SANTA LUCIA IN
SICILIA
Nelle
tradizioni popolari siciliane, Santa Lucia è tra i santi più venerati, forse
per l'attribuzione della fine della carestia del 1646. A Carlentini si
ricorda la sosta di S. Lucia durante il viaggio verso Catania ('u peri 'i S.Lucia).
A Carlentini si venera un simulacro raffigurante la martire in posizione
seduta. A Belpasso, si venera S Lucia sin dal 1636, subito dopo la firma di
divisione del territorio di Malpasso a quello di Paternò, occasione in cui fu
proclamata santa patrona. A Catania una statua di gesso è portata in
processione, mentre a S.Lucia del Mela, in prov. di Messina, l'immagine della
martire è riprodotto nello stemma del Comune ed il 13 dicembre la devozione
riunisce in cattedrale molti cittadini. Ad Augusta, la festa di Santa Lucia, viene celebrata con tre serate vissute
nella parrocchia Madonna del Buon Consiglio. Santa Lucia è anche patrona
dell'omonimo quartiere di Acicatena ove la devozione ha origini antiche. Anche
Floridia e Sortino festeggiano la martire da immemorabile data.
Chi
alza lo sguardo a Palazzo Vermexio, cerca la lucertola, famosa firma
dell’artista, ma rimane stupito per quelle nicchie vuote che sembrano attendere
statue di illustri personaggi.
La
leggenda racconta che lo scultore Gregorio Tedeschi, che aveva appena
completato la statua di marmo bianco di Santa Lucia dormiente (1634), stava
accingendosi a realizzare le statue dei sette re spagnoli per quelle nicchie di
Palazzo Vermexio ma improvvisamente morì.
Si
racconta che Santa Lucia gli fosse apparsa in sogno e l’avesse ripreso perché
l’artista le aveva posto troppi cuscini sotto il capo.
Lo
scultore rimase profondamente colpito dal rimprovero della Santa e, affranto,
si recò a riguardare la statua. Si accorse che sui cuscini sembrava esserci una
nuova piega, più profonda, simile a quella che produce una testa che vi si è
poggiata per riposare.
La
leggenda racconta che per il crepacuore l’artista morì improvvisamente e non
potè portare a compimento la commissione delle statue per Palazzo Vermexio.
Ed
è così che la tradizione popolare spiega alcuni avvenimenti attribuiti alla
vergine e martire siracusana.
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