ARMANDO GRECO
Ricordare Armando Greco è come inserire la marcia indietro
della memoria, quando il cuore affianca la mente per rivedere, come in un film,
pagine di vita siracusana.
Negli anni sessanta scriveva, con lo pseudonimo di Argo, per
la Domenica ,
un settimanale che molti di noi giovani leggevamo, il suo era un linguaggio
chiaro e comprensibile allo studente e alla Zà Carmela.
Nel 1969 aveva fondato l’Eco di Sicilia e accettato di fare
la regia ad un lavoro teatrale di Eduardo De Filippo “Questi fantasmi” che lui
stesso aveva tradotto in siciliano. Si provava nell’ex aula di Corte d’Assise
del tribunale di via Gargallo, su un palcoscenico realizzato dal Piccolo Teatro
di Siracusa; questo lavoro non andò in porto perché Armando non sapeva
trattenersi dal ridere a veder provare Pippo Lampo (che ne era protagonista) e
Turi Scibilia (altro caratterista nato), e fu messo da parte, ma non se ne fece
niente a Armando perdette quel copione.
Il 1976 è stato il suo anno migliore, sia per la
pubblicazione delle Polveri di Auschiwtz – 35 poesie pubblicate a Roma per il
club dei poeti – che per la nascita e direzione di Radio International, che
sotto la sua guida spopola l’etere siracusano.
E’ lui il mattatore indiscusso sia in radio che in TV,
ancora oggi si ricordano le tante serate con artisti siracusani che ebbero il
loro momento di gloria sotto quei riflettori, era un modo nuovo di fare radio e
TV che teneva inchiodato il pubblico a guardare o sentire oltre la mezzanotte.
Ha fondato il premio Carlo Capodieci che partendo in sordina
da quell’aula dell’ex Corte d’Assise di via Gargallo, giunse al teatro greco di
Siracusa e al Campidoglio di Roma.
Nell’85 dirige Superradio, sempre fedele a dare voce al
popolo, ed è appunto in quegl’anni, che entrato a far parte dell’equipe, ho potuto
toccare con mano l’immensa umanità d’Armando Greco.
Giornalmente riceveva tantissime persone, tutte che avevano
bisogno di qualcosa, gente che si rivolgeva a lui come ad un fratello, con
tanta fiducia, e lui ascoltava tutti e in molti casi riusciva a risolvere i
loro problemi… sì perché per la maggior parte dei casi, erano cose che a quelle
persone spettavano di diritto, soltanto che ci voleva qualcuno che spingesse
quella data pratica che da troppo tempo dormiva, e Armando, conosciutissimo,
telefonava a destra e manca ed era felice alla risoluzione di un problema, come
se fosse stato suo.
Ricordo che all’avvicinarsi del dicembre 1989, arrivavano
giornalmente alla radio decine e decine di lettere; erano i carcerati che
chiedevano ad Armando, di interessarsi affinchè il percorso dell’ottava di S
Lucia che li vedeva penalizzati per il mancato passaggio della Santa fosse
ripristinato come tradizione, che la processione passasse per via Vittorio
Veneto affinchè loro potessero vederla e onorarla, come sempre, con
l’accensione di una candela, un cerino, accendino etc. cosicchè questa
costruzione borbonica fosse illuminata come un bel presepe.
Ricordo i parenti di quei reclusi venire alla radio e
aspettare ore ed ore per parlargli, per avere una speranza… “pirchì ‘u sig.
Greco, Santa Lucia ‘a fa passari dda’ casa ccu ‘n occhiu!”
Ricordo un vecchietta a cui scherzando Armando domandò: “ma
a tia di Santa Lucia cchi t’interessa?” e lei di botto “ppi mia Santa Luciuzza
è tuttu!” Armando l’abbracciò e diede la notizia che il percorso era stato
cambiato, quindi operazione riuscita! E fu l’ultima volta che, grazie
all’interessamento di Armando Greco, Santa Lucia abbracciò gli ospiti della
casa circondariale di Siracusa.
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