GRANO
Ondeggia arsa la plaga
e sale un delirio di grilli
ad assordare il rospo
che alla proda sonnecchia
Mare di prato di cespitose piante
che hanno il colore dell'uomo.
Culmi eretti,nodosi,
curvano il ciuffo
e l'internodo cavo,
cann sonora,
dona armonia
al soffio di zeffiro.
La lingua taglia l'acuto
e, sventolando, si lancia
e schiocca per acchiappare
la nota, un sì bemolle,
che va via nel caldo.
Attendono la falce che recide,
le sessili spighette
e altere sbandierano
il ciuffo bruno
come scorza di cafri.
Il sole, il vento,
e ancora inflessa piova,
il solco del villano
e il fido mulo,
trassero dal suolo
il simbolo di Cristo,
e lolla e pula
e loppa e glua,
e resti e stami,
reggono e confortano
il seme, ricco d'albume
che domani sarà farina
e poi pane,
e poi, sulla mensa,
Ostia sacrificale.
Oreste Reale
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