituisce il rilievo della «Madonnina».
PROCEDIMENTO ANALITICO
Determinazione della
reazione.
La determinazione della
reazione si è eseguita mediante le cartine speciali per la ricerca comparativa
del P.H., ottenendo P.H. =6,9.
Reazioni eseguite.
Le micro-reazioni sono state
eseguite prelevando il liquido in esame con ansa di platino assoutamente
pulita, i reattivi si sono posti sui vetrini pure con altra ansa di platino ben
pulita alla fiamma.
Ricerca di solfati
Liquido in esame addizionato
a nitrato di bario: non ha dato luogo alla formazione di alcun precipitato:
Assenza di solfati.
Liquido in esame addizionato
con acido cloridirico: non si è ottenuta alcune effervescenza:
Assenza di carbonati.
Liquido in esame addizionato
a solfocianuro di potassio: non si è ottenuta la caratteristica colorazione
rossa denotante il ferro:
Assenza di ferro.
Liquido in esame addizionato
a piroantimoniato di potassio: precipitato bianco cristallino caratteristico
del piroantimoniato sodico:
Presenza del sodio.
Presenza già rilevata alla
fiamma mediante un filo di platino umettato del liquido in esame, dando luogo
alla intensa colorazione gialla del sodio in fiamma ossidante. Anche il calcio
è risultato assente, perché non si è osservata alla fiamma ossidante alcuna
colorazione rosso aranciata. Liquido in esame addizionato a nitrato di argento
in ambiente di acido nitrico: Precipitato bianco caseoso con lieve tendenza al
giallo, stabilizzandosi nel caratteristico precipitato grossolanamente fioccoso,
dalla formazione di cloruro di argento denotante la presenza di cloro. La
lieve anomalia della colorazione del precipitato con noduli amorfi riscontrati
all'osservazione microscopica (noduli amorfi di aspetto nerastro), ha dato
luogo ad una discussione scientifico-tecnica tra i componenti la Commissione,
che oltre a ripetere il saggio, hanno eseguito prove di confronto sia in
soluzione fisiologica, che in acqua di fonte, osservando la caratteristica dell
'aspetto del precipitato di cloruro di argento, sempre sotto il campo del
microscopio senza peraltro rilevare in alcune di esse nè la caratteristica
colorazione, nè i nuclei amorfi di aspetto nerastro. Si ricorre quindi al
confronto della reazione sul secreto lacrimale di adulto riscontrando analogo precipitato
con nuclei morfi di aspetto nerastro. La stessa reazione viene ancora eseguita
sul secreto lacrimale del bambino sopramenzionato e ha dato luogo alla
precipitazione più abbondante che nei due saggi precedenti, ma di aspetto più
bianco e meno ricco di noduli amorfi di aspetto nerastro. Ora, poiché nel
secreto lacrimale, oltre alla presenza del cloruro di sodio sono presenti
piccolissime particelle di proteine o sostanze analoghe sempre del tipo
quaternario, cioè formate da carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto; si può concludere
che per quanto riguarda questo saggio, vagliato e controllato, il nitrato di
argento dà luogo alla formazione di proteinato di argento solubile anche in
presenza di cloruro di sodio e di acido che in rapporto alla quantità presente
favorisce la colorazione che può andare dal giallo tenue al giallo-bruno ed
anche al bruno-intenso, a seconda della quantità di sostanza proteica. Nella
composizione proteinica (quaternaria) asportata da un liquido escretore, quale
è il secreto lacrimale, è possibile la presenza, per affinità conduttiva e di
composizione, di nuclei amorfi quali eventualmente gli urati alcalini (quaternari
anch 'essi) che determinano, in presenza di argento, la formazione di un
composto di aspetto nerastro come i nuclei riscontrati sia nel liquido in esame
che nei due secreti lacrimali umani, e che maggiormente si riscontrano nel
secreto dell 'adulto e, specie in quest'ultimo, la colorazione giallina del
precipitato del cloruro di argento. Si verrebbe pertanto a presumere che non si
riscontrano sostanze solubili ed elementi di composizione della materia di cui
è composta la «Madonnina», ma il liquido in esame risulterebbe costituito da
una soluzione acquosa di cloruro sodico in cui si nota la presenza di tracce di
proteine e nuclei di formazione di composti d'argento di sostanze escretorie
del tipo quaternario, ugualmente riscontra te nei secreti umani di confronto
sottoposti all 'analisi.
CONCLUSIONI
In definitiva, 1'aspetto,
1'alcalinità e la composizione inducono a far ritenere il liquido esaminato di
analoga composizione del secreto lacrimale umano. Siracusa, 9 settembre 1953.
firmato: Dr. Michele Cassola,
Direttore ff. della Sezione Micrografica del Laboratorio Provinciale.
Dr. Francesco Cotzia,
Assistente Sezione Micrografica Laboratorio Provinciale, Siracusa.
Dr. Prof. Leopoldo La Rosa,
Chimico igienista.
Dr. Mario Marletta, Medico
Chirurgo.
Il sottoscritto Parr.
Giuseppe Bruno attesta di avere assistito alle prove di esame praticate sul
liquido, di cui nella 4 presente relazione, e di avere ricevuto il giuramento,
sui SS. Evangeli, dei firmatari, che hanno alla mia presenza sottoscritto. In
fede
Giuseppe Bruno Parroco di
S. Tommaso Ap. – Siracusa
La relazione giurata,
presentata alla Curia Arcivescovile di Siracusa, circa l'analisi delle lacrime
della Madonnina di gesso, eseguita il giorno 1 e 2 Settembre 1953, e la
relazione analitica del liquido sgorgato dagli occhi della Madonnina in Via
degli Orti 11 in Siracusa, in data 17 Ottobre 1953 sono state depositate
presso il Tribunale Ecclesiastico di Siracusa dal Dott. Michele Cassola. E qui
mi piace ricordare quanto il 24 Agosto 1966 il Dott. Tullio Manca a Camaldoli
mi confidò: al momento della lacrimazione della Madonnina lui era il medico
curante della Antonietta Giusto. Ha visto lacrimare la Madonna e per
assicurarsi mise le dita negli occhi, se le bagnò di lacrime e istintivamente
si asciugò nel fazzoletto, che purtroppo perdette per averlo dato ad una
ammalata. È una testimonianza ma è bene
conoscere che il 25 Settembre il Tribunale speciale ecclesiastico costituito
con decreto arcivescovile del 22 Settembre 1953 iniziò i suoi lavori per
l'esame del fatto della lacrimazione dell'immagine del Cuore Immacolato di
Maria in via degli Orti. Furono citati ed ascoltati sotto la santità del giuramento
ben 201 testimoni oculari, i quali tutti hanno attestato la realtà storica del
fatto della Lacrimazione del Cuore Immacolato di Maria in via degli Orti. È a tutti nota l'eco che il prodigioso miracolo delle Lacrime di Maria
ebbe in ogni categoria di persone in Città, mentre la notizia per le vie della
stampa e della radio raggiungeva anche paesi e regioni lontane. Via degli Orti
divenne luogo di preghiera, mentre file interminabili di pellegrini, sani e
malati, accorrevano da ogni parte fra canti e invocazioni. Ho potuto segui-re
giorno per giorno, direi ora per ora, vere folle di fedeli che venivano ad
implorare grazie ai piedi della Madonnina. Un sentimento unanime di commozione
toccava i cuori di tutti e li spingeva decisamente a penitenza. Nella Chiesa
Parrocchiale del Pantheon, assai vicina
al luogo della Lacrimazione, arrivavano ad ondate continue i pellegrini che
chiedevano di confessarsi tutti. I Sacerdoti non bastavano e le forze non
reggevano più. La vita normale della Parrocchia fu come travolta da questa
nuova, urgente esigenza: confessare, comunicare i pellegrini che giungevano da
ogni parte e con ogni mezzo. Anche la Parrocchia di S. Lucia al Sepolcro si
trovò di fronte à questo problema e
tutti i Padri furono impegnati per le confessioni, senza sosta e a tutte le
ore. Quando nell'Udienza concessa il 6 Marzo 1959 all'Arcivescovo di Siracusa e
ad alcuni membri del Comitato il S. Padre Giovanni XXIII chiese con ansia tutta
paterna: «Si nota un miglioramento spirituale nel popolo?», ebbi la fortuna di
potere rispondere in questi termini: «Il miglioramento c'è, ma non si manifesta
in forma di esaltazione religiosa, bensì
in un processo lento e graduale, in cui è chiaro il lavoro della Grazia». Ed
il S. Padre aggiunse, vivamente soddisfatto: «Questo è buon segno». Da dove
partì il primo
pellegrinaggio organizzato per recarsi ai piedi della Madonnina in Via degli
Orti? Partì dal Pantheon. Nel pomeriggio del sabato 5 Settembre 1953, alle ore
18,30, viene guarita la piccola Enza Moncada, di anni 3 e mezzo, abitante in
Via della Dogana 8. La gioia è grande. Come non ringraziare la Madonna per
tanta benevolenza verso la nostra Parrocchia? Fu così che la Domenica seguente, il 6 Settembre,
dopo la Messa dei Fanciulli, il Parroco con le catechiste hanno guidato ben 90
fanciulli del Pantheon in Via degli Orti, con in testa una umile croce, quella
stessa che la Parrocchia ora ha donato al Santuario come ricordo storico del
I° Pellegrinaggio del mondo ai piedi della Madonnina. Una bella foto della
rivista «Epoca» ce ne offre chiara documentazione. Enza Moncada, all'età di un
anno era stata colpita da paralisi infantile. Le cure praticate non avevano
dato esito alcuno. Fu portata, a furia di stenti, ai piedi della Madonnina.
Dopo qualche minuto il popolo grida a gran voce: «Viva Maria! Miracolo!». La
bimba con la sua manina, già inerte, salutava «ciao» alla Madonnina. Saluta
ancora ripetutamente la folla, fremente di commozione. Mi fu portata subito
nell'Ufficio Parrocchiale del Pantheon. Articolava la manina con occhi pieni di
stupore e girava e rigirava il braccio, meravigliata. La nostra Parrocchia
formulò il voto di offrire ogni anno alla cara Madonnina 4 grandi ceri,
recandoci in pellegrinaggio ai suoi piedi. Il voto è stato puntualmente
adempiuto il 28 Agosto di ogni anno (apertura delle Celebrazioni)
ininterrottamente con imponente manifestazione di fede popolare, fino a quando
ci è stato consentito dalle situazioni emergenti. Il 7 Settembre in via degli
Orti mi viene incontro la Signora Anna Vassallo Gaudioso. Ci conoscevamo assai
bene fin dal 1936, anno in cui, novello Sacerdote, fui destinato Vicario Cooperatore
presso la Chiesa Madre di Francofonte. La ricordo pallida e stanca, col volto
rigato di lacrime, ai piedi della Madonnina
esposta ancora presso Casa Lucca. La accompagnava, confuso e commosso,
il marito Dott. Salvatore Vassallo, il quale in breve mi espose le penose
condizioni di salute della Signora Anna. L'aveva accompagnata a Siracusa, dalla
Madonnina, per farla contenta... «Padre - mi disse la Signora Anna, sempre
prostrata ginocchioni a terra davanti all'Immagine, fiorita come per incanto -
non per me chiedo che la Madonna mi conceda la guarigione, ma per mio marito.
Preghi anche Lei per me». Mi chiese un pezzettino di bambagia con le lacrime
della Madonna. Non ne avevo; le promisi di dagliene un pezzettino che aveva
veramente toccato la prodigiosa Immagine. Ritornò nel pomeriggio del giorno 8
per ricevere da me il cotone promesso. La riassicurai dicendo che lo avevo già
per lei preparato in uno scatolino di plastica a casa mia. Poteva andare. Venne
così l1indomani giorno 9 in Canonica e poichè io mi trovavo fuori
fu la mamma mia a consegnarle il desiderato cotone che aveva toccato la sacra
Immagine della Madonnina. Col cuore fiducioso e confortata fece così ritorno a
Francofonte. Quando si sentì guarita venne ancora a trovarmi in Casa Canonica.
Era come fuori di sè per la commozione e la gioia. Mi ripetè più volte: «Padre
Bruno, la Madonna mi ha esaudito, sono guarita, mi creda». La mia prima
impressione fu che la Signora Anna, poveretta, era un po' esaltata. Cercai di
calmarla, ma quella non si stancava di comunicarmi la sua gioia. Finalmente mi
disse: «Padre, c'è qui pure mio marito, che aspetta; siamo venuti insieme a
ringraziare la Madonna». Fu così che il Dott. Salvatore Vassallo mi raccontò
tutto e si dichiarò pronto a documentare la straordinaria guarigione della
Signora. Cosa che poi fece nella maniera più esauriente. Il 5 Settembre 1953 il
Signor Ulisse Viviani, Procuratore della Fabbrica di Bagni di Lucca che sotto
l'insegna di Ditta ILPA aveva prodotto e messo in commercio la statuina della
Madonna, donata alla Giusto, aveva appresso da una lettera del Signor Salvatore
Floresta, titolare dell'emporio sito in Corso Umberto I 28 in Siracusa, che una
delle due Madonne acquistate da lui il 30 Settembre 1952 avesse versato dagli
occhi vere lacrime umane. Fu così che il Viviani e lo scultore Amilcare Santini
corsero a Siracusa per rendersi conto di presenza di un fatto così
sconvolgente. Si
recarono in Via degli Orti, ma subito dopo, guidatidal Floresta Ugo vennero nel
mio Ufficio Parrocchiale del Pantheon, dove, su mio invito, furono ben lieti di
fare la seguente dichiarazione:
«Il Signor Ulisse Viviani,
procuratore della Ditta, abitante in Bagni di Lucca in Via Contessa Casalini
25, il Signor Amilcare Santini scultore, abitante a Cecina (Livorno) in Via
Aurelia 137 e il Signor Domenico Condorelli rappresentante della Ditta per la
Sicilia, abitante a Catania in Via Anfuso 19, sono venuti in Siracusa e
osservata attentamente la Madonnina piangente hanno constatato e dichiarano
che l'immagine è tale e quale uscita dalla fabbrica, nessuna manomissione od
alterazione di sorta è stata in essa praticata. «In fede sottoscrivono la
presente giurando sui SS. Vangeli alla presenza del Parroco Giuseppe Bruno in
Siracusa, il 14 Settembre 1953».
Scritta, giurata e
sottoscritta nella mattinata. Il 19 Settembre 1953, alle ore 18 di sabato, il
quadretto della Madonna delle Lacrime fra una marea di popolo osannante e
implorante veniva trasferito in Piazza Euripide e collocato in maniera
dignitosa in una stele eretta sullo sfondo di Casa Carani. Qui mi piace
ricordare, e non è senza significato, che la stele fu donata dalla Impresa
Atanasio & Maiolino, che in quel periodo eseguiva i lavori di costruzione
dell'Opera parrocchiale Maria SS. Regina di Fatima in Viale Ermocrate. L'Ing.
Attilio Mazzola, che era il Direttore Tecnico della Ditta, elaborò un suo
progettino per una stele a forma di pagoda, ma non fu accettata. Prevalse
invece il disegno dell'Ing. Adolfo Santuccio, Capo dell'Ufficio Tecnico del
Comune. Il luogo prescelto era stato indicato dal Dott. Francesco Atanasio che
aveva a tempo fatto un sopraluogo in mia presenza. Avuto il benestare di Mons.
Arcivescovo e del Sindaco la Ditta si mise subito al lavoro, che fu eseguito
nella stessa Piazza Euripide fra l'entusiastico interessamento del popolo. La
pietra bianca fu prelevata da una cava del territorio siracusano (Canicattini
Bagni o Palazzolo Acreide) mentre il lavoro di intaglio fu eseguito gratuitamente
dai Signori Salvatore Maiolino, Giuseppe Atanasio, Vincenzo Santuccio e Cecè
Saccuzza. Il Sindaco Dott. Alagona, a lavoro ultimato, a tempo di record, inviò
alla Ditta una lettera di cordiale compiacimento e ringraziamenti. Il Cav.
Giuseppe Prazio offrì a sua volta i lavori in metallo per custodire la Sacra
Immagine. Piazza Euripide divenne così il grande centro di culto per
innumerevoli pellegrini che accorrevano ai piedi della cara Madonnina da ogni
parte del mondo. E questo durò fino a quando potè essere allestita la Cripta
del grande Santuario che avrebbe testimoniato al mondo la fede del nostro
popolo.
RADIOMESSAGGIO DI PIO XII AI SICILIANI
All'unanime giudizio
espresso dall'Episcopato della Sicilia (12 dicembre 1953) che dichiara «non
potersi mettere in dubbio la realtà del fatto della Lacrimazione» e che ne
propone la prima autorevole interpretazione, segue, a meno di un anno,
l'inaspettato Radiomessaggio di Papa Pio XII (17 ottobre 1954) che trasforma il
silenzioso scorrere del pianto di Maria in un messaggio profetico. Ecco un
significativo brano:
«Ora, se tanto ardente e
radicata è la devozione a Maria nel popolo di Sicilia, chi potrebbe
meravigliarsi che Ella, secondo quanto ci è stato riferito dai vostri
degnissimi Presuli, abbia scelto una vostra illustre città per dispensare in
questi ultimi tempi segnalatissime grazie? Certamente questa sede Apostolica
non ha finora in alcun modo manifestato il suo giudizio intorno alle lacrime
che si dissero sgorgate da una sua effige in un umile casa di lavoratori;
tuttavia non senza viva commozione prendemmo conoscenza della unanime
dichiarazione dell'Episcopato della Sicilia sulla realtà di quell'evento. Senza
dubbio Maria è in cielo eternamente felice e non soffre nè dolore nè mestizia;
ma Ella non vi rimane insensibile, chè anzi nutre sempre amore e pietà per il
misero genere umano, cui fu data per Madre, allorchè dolorosa e lacrimante
sostava ai piedi della Croce, ove era affisso il Figliuolo. Comprenderanno gli
uomini l'arcano linguaggio di quelle lacrime? Oh le lacrime di Maria! Erano
sul Golgota lacrime di compatimento per il suo Gesù e di tristezza per i peccati
del mondo. Piange Ella ancora per le rinnovate piaghe prodotte nel Corpo
mistico di Gesù? O piange per tanti figli, nei quali l'errore e la colpa hanno
spento la vita della grazia, e che gravemente offendono la maestà divina? O
sono lacrime di attesa per il ritardato ritorno di altri suoi figli, un dì
fedeli, ed ora trascinati da falsi miraggi fra le schiere dei nemici di Dio? A
voi spetta di cooperare con l'esempio e con l'azione al ritorno dei profughi
alla casa del Padre e di adoperarvi affinchè si chiudano al più presto le
brecce aperte dai nemici della religione nella vostra isola, fatta oggetto di
cupido assedio».
COMUNICATO DELL'EPISCOPATO SICULO A RIGUARDO DELLA
«MADONNA DELLE LACRIME»
«I Vescovi di Sicilia,
riuniti ieri per la consueta Conferenza in Bagheria (Palermo), hanno ascoltato
l'ampia relazione dell'Ecc.mo Mons. Ettore Baranzini, Arcivescovo di Siracusa,
circa la "lacrimazione" della immagine del Cuore Immacolato di Maria,
avvenuta ripetutamente nei giorni 29 - 30 - 31 agosto e 1 settembre di
quest'anno, a Siracusa (via degli Orti n. 11), vagliate attentamente le relative
testimonianze nei documenti originali, hanno concluso unanimemente col giudizio
che non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione. «Fanno voti che tale
manifestazione della Madre Celeste ecciti tutti a salutare penitenza ed a più
viva devozione verso il Cuore Immacolato di Maria, auspicando la sollecita
costruzione di un Santuario che perpetui la memoria del prodigio.
Palermo, 12 dicembre 1953.
+ Ernesto Cardinale
Ruffini Arcivescovo di Palermo»
COMMENTO DI S. E. MONS. BARANZINI AL COMUNICATO
«Salga la nostra più devota
riconoscenza al Cuore Immacolato di Maria, Madonna delle Lacrime, che ha
ispirato al Ven. Episcopato Siculo di emanare questo importante comunicato e
siamo pure gratissimi a Sua Eminenza Rev.ma il Card. Arcivescovo Ruffini e a
tutti gli Ecc.mi Vescovi di Sicilia per il loro atto che ci riempie di gaudio
e di commozione. «Rimangono ancora sub iudice le molte guarigioni che si asseriscono
e che la Commissione speciale medica sta vagliando attentamente. «Ma giova
notare che non si pretende che ciascuna guarigione importi un intervento
miracoloso, giacchè è proprio del miracolo il carattere eccezionale e il miracolo
deve essere seriamente constatato e in ciò si ammira la grande prudenza della
Chiesa. «Tuttavia non si può negare che molte guarigioni corporali sono grazie
segnalate da attribuire alla intercessione della cara Madonna. Ci conforta
l'aggiungere che molteplici sono le grazie di guarigioni spirituali, note più a
Dio che agli uomini. «Mentre protestiamo tutta la nostra umile sottomissione
alle venerate disposizioni che potrà dare in avvenire la Santa Sede, sia
nostro impegno di fare tutto convergere alla maggior gloria di Dio, a
incremento della devozione alla Vergine Santa ed al vero bene delle anime
nostre. «Fecondo di grazie e di benedizioni sia per tutti il Santo Natale e la
Madre divina Immacolata in questo anno Mariano ci faccia crescere nell'amore e
nella fedeltà al suo Gesù.
Siracusa, 16 dicembre 1953.
+ Ettore Arcivescovo di Siracusa Vescovo di Ragusa»
L'auspicio dell'Episcopato
siculo per una "sollecita costruzione di un Santuario che perpetui la
memoria del prodigio" si avvia a felice realtà. Il Santuario, oltre che da
una parte superiore, è anche costituito da una parte inferiore: la Cripta, la
cui costruzione è iniziata nel 1966 e si è conclusa nel 1968. La Cripta fu
"consacrata" il 28 Agosto 1968 da Mons. Giuseppe Bonfiglioli,
Arcivescovo di Siracusa, successore di Mons. Ettore Baranzini (morto il 6 Marzo
1968). Il rito solenne iniziò alle ore 18.30 e durò circa due ore. Il 29 agosto
1968, alle ore 18.00, iniziò la traslazione solenne della prodigiosa Immagine
della Madonna delle Lacrime da Piazza Euripide alla Cripta del Santuario. Le
cronache del tempo descrivono la partecipazione della gente calcolando la
presenza di decine di migliaia di persone. L'Immagine della Madonna è rimasta
nella Cripta fino al gennaio del 1987, data di inizio dei lavori di completamento
del Santuario. Nella Cripta si trovano diverse cappelle: due sono adibite al
sacramento della Riconciliazione; altre otto sono arricchite da artistiche
icone in mosaico. L'Istituto Artistico Mèilini di Firenze ha realizzato i
mosaici delle cappelle: Sacra Famiglia, S. Lucia, S. Agata, San Corrado, San
Francesco.
La scuola Beato Angelico di
Milano, ha realizzato la cappella di S. Pietro e S. Paolo e quella del SS.
Sacramento. L'Arte Musiva di Milano la cappella del Crocifisso.
Sacra Famiglia
In questa cappella si
presenta l'esempio della famiglia di Nazareth come modello per ogni famiglia,
infatti Maria ha pianto all'interno di un nucleo familiare per invitarci a
creare famiglie che vivano secondo il Vangelo.
Santa Lucia
Non poteva mancare un significativo
riferimento alla Patrona di Siracusa, dove si trovano il Sepolcro e il luogo
del martirio; ella è morta martire nel 304 d.C. per dare testimonianza di
fedeltà a Cristo; nel mosaico della cappella, sono stati evidenziati alcuni
elementi della tradizione attraverso dei simboli (la palma ricorda il martirio,
gli occhi ricordano che è protettrice della vista, i buoi che cercano di
tirarla ricordano che nemmeno la forza più bruta può trascinare chi ha una fede
forte).
Sant'Agata
Patrona della vicina città
di Catania, anch'essa è morta martire, nel 251 d.C.. Anche qui vi sono dei simboli
(la palma ricorda il martirio, le cesoie ricordano che fu martirizzata con il
taglio del seno).
San Corrado
Patrono della vicina diocesi
di Noto, era un nobile ricco di Piacenza. I simboli, presenti nel mosaico,
descrivono elementi della tradizione: il fuoco ricorda che per catturare più
selvaggina fece scoppiare un incendio che divampò e distrusse case e fienili,
di ciò incolparono un altro; ma egli poi si fece carico del suo errore
riparando con i suoi beni; divenne eremita e peregrinò in vari luoghi fino a
che giunse a Noto. Il fiume e le rocce ricordano la valle di Noto; le colombe
e il cervo ricordano che viveva a contatto con la natura; il libro e il rosario
ricordano che pregava molto.
S. Pietro e S. Paolo
Sono due grandi personaggi,
due apostoli e due colonne portanti della Chiesa Pietro è legato alla storia
siracusana poiché, nel periodo in cui si trovava come vescovo ad Antiochia,
inviò a Siracusa come primo vescovo Marciano, suo discepolo. Pietro è una
figura importante per il ruolo che Gesù gli ha affidato quale capo della
Chiesa, le chiavi rappresentano il dono di poter aprire e chiudere le porte del
regno dei cieli. Lungo la figura di Pietro vi è una croce capovolta che indica
il modo in cui egli si fece crocifiggere perché non si riteneva degno di morire
come il suo Maestro. Paolo si fermò tre giorni a Siracusa insieme con Luca,
durante il viaggio che lo doveva condurre a Roma per essere processato (At
28,12). Nel mosaico il simbolo è la spada: unica arma di Paolo era la parola di
Gesù "più tagliente di una spada a doppio taglio".
San Francesco
Il Patrono d'Italia, nel
mosaico, è rappresentato con i simboli del lupo e dell'agnello, per ricordare
il mira'colo del lupo di Gubbio. Sullo sfondo c'è la Porziuncola, chiesetta
dedicata alla Madonna; la città rappresentata sullo sfondo è Assisi.
Cappella del Crocifisso
Con questo mosaico è
descritto l'avvenimento che si svolge sotto la croce: si dilata la maternità di
Maria per abbracciare tutti gli uomini come figli, li rappresentati dal
discepolo Giovanni. La lacrimazione a Siracusa è la prova che Maria ancora oggi
continua a svolgere il suo ruolo materno verso di noi.
Cappella del SS. Sacramento
Qui le figure rappresentate
non hanno contorni ben definiti, tutto è sfumato, perché queste immagini non
devono suscitare la preghiera dei fedeli, poiché il cuore di tutto, verso cui
deve volgersi la preghiera, è il tabernacolo con la presenza di Gesù Eucarestia.
L'immagine in ginocchio è S. Margherita Alacoque, una suora cui più volte
apparve Gesù (l'altro personaggio raffigurato a sinistra nel mosaico). Gesù
mostra il cuore, simbolo del suo amore. Tutto è avvolto in un vortice colorato
che parte dal Tabernacolo (a forma di diamante); si vuole così esprimere la
realtà nella vita della Chiesa: l'amore di Gesù Eucarestia attira, come un
vortice, tutti a sé.
IL SANTUARIO
Fu compito dell’allora
arcivescovo Mons. Calogero Lauricella avviare e condurre, pur fra tante prove,
con fede, prudenza ed equilibrio i lavori della parte superiore del Santuario.
La sera del 5 novembre 1994 S. E. l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Costanzo preleva
il quadretto della Madonna dalla Cripta e lo sistema definitivamente fra candidi
marmi nell’apposita edicola sovrastante l’Altare del Santruario. Per l’evento
del pianto di Maria a Siracusa, il sigillo più autorevole è stato il momento
della visita del Papa (6-11-1994) che ha “dedicato” alla Madonna delle
Lacrime il Santuarioe ne ha consacrato il significato e il ruolo: “Santuario
della Madonna delle Lacrime; sei sorto per ricordare alla Chiesa il pianto
della Madre”.
Alla dedicazione era
presente una folla di oltre cinquemila persone, che hanno partecipato con
commozione e grande raccoglimento; vi erano anche i testimoni della
Lacrimazione della Madonna, alcuni miracolati, i protagonisti della costruzione
del Tempio, le autorità regionali e locali. Hanno concelebrato con il S. Padre
Giovanni Paolo Il, tutti i Vescovi di Sicilia con il Card. Salvatore
Pappalardo. C'erano, inoltre: il neo Cardinale Fumo; l'Arcivescovo Mons.
Giambattista Re, Sostituto della Segreteria dello Stato del Vaticano; Mons.
Monduzzi, Prefetto della Casa Pontificia; i Nunzi Apostolici del Brasile, Mons.
Rapisarda e della Colombia, Mons. Romeo, entrambi siciliani. Vi erano circa 200
sacerdoti. L'Arcivescovo di Siracusa, Mons. Giuseppe Costanzo, ha indirizzato
al S. Padre un saluto riverente ed ha illustrato le caratteristiche del
santuario, consegnando simbolicamente la chiave della chiesa. L'omelia del
Papa è stata straordinariamente ricca di elementi preziosi per comprendere il
messaggio delle Lacrime di Maria; certamente resta il punto di riferimento più
autorevole e completo per interpretare, attraverso il Magistero della Chiesa,
il silenzioso pianto della Madre. Questa suggestiva creazione pensata ed ideata
con la finalità di divenire "clinica dello spirito" vuole accogliere
i numerosi pellegrini che giungono da ogni parte del mondo. Il Santuario, che
si eleva maestoso e denso di mistero su tutto il centro urbano siracusano, è
il risultato di un progetto realizzato da due architetti francesi Michel
Andrault e Pierre Parat; ne hanno, invece, curato la costruzione strutturale
gli ingegneri: Prof. Riccardo Morandi e Prof. Paolo Emilio Pinto di Roma. Il 29
giugno del 1955, fu diffuso il bando di concorso internazionale per il
progetto e nel 1957, Mons. Ettore Baranzini, Arcivescovo di Siracusa, su
proposta della commissione internazionale, dichiarò vincitore l'attuale
progetto su 100 provenienti da 17 Nazioni. Elemento determinante per
l'imponenza che contraddistingue il Santuario è sicuramente la sua altezza che
è di circa 102 metri. Particolarmente degna di nota è la sua forma, poiché
soggetta a varie interpretazioni. Gli architetti si proponevano di realizzare
strutturalmente il concetto ed il senso di elevazione dell'umanità verso Dio.
Infatti, la pianta con la sua circolarità vuole rappresentare l'umanità, che
man mano, grazie all'innalzarsi dei costoloni e l'aumentare dell'intensità
della luce, si protende verso Dio. Altri significati attribuiti alla sua forma
furono quelli di: - faro, identificabile con Maria che conduce verso il
porto che è Gesù; - tenda, entro la quale Maria accoglie i suoi figli; -
lacrima che scende dall'alto. Tornando all'interno, è da esaminare
l'immensa e solenne "aula", interamente pavimentata con marmi
pregiati che riproducono una stella: Maria stella mattutina che annuncia il
sole che sorge, Gesù. La circolarità dell'unico immenso ambiente trova unità e
convergenza armonica, per lo sguardo del pellegrino, nel bianco del marmo
pregiatissimo "Lasa" che fa emergere un insieme, quasi un monobiocco,
che si eleva piano su piano e gradino su gradino fino all'altare e alla parete
che da quest'ultimo si allontana per custodire e presentare la grande teca, dai
bordi d'argento, dentro cui è custodita la prodigiosa Immagine della Madonna
delle Lacrime. Altro elemento è il Crocifisso, opera dell'artista
Francesco Scialfa, che lo ha intitolato il "Cristo della Luce";
infatti dalle mani, dai piedi, dal capo, si sprigionano dei fasci di luce, una
luce che richiama l'evento della risurrezione. Proprio al di sotto del
crocifisso è posto l'altare, creato da Giancarlo Marchese; la base
dell'altare, interamente in bronzo, è suddivisa in quattro pannelli che
riproducono alcune scene tratte dall'Apocalisse. Gli elementi che risaltano
sono: 1. il trono; 2. la nuova Gerusalemme; 3. l'Agnello, e a destra, l'albero
della vita; 4. la colonna, e a destra, il rotolo. L'opera di Marchese ha per
titolo "Nuovi cieli, Nuova terra" poiché si prefigge di esprimere la
conclusione della storia e il ritorno di Gesù. Un maestoso portone di
bronzo accoglie i fedeli, opera dello scultore Giacomo Albano, che ha voluto
rendere soggetto del suo lavoro la porta di un ovile: Gesù è, infatti, la porta
che conduce al Padre (Gv 10, 7ss). In cima al Santuario, si può osservare una statua
della Madonna, in bronzo dorato, che riproduce per intero l'immagine del
quadretto che ha pianto. E' stata progettata da Francesco Caldarella con le
braccia protese verso l'ingresso principale, come per accogliere i suoi figli,
nella casa del Padre.
PREGHIERA DI GIOVANNI PAOLO Il ALLA MADONNA DELLE
LACRIME
Madonna delle Lacrime, Madre
nostra addolorata, Tu ci hai aperto il Tuo cuore, scegliendoci come destinatari
e custodi delle Tue Lacrime. Il Tuo pianto, o Madre, segno del tuo dolore, è
reliquia del Tuo amore e pegno della Tua intercessione. Prega per noi il Padre
delle misericordie, perchè tocchi i nostri cuori induriti, pieghi le volontà
ribelli, ci scuota dal torpore spirituale, ci converta al suo amore fedele. Con
le Tue Lacrime intercedi, o Madre, presso il Tuo Figlio, perchè guardi con
bontà alle nostre lacrime: nell'attesa che siano asciugate per sempre, Egli le
raccolga perchè non vadano perdute, le custodisca come perle nel suo cuore, le
trasformi in dono di redenzione. Chiedi, o Vergine Santa, allo Spirito d'Amore,
che inondi di luce di grazia i tuoi figli, perchè vedendo la turpitudine
del peccato, versino lacrime di compunzione; rispondendo con docilità al
Maestro interiore, anelino con amore grande alle vette della santità: imitando
la tua carità sollecita, sappiano condividere e asciugare il pianto dei
fratelli. O Madre, veglia su questa Città e sulla Diocesi che ti onora con
questo Tempio, benedici tutti coloro che si affidano alla Tua protezione,
libera l'Italia, l'Europa, il mondo
intero dal flagello della guerra, ottieni all'umanità la sospirata pace e
l'universale fraternità. Amen.
Mons. Bruno
Nessun commento:
Posta un commento