'U
VENNERDI'
Il
venerdì è il giorno che ci ricorda la morte del nostro Signore Gesù Cristo.
Le
superstizioni su questo giorno erano tante e certe cose non si facevano perchè
portavano male.
Non
si dovevano tagliare le unghie, non bisognava ridere molto, c'è un detto che
dice: cu di vennerdì riri, 'o sabbatu chianci.
Chi
nascva di venerdì era ritenuta una persona fortunata perchè il malocchio non lo
prendeva; su questo c'è il detto: nun ci pò nné pruuli nné baddi.
Durante
una conversazione fatta di venerdì fra due persone, se capitava di dire
contemporaneamente parole uguali, ciò toglieva sette peccati.
QUANNU
CASCAVA A TILA
Nella
notte di Pasqua, con una verga di vite chiamata sammentu si battevano le porte
e si diceva: Tutti 'i diavuli nesciunu fora!; si gettava anche dell'acqua sulla
strada e così facendo si voleva rinfrescare l'anima dei morti.
In
campagna gli uomini facevano dei ruzzoloni sull'erba, così durante l'anno non
soffrivano di mal di pancia.
Le
mamme che avevano bambini piccoli, facevano poggiare loro i piedi a terra, così
da grandi camminavano sulla retta via.
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