E’ ancora là, un po’ malandata, la statua del dio Nettuno, detta “il Gigante di Monterosso”. E’ ancora là, senza una gamba, il tridente, le braccia e la conchiglia che reggeva sulla testa a testimoniare i fasti e il lusso di un tempo passato e l’eleganza dello stile liberty, che nei decenni a cavallo tra l’800 e il ‘900 invase La Spezia e la sua provincia.
Nell’estremità sud-occidentale del paese si trova la gigantesca statua di Nettuno a sovrastare la spiaggia della Fegina, ma per gli abitanti “dal Gigante”, come come viene chiamate l’enorme statua di ben 14 metri di altezza. La sua storia inizia neiprimi anni del ‘900 quando l’avvocato monterossino Giovanni Pastine si trovava ancora in Argentina e, dopo aver fatto fortuna, progettò il suo ritorno in paese e la costruzione di una villa adornata da una enorme statua. Rientrato in Italia contatta lo scultore ferrarese di origine ebraiche Arrigo Minerbi che gli propone una statua di Nettuno che domina il mare. Inizia così la costruzione di Villa Pastine, un’imponente e sfarzosa villa sullo sperone roccioso che sovrasta la spiaggia, dopo l’abbattimento della Casa dei Doganieri, ricordata anche da Eugenio Montale. Era il 1902. Terminata la villa, iniziò nel 1909 la costruzione del Gigante.
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