mercoledì 28 febbraio 2007
MAREGGIATA
CARCIOFINI SOTT'OLIO
PROVERBIO DEL GIORNO
martedì 27 febbraio 2007
LEGGENDE SIRACUSANE - Aretusa
Questo amore non era corrisposto da Aretusa, che ogni volta che lo vedeva, fuggiva di tutta corsa; ma non c'era niente da fare questo Alfeo era ostinato ... anzi ostinatissimo! A stu punto Aretusa, che era ninfa della dea Diana, andò da lei e ci raccontò per filo e per segno tutta la storia.
Diana, commossa dalle lacrime della sua ninfa, decise d'intervenire e trasformò Aretusa in una fonte a Siracusa.
Alfeo, quando non vide più Aretusa, domandò a destra e sinistra e quando seppe quello che era accaduto impazzì dalla disperazione e allora gli dei chi ficiro?
Commossi dal pianto e anche perchè non 'u putevano séntiri cchiù, trasformarono il giovane in un fiume che nascendo dalla Grecia e percorrendo sotto terra lo Ionio, sfocia nei pressi della amata Fonte unendo le acque con le sue.
Larga la foglia e stratta la via ... dite la vostra ca dissi la mia!
CANZONE SICILIANA - Cantu da vinnigna
CONTRODANZA CUMANNATA
CANZONE SICILIANA - Comu l'unna
PROVERBIO DEL GIORNO
lunedì 26 febbraio 2007
CORSO MATTEOTTI
Questa vi prende il nome da Giacomo Matteotti vissuto dal 1885 al 1924, uomo politico di idee socialiste fu eletto deputato nel 1922. Antifascista, denunciò illegalità che si erano svolte durante le elezioni. Assalito e rapito nel 1924, il suo corpo privo di vita fu trovato a nord di Roma.
Corso Matteotti ricorda le passeggiate invernali, per i ragazzi anni '50/60, ricorda le lunghe attese aspettando che le commesse uscissero dai negozi per prendere l'autobus a piazza Archimede.
Corso Matteotti ricorda le suole consumate dai ragazzi intenti ad inseguire i loro sogni che si dondolavano poeticamente sulle catene del Dramma Antico, le sigarette sfuse (non c'era l'obbligo di comprare il pacchetto) la colletta per acquistarle e la fumata collettiva camminando e passandosele senza farsi accorgere del movimento stesso, ppi 'na buccata l'unu.
Corso Matteotti e i bei vestiti, l'UPIM con le ragazze che ci lavoravano che - per contratto - dovevano essere nubili; le soste nel reparto dischi! chi pacienza che aveva la ragazza! non si comprava mai niente ma si voleva ascoltare le ultime novità (da considerare che non c'era televisione e la radio non è che trasmettesse gli ultimi successi).
Questa strada custodisce i segreti, le ansie, gli amori, i sogni di tante generazioni di siracusani.
FORZA ROSSOAZZURRI !
'U DUTTURI 'NTO BUMMULU
rimedi:
Mettiri supra a testa di ccu' soffri un piattu ccu acquae 'ffunnarici misu suttasupra un bicchieri ccu stuppa misa a focu: ccu dda' sucata ca fa si porta 'u duluri 'i testa.
Aneddu di ghiummu 'o jriteddu da manu dritta.
PRJIERA
Nostru Signuri ppi lu munnu jeva
vitti Petru e Paulu ca chianceva
- Chi hai Petru e Paulu?
- E ch'haju aviri....
'a testa mi doli, 'u cori mi brucia,
'a me' pirsuna in terra è jttata
spinciti 'a vostra manu biniritta
e facitimi 'a cruci 'n testa:
'stu duluri mi passassi!
A nomi di la Vergini Maria
orima 'a to' manu e po' a mia.
(ripetere 3 volte)
Ffeddi di patati supra a frunti, oppuri di limuni o pani 'rrustutu.
Na pezza vagnata d'acitu e misa supra 'a frunti
EMICRANIA: mettere sulla testa del sofferente un piatto con acqua ed immergetevi capovolto un bicchiere con stoppa cui è stato dato fuoco: con quel risucchio che produce si tia via l'emicrania.
Anello di piombo al dito mignolo della mano destra.
PREGHIERA: Nostro Signore per il mondo andava/ vide Pietro e Paolo che piangeva/ - Che hai Pietro e Paolo?/ E che debbo avere.../la testa mi duole, il cuore mi brucia/la mia persona a terra è prostrata/ spingete la vostra mano benedetta/ e fatemi la croce sulla testa/ questo dolore mi passerà!/ in nome della Vergine Maria/ prima la tuamano e poi la mia. (ripetere 3 volte)
fette di patate sulla fronte, oppure il limone o di pane abbrustolito.
Una pezzuola imbevuta di aceto e messa sulla fronte.
domenica 25 febbraio 2007
Catania non mollare!
Sinceramente mi dispiace per il Catania, pur essendo interista, perchè il Catania calcio e i suoi tifosi (I VERI TIFOSI) credo che stanno pagando più del dovuto.
- circa 200 delinquenti (per usare un termine benevolo) il 2/2/07 in occasione della partita Catania - Palermo attaccano le forze dell'ordine e oltre ai feriti uccidono l'ispettore Filippo Raciti.
- per una giornata si ferma il campionato, poi senza pubblico, poi piano piano tutto sta ritornando alla normalità ... solo Catania sta pagando non potendo avere il pubblico e dovendo giocare le rimanenti partite del campionato in campo neutro.
- Morale della favola per 200 delinquenti Catania calcio paga un prezzo altissimo e se dopo 23 anni ha raggiunto la serie A in questo momento se non si salva rischia di non arrivarci per altri 30 o 40 anni e forse più!
- E' un'ingiustizia! se tutti gli altri spettatori sono rientrati, anche Catania deve rientrare! oggi ho rivisto la video cassetta della partita a Catania del 17/3/1991 CATANIA - SIRACUSA C1 finita 1 a 4 per il Siracusa, prima segnò il Catania con Del Vecchio e poi subì 4 goal dal Siracusa allenato all'epoca da Cadregari.
Ebbene in quell'occasione non successe niente! anzi i catanesi si unirono agli applausi dei siracusani ... quindi ... che è successo dopo tutto questo tempo?
Per favore, non fate morire il calcio a Catania passatevi una mano 'nta cuscenza...
A proposito di quel cartoncino pubblicitario di cui sopra, è da sciacalli approfittare di questo momento per cercare d'arraffare abbonamenti, semmai mamma RAI - che dovrebbe essere un servizio pubblico - giacchè il campo del Catania è squalificato e visto che di programmi carenti ce ne sono, dovrebbe dare la possibilità a tutti gli abbonati che pagano un abbonamento di offrire le partire del Catania in diretta su RAI 3 ...
Meditate gente . . . meditate
GLI ANNI CINQUANTA
I giovani sospiravano d'amore, all'epoca non c'erano tutte queste libertà d'oggi, passiate sotto la casa di lei, alla scuola di taglio e cucito ... e ce n'erano a Siracusa, in Ortigia, alla Borgata 'o rettifilu, 'o puzzu 'ngigneri ...e i giovani ci perdevano la vista e la suola delle scarpe sperando che lei alzasse lo sguardo dal telaio e i suoi occhi incrociassero chi per tanto tempo taliava e sperava.
I padri di famiglia, cercavano di collocare la serata, dopo una giornata di duro lavoro; nei bar si giocava una consumazione a trissette e briscola: 'Nte cantini si jucava 'o toccu o 'e carti, posta in gioco un bel bicchiere di vino accompagnato ccu qualchi ovu duru abbagnatu 'nto sali finu.
"Cauru .. cauru jè .. oh chi beddu 'u sancunazzu, cauru ... cauru stasira, di maiali è! va' canuscilu c'accabbò!"si sentiva vanniari 'o rittufilu, era il rito del sanguinaccio che avveniva una volta la settimana quando si scannava il maiale.
Era la pietanza dei poveri 'u sancunazzu, vanniatu sulle soglie delle macellerie aretusee da un picciriddu che a fine serata si guadagnava qualche soldo per contribuire al magro bilancio familiare.
Ogni tanto, in quegli anni, Siracusa era invasa da marinai americani sbarcati dalle navi da guerra statunitensi in rada al porto e la città si animava!
Le carrozze andavano e venivano con questi festanti marinai in carrozza, e noi ragazzini salivamo sull'asticella posteriore rischiando di brutto le frustate ddo' 'gnuri che se fossero andate a segno, di sicuro avrebbero lasciato un brutto ricordo sulla pelle.
I carrettini dei gelatai ambulanti, che finivano a pizzo, con due manici, cosicchè il venditore spingeva questo carrettino su cui erano montate due ruote di bicicletta, si trasformavano: anzichè gelati dal relativo pozzo uscivano bottiglie di birra ghiacciate tanto gradite ai marinai americani e vendute al triplo del suo prezzo, anche i lustrascarpe che avevano poltrona e sgabello a piazza Pancali e piazza Archimede avevano il loro bel da fare.
Al molo San Antonio gli americani dopo una mancia data ai ragazzini avevano il campo dove tante generazioni di siracusani giocarono interminabili partite di pallone.
Loro invece con le mazze colpendo una pallina e scappando incitati da noi che di quel gioco non capivano niente di niente.
I più grandicelli fumavano le sigarette offerte dai john, era un'america! ogni tanto passava una loro ronda e ne portava via qualcuno che aveva alzato più del dovuto il gomito.
Altri tempi daccordo, ma ricordo sempre l'eslamazione ddo' Zu Turiddu, che vedendo quella spensierata gioventù per Siracusa non poté fare a meno d'esclamare: Mi dumannu e dico comu ficiru sti piccioti a vinciri a guerra!
sabato 24 febbraio 2007
POESIA - ORTIGIA MIA di Neli Seguino
ca nun ti virevu amata Ortigia mia
vacanti lu me' pettu ancora sentu
pirchì lu cori lu lassai a tia.
Ora ca sugnu cca' ccu tantu amuri
mi vogghiu dedicari tuttu a tia
vogghiu passari in paci tutti l'uri
di la matina 'nsinu l'Avimmaria.
Vogghiu sustari spissu a la marina
sentiri li canzuna di lu mari
e dill'aciduzzi musica divina.
Quannu ripartu e vadu 0a la stranìa
lu cori miu ti vogghiu ridunari
pirchì ti amu Sarausa mia!
Ti amu firtili terra ginirusa
ca chianciri mi fai di nustalgia
ti pensu sempri amata Sarausa
e soffru tantu di malincunia.
Isula ca m'ha datu li natali
m'attiri comu fussi calamita
la luntananza mi fà tantu mali
ca mi turmenta l'esistenza a vita.
Terra mia tuttu amuri e puisia
ogni criatura tua ti deve amari
ccu tuttu 'u cori 'nsinu 'a fuddìa.
Ciuri ca ssì sbucciatu 'nta lu mari
lu focu ca mi cuva 'nta lu pettu
è tantu ardenti ca nun si po' stutari.
NELI SEGUINO
CANZONE SICILIANA - Vitti na bedda
c'abbivirava lu basilicà
E ju ci dissi damminni 'na 'nticchia
idda mi dissi è tuttu lu tò
Famminni jiri mé matri a la missa
ca ti lu dugnu cu tutta la grasta
A la turnata ci tornu a passari
persi la grasta e lu basilicò
e cu lu sì e cu lu no
di notti si chianta lu basilicò
VIDI UNA BELLA
Vidi una bella affacciatta alla finestra
che annaffiava il basilico
Ed io le dissi: dammene un poco
e lei mi disse: è tutto tuo
Fai andare mia madre alla messa
che te lo do con tutto il vaso
Al ritorno ci torno a passare
ho perduto il vaso e il basilico
e con il sì e con il no
di notte si pianta il basilico
LE FESTE DEL MARE
PROVERBIO DEL GIORNO
La buona moglie è la prima ricchezza della casa
PASTA CON LE ZUCCHINE FRITTE
400 grammi di maccheroni, 1 o 2 zucchine napoletane, 1 spicchio d'aglio schiacciato, 50 grammi di ricotta salata grattuggiata, olio d'oliva extravergine, sale e pepe q.b. Alcune foglie di basilico intere.
Raschiate la zucchina, lavatela, tagliatela a fettine e asciugatele. Friggetele in una padella con olio caldo fino a farle dorare. Tolte dal fuoco, lasciatele asciugare su un foglio di carta assorbente. Friggete nello stesso olio l'aglio schiacciato (che toglierete a fine cottura). Lessate i maccheroni in acqua salata, scolateli al dente e conditeli con l'olio nel quale sono state fritte le fettine di zucchina. Aggiungete le zucchine e spolverate con la ricotta salata e il pepe. Guarnite con le foglie di basilico e ... chi c'aspittati? servite a tavola !
venerdì 23 febbraio 2007
I DUE COMPARI
- Compare che fu? che successe? che accadde?
- chi viristuru?
- compare la cintura delle cause!
- Ma lo sapete che Prodi non è più Prodi?
- lo so ... lo so... a Siracusa si dice hanno raddoppiato l'I.C.I.
- e perchè la spazzatura ca è a peso d'oro?
- e la benzina?
- e i treni?
- sì ... va bene... tutto questo compare, ma perchè portate la cintura dei pantaloni al collo?
- perchè malgrado gli aumenti, solo così mi sento su con la vita!
MODI DI DIRE SARAUSANI
Quando nel mitico caffè Bottaro di Via Piave, nella sala apposita si giocava a carte una consumazione, (generalmente costituita dal caffè più la "casa" cioè l'affitto delle carte da gioco) si effettuavano delle partite di tressette e briscola (juta e riuta) con eventuale spareggio con tressette a 41 punti.
Il compagno che faceva un errore "clamoroso" veniva investito dall'altro con la frase: vo' joca sutta l'archi di Santa Lucia che stava a significare, siediti a terra con i bambini che giocano con le carte piccole sotto gli archi della chiesa di Santa Lucia! ed era un'offesa e quindi provocava discussioni a mai finire!
ORTIGIA isola pedonale
Per fare Ortigia, isola pedonale, ci vuole poco e niente! Basterebbe che tutti noi, lasciassimo le matamobili al di qua del benedetto ponte ! e chi non le vuole lasciare? eh, eh, e ancora eh! qui casca lo scecco o asino che dir si voglia; perchè per forza ci vuole un'azione di forza. Io personalmente - dice lui - ci mettesse a piazza Pancali, proprio al tempio d'Apollo, figlio di pelle e di pollo che tutti i pesci vennero a galla, la statua di Archimede con lo specchio in mano e la faccia rivolta verso il ponte. Così, le macchine che vengono dal corso Umberto e vogliono andare in Ortigia, o si fermano o tosto verranno bruciate dallo specchio d'Archimede sennò che l'ha inventato a fare?
A questo punto tu dirai: e se piove??? quando piove a Siracusa non circola nessuno perchè le strade si trasformano in fiumi e le strade in laghi e siccome le ruote delle macchine non fanno più attrito con il terreno, non sapendo se andare avanti o indietro... nel dubbio si fermano!
E per un'ora mi tieni come un baccalà senza darmi la possibilità di dire una sola parola! poi mi saluta sparandomi un Ciao! vediamoci qualche volta per scambiare quattro chiacchiere!
Ci siamo rivisti con altri amici, riformando la vecchia comitiva anema e core, e nuova mente Gino dialogando alla sua maniera disse: a questo punto quel cretino di. . . (non si ricordava il nome del cretino) e noi tutti a suggerire: quel cretino di Paolo? NO! Antonio? NO Cesare? NO ...alla fine ci siamo amaramente accorti che nella nostra compagnia c'erano troppi cretini !
POESIA POPOLARE
LU CARRITTERI CANTA
giovedì 22 febbraio 2007
POESIA dialettale
SALVATORE GRILLO
I DUE COMPARI
PROVERBI
Chi ha famiglia non cerchi paglia (per giacigli, avventure)
'A figghiola schetta è tuvagghia 'i facci: cu arriva, si stùja
La ragazza nubile è come l'asciugamano: chi arriva s'asciuga
D'un corno all'autru nun si sapi 'a virità
Da un corno all'altro non si sa la verità
L'omu gilusu mori curnutu
L'uomo geloso muore cornuto
ARANCE
Camminando per i vari corridoi del supermercato mi imbatto con i puttualla! - per chi siciliano non è ... con le arance! - Ma non arance ... arance, ARANCE di quelle grosse! Dissi tra me e me nel profondo della mia mente: ora mi l'accatto! ero quasi quasi deceduto a comprarle, quando tutto d'un colpo apolettico mi addugno che non erano arance siciliane, nooooo! ma arance di Valencia che ancora cantavano OLE'!
Ora dico io, ma che mancano ARANCE in Sicilia? e specialmente nella provincia di Siracusa? abbiamo le ARANCE grosse - medie - piccole - dolci, sanguigne, come li vuoi li abbiamo a Lentini, Carlentini, Francofonte, Sortino, Floridia etc ... e fanno arrivare al supermercato del Centro Commerciale quelle spagnole? ma ci vuole una faccia di pietra lavica!
Mi sono posto legittima la domanda: Come mai le arance che arrivano dalla Spagna costano di meno di quelle che arrivano dalla Spagna (anche se 10/20 centesimi d'euro)? e qualcuno dice che quelle nostre non è che da Lentini, Francofonte etc vanno a Siracusa nei supermercati ... noooo! ma prima vanno nel napoletano che li devono confezionare e poi ritornano in Sicilia per essere consumate, ma quelli che siamo consumati siamo noi poveri consumatori.
Ad ogni modo non mi spremo più di tanto il cervello ma mi faccio una bella spremuta d'arance ... RIGOROSAMENTE SICILIANE !
alfeo
mercoledì 21 febbraio 2007
RISTORANTE CINESE
W S. REMO!
Fra non molto comincerà S. Remo condotto da Pippo Baudo! Personalmente mi ricordo del primo festival di San Remo quello del 1951, quando con le orecchie attaccate alla radio... si sentivano più scariche che musica e quando il presentatore, Nunzio Filogamo aprì ufficialmente il festival dicendo: Cari amici vicini e lontani... ITIVI 'A CURCARI gridò mio padre che non essendo ancora inventata la TV si doveva portare la radio a letto! E poi i cantanti: Nilla Pizzi, Gino Latilla, Achille Togliani, il duo Fasano, il maestro Angelini! tutto in diretto suonato e cantato con il cuore, soprattutto l'amore questo linguaggio universale fu confezionato con i fiori, difatti vinse il festival Grazie dei fior cantata da Nilla Pizzi. Era un amore semplice e nello stesso tempo profumato e non quello fetente della camera a gas di Gianna Nannini. Attualmente ka radio è stata rispolverata e se è risorta il merito è delle emittenti private. Me li ricordo bene i primi programmi radiofonici: che spettacolo! che musicalità! Le prime trasmissioni locali, tutte in inglese maccheronico con dischi americani cche' per gli speacher siracusani si sintevanu comu pigghiati dai turchi. Sti picciotti nun dicevano niente di eccezionale, ma erano sulla bocca di tutti perchè parlavano alla radio! Ogni tanto qualcuno con naturalezza, prendeva una papera, e una papera oggi, un'altra domani andò a finire che a quell'epoca alla fontana Aretusa rimasero solo i pescetti a brodo! Ma in fondo parlare alla radio è come fumarsi una sigaretta. Difatti volete mettere il piacere di fumare con soddisfazione una sigaretta? E' squisita e nello stesso tempo ci lascia insoddisfatti ... che si desidera di più.
armando
TI SALUTIAMO VERGINE
Ti salutiamo, o Vergine
o madre tutta pura
nessuna creatura
è bella come te
Prega per noi Maria
prega per i figli tuoi
Madre che tutto puoi
abbi di noi pietà
Di stelle risplendenti
in ciel sei coronata
tu sei l'immacolata
la madre di Gesù
Prega per noi Maria
prega per i figli tuoi!
Madre che tutto puoi
abbi di noi pietà
Vorrei salire il cielo
vedere il tuo bel viso
restare in paradiso
Maria, sempre con te
Prega per noi Maria
prega per i figli tuoi
Madre che tutto puoi
abbi di noi pietà
jochi 'i na vota
- TEATRO -
Regia di Giorgio De Lullo.
Questo testo pirandelliano ha goduto di un apprezzamento straordinario, la registrazione televisiva è del 1974 con la prestigiosa Compagnia dei Giovani composta dal quartetto De Lullo - Falk -Valli - Albani a cui si unì poi la coppia Morelli - Stoppa.
Per gli amanti del teatro è un DVD da non perdere, non fosse altro perchè la nostra bella e cara mamma RAI da molto tempo non mette in onda quel programma PALCOSCENICO (andava addirittura di notte) e quindi non si ha più la possibilità di guardare in televisione una bella rappresentazione teatrale.
NOTO - SAN CORRADO
Corrado Confalonieri era un cavaliere di Piacenza salvato dal foco per mano di Dio che decise di farsi eremita in Sicilia.
Il cavaliere piacentino doveva avere un bel caratterino, quando giunse a Noto scelse una grotta per abitarvi; ma poichè era piccola, secondo la leggenda l'allargò a spallate!
Compì numerosi miracoli e quando morì il 19 febbraio 1351, si tramanda che le campane di Noto si misero a suonare da sole.
'A BEDDA MATRI
li pannuleddi di Nostru Signuri
a ogni stricuneddu li vasava
e li stinnìa 'mmezzu rosi e ciuri
San Giusippuzzu la jiu 'a chiamari
Senti ca voli 'a minna Salvaturi?
ju una sula ci nni pozzu dari
l'autra la sarbu ppi li piccatura.
Quannu la Bedda Matri jiu 'a la fera
jiu pp'accattari na pisa di cira
lu bammineddu vulìa 'a bannera
so' Matri c'accattò 'u tamburinu
Lu tamburinu no si po' scassari
ma vogghiu na chitarra ppi sunari
e l'Ancilu ci dissi: sona, sona
quantu sintemu stu sonu divinu
Nun vogghiu sunari, nun vogghiu cantari
mancu a ccu sona lu vogghiu ascutari
LA BELLA MADRE
Quando la Bella Madre andò a lavare/ i pannolini di nostro Signore/ ad ogni sfregamento li baciava/ e li stendeva in mezzo rose e fiori/ S Giuseppe l'andò a chiamare/ Non senti che vuole la mammella Salvatore?/ Io una sola gliene posso dare/ l'altra la conservo per i peccatori/ Quando la Madonna andò alla fiera/vi andò oer comprare un peso (1) di cera/ Il Bambinello voleva la bamdiera/ ma sua Madre gli comprò un tamburino/ Il tamburo no, perchè si può rompere/ voglio una chitarra per suonare/ E l'Angelo gli disse: suona suona/ così ascoltiamo questo suono divino/ Non voglio suonare, non voglio cantare/ e neppure chi suona voglio ascoltare,
'I COSI 'I DIU - le ceneri
Si organizzavano beffe e scherzi e i giovani uomini si travestivano da donne, ballando in piazza e recandosi nelle case delle ragazze che corteggiavano.
L'ultimo giorno era detto "il giorno dei pecorai" è il più vivace.
Il mercoledì delle Ceneri alcuni osservano il digiuno e molti assistono alla messa. Il digiuno consiste nel prendere il caffè al mattino, fare un pranzo con pane e acqua e consumare la cena di sempre.
Alcune delle donne più religiose durante la Quaresima digiunano regolarmente, ma erano poche. Nei paesi a quell'epoca la carne si consumava raramente, sicchè le regole quaresimali incidono ben poco sulla dieta ordinaria.
martedì 20 febbraio 2007
'U CARRITTERI CANTAVA
'I COSI 'I DIU (2) storia dell'eremita
Il Signore, visto che era davvero un santo eremita, volle mandargli un segno del valore che hanno i santi del paradiso.
Un giorno d'estate, l'eremita stava andando a riempirsi la brocca nelle vicinanze della sua grotta, dove c'era un pozzo la cui acqua non finiva mai, anche se ora, d'estate, ce n'era solo un pò sul fondo.
Cammin facendo, vide che c'era un corvo che con il ciottolo sul becco andava a gettarlo nel pozzo, poi ne andava a prendere un altro e vi gettava anche questo, e continuava a prendere sassolini di qua e di là per gettarli nel pozzo.
L'eremita si fermò ad osservare il lavoro del corvo ed ebbe l'impressione che lo facesse per gioco, ma il corvo continuò finchè l'acqua del pozzo, un sassolino dietro l'altro, si alzò sino ad un punto in cui esso poteva bere.
L'eremita rimase a guardare e ammirare l'intelligenza del corvo, quando sentì la voce del Signore che gli diceva: vedi, i santi del paradiso sono come i sassolini che il corvo gettava nel pozzo ed aiutano gli uomini ad arrivare sino a Dio.
Da quel momento, l'eremita credette ai santi del paradiso.
'I COSI 'I DIU (1)
I più importanti di questi esseri sono quelli ch'egli associa con la Chiesa: Dio, gli angeli e i santi, le anime dei morti, il diavolo. Li si concepisce come personalità sensibili al piacere e al dispiacere e motivati nella loro azione da sentimenti sostanzialmente a quelli che regolano il comportamento umano.
I loro poteri variano quantitativamente e vanno dall'onnipotenza di Dio alla relativa insignificanza delle anime dei defunti, che ottengono grazie solo attraverso la continua preghiera. Questi poteri, pur sempre maggiori di quelli dei comuni mortali, variano anche nella loro natura.
Il demonio è invariabilmente maligno, mentre gli altri operano in modo giusto e generalmente benefico.
Dio è totalmente giusto, anche se ogni tanto è rigoroso nelle sue richieste.
Le punizioni dei peccati promanano in gran parte da Lui, però certi Santi hanno il potere di punire gli affronti personali o di difendere, come San Giovanni, istituzioni esistenti; comunque nell'insieme si tratta di potenze essenzialmente benefiche.
Ogni siciliano ha precise relazioni personali con questi esseri che controllano la sua esistenza; egli è creatura e servo di Dio, e, in ultima analisi, tutto ciò che gli accade è il prodotto della volontà divina.
Anche i Santi hanno potere solo perchè si sono resi graditi a Dio, garantendosi così privilegi eccezionali. In certi casi sono stati delegati loro poteri permanenti, ma di solito fungono da intercessori dell'uomo davanti a Dio, usando la loro influenza per ottenere benefici per i loro devoti. Sono gli amici di Dio e si comportano proprio come gli amici di coloro che hanno autorità sulla terra, procurando favori per i loro seguaci.
La Vergine Maria, in quanto madre di Dio, ha potere superiore a qualsiasi santo, essendo legata all'Onnipotente dai legami più stretti di parentela. Si dice che Dio non rifiuti niente a sua madre e sia più contento della riverenza tributata a lei che dell'omaggio ricolto a lui stesso.
La Madonna e tutti i santi fungono da intermediari tra Dio e l'umanità. L'approvazione divina per questo stato di cose è attestata non solo dalla sua esistenza e dagli insegnamenti della Chiesa, ma anche dalla seguente storia dell'eremita che racconteremo. . .
'U SAI?
- 'U porcu, pirchè mancia, bivi e nun fa nenti
- Chi è il vero nobile?
- Il porco, perchè mangia, beve e non fa niente
'U DUTTURI 'NTO BUMMULU
ACITU - chi soffre d'acidità come rimedio
- un cucchiarinu di bicarbunatu 'nta mezzu bicchieri d'acqua (un cucchiaino di bicarbonato in mezzo bicchiere d'acqua)
- manciari lattuca ocàvuli cruri, o finòcchiu sàrvaggiu (mangiare lattuga o cavoli crudi, o finocchio selvatico)
- masticari nivia o finocchiu duci, jttannu poi 'a masticatina (masticare indivia o finocchio dolce, rigettandone la poltiglia)
- infusu di nipitedda, tinutu 'na notti 'o sirinu e bivutu ppi 3 matini di secutu (infuso di nepitella, tenuto una notte all'aperto e bevuto per tre mattine di seguito)
- broru di puppu; macari un pizzuddu ddo' stissu puppu vugghiutu (brodo di polipo; magari un pezzetto dello stesso polipo bollito)
PICCOLO TEATRO di Siracusa
W IL CARNEVALE !
PRIJERA DI MARINARA
'U Capitanu
U suli cuddau
l'Avimmaria sunau,
salutamu e ringraziamu
la santissima Nunziata,
ca c'ha mannatu na bona jurnata;
'ccussì cci manna la bona nuttata;
un patrinnostru ed un'avemmaria
pri sta bona cumpagnia
l'equipaggio
Cristu la manna
l'Ancilu la saluta
Chistu e l'àutru viaggiu facemu
si Diu voli
Amen
PREGHIERA DEI MARINAI
(quando tramonta il sole - tutti in ginocchio)
il comandante
Il sole è tramontato,
l'Avemmaria è suonata,
salutiamo e ringraziamo
la santissima Annunziata,
che ci ha mandato la buona giornata;
così ci manderà la buona nottata;
un padrenostro ed un'avemmaria
per questa buona compagnia
l'equipaggio
Cristo la manda
l'Angelo la saluta.
Questo e l'altro viaggio faremo
se Dio vuole - Così sia.